Mafia, sequestro di beni a Pignola

22 marzo 2023 | 12:15
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Mafia, sequestro di beni a Pignola

Provvedimento emesso su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia per un’impresa boschiva e un buono fruttifero riconducibili a Saverio Riviezzi

La Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Potenza, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, ha emesso, in via d’urgenza e poi convalidato, il sequestro finalizzato alla confisca di un’impresa boschiva di Pignola e di un buono fruttifero, per un valore di 200mila euro, ritenuti nella effettiva disponibilità di Saverio Riviezzi, classe ’64, di Pignola, capo dell’omonimo sodalizio che, sulla base degli indizi raccolti, seppure operante nella provincia di Potenza sarebbe legato alla criminalità calabrese e campana.

Il sequestro,-fa sapere la Procura in una nota- è stato disposto dal Tribunale nell’ambito di un procedimento di prevenzione all’esito di un’approfondita attività investigativa che la Dda aveva delegato al G.I.C.O. della Guardia di Finanza. In tale indagine — su base indiziaria – erano stati ricostruiti i valori patrimoniali e finanziati nella effettiva disponibilità di Saverio Riviezzi e documentata la sua “pericolosità sociale qualificata, ai sensi del Codice Antimafia, in relazione ad arco di tempo di oltre 20 anni. Tale pericolosità era stata da ultimo confermata da una sentenza (ancora non definitiva) di condanna, in primo grado, alla pena di 30 anni di reclusione, emessa da Tribunale Collegiale di Potenza, sulla base dei plurimi elementi acquisiti, attestanti l’elevatissimo spessore criminale di Saverio Riviezzi quale vertice di una consorteria criminosa attiva nel settore del narcotraffico internazionale.

Le indagini di tipo economico-patrimoniale delegate alla GdF, sono state svolte non solo nei confronti del medesimo Riviezzi, ma come per legge, anche nei confronti di tutti i componenti del suo nucleo familiare. Al fine di documentare l’origine del patrimonio accumulato è stata analizzata documentazione a partire dal 1997. I preliminari elementi informativi acquisiti sono stati, poi, oggetto di ulteriori riscontri, all’esito dei quali è stata rilevata una significativa sproporzione tra i modesti redditi ufficiali dichiarati ed il valore delle consistenze economiche e patrimoniali nella effettiva disponibilità di Saverio Riviezzi. Il valore complessivo dell’impresa boschiva, situata a Pignola, costituita da mezzi da lavoro, macchine forestali e “soprassuoli boscati”, e del buono fruttifero, dei quali è stato convalidato il sequestro ammonta a circa 200mila euro.

Nel corso delle successive fasi del procedimento di prevenzione, come previsto dalla vigente normativa, Riviezzi potrà documentare l’origine lecita del patrimonio e la sua congruità rispetto ai redditi dichiarati, anche dai propri familiari.

La Procura- si legge ancora nel comunicato stampa- in pieno accordo con la GdF ritiene che l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali previste dalla normativa antimafia costituisca il più efficace strumento nell’azione di contrasto alla criminalità organizzata, poiché, sul piano patrimoniale, incide — frustrandola — sulla finalità ultima dell’attività criminale: accumulare illecitamente ricchezza. E ciò senza contare che sequestro e confisca di patrimoni illecitamente accumulati impediscono che i proventi delle attività delittuose “inquinino” l’economia legale a danno della collettività e soprattutto in danno degli operatori economici onesti che non possono ricorrere a forme di finanziamento extra-legale”.