Il vuoto della politica lucana
“Altera e autoreferenziale continua a parlare con se stessa, mentre nel popolo crescono la sfiducia, l’assenteismo, la denatalità e lo spopolamento”
Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Renato Cittadini sulla politica lucana
“Tre autorevoli ministri, Il presidente nazionale di Confindustria, hanno parlato di sviluppo sostenibile e di efficacia di investimenti per fare crescere il PIL all’1%. Il Presidente di Confindustria lucana ha introdotto i lavori presentando la Basilicata. È intervenuto il Governatore della Basilicata Bardi. L’iniziativa promossa dalla Confindustria di Basilicata è da considerarsi lodevole ed opportuna per almeno tre ordini di motivi: Dopo anni di oscurità e anonimato si sono riaccesi i riflettori nazionali sulla Basilicata; l’evento ha il merito di aver coinvolto il Governo nazionale nell’affrontare le principali tematiche economiche e sociali bisognose di interventi ed incentivi per la crescita tagliando la spesa improduttiva, snellendo burocrazia per sostenere lo sviluppo della regione all’interno del Mezzogiorno d’Italia e del bacino Mediterraneo al fine di rafforzare la coesione e unità nazionale; L’ encomiabile iniziativa essendo stata promossa e gestita dalla più importante organizzazione di categoria lucana, ha inevitabilmente mostrato alla pubblica opinione quel “nervo scoperto” che da tempo affligge la nostra regione: “Il vuoto della politica”.
La stampa regionale segnalandoci la bontà e l’efficacia dell’iniziativa, ha svelato il pauroso deficit della funzione politica elogiando con grande enfasi il prestigio dell’organizzazione confindustriale lucana auspicando la sua leadership nel processo di sviluppo della regione. Tale encomio si è palesato ufficialmente facendo filtrare tra le righe un’auspicabile candidatura del suo presidente come futuro Governatore.
In effetti, il sillogismo è stato facilitato dal fatto che stampa e informazione avendo constatato che la politica nostrana svolge da tempo ruoli di mediocre comprimario, perciò le è parso come un gigante colui che ha presentato con freschezza, lucidità, competenza e in modo unitario tutte le questioni non più rinviabili che segneranno il destino della nostra regione. Una esposizione, la sua, della questione Basilicata di ottimo livello programmatico e certamente di alto profilo politico, tanto da suscitare in ampi strati di ceto produttivo e politico preoccupate perplessità circa capacità e consistenza della politica lucana nel suo complesso.
È emerso, altresì, con estrema chiarezza che i modi, lo stile ed i contenuti dell’impostazione del Presidente Somma hanno mostrato che nel vuoto della politica, inevitabilmente è immersa buona parte della classe dirigente lucana diminuendo notevolmente le possibilità di crescita dell’intero sistema Basilicata.
Non è un caso che un evento di tale rilievo nazionale non sia stato concepito dal Governatore Bardi e presentato a nome di tutti, termine, questo, che vuol significare di tutta la politica regionale, sia di cdx che di csx, perché le divisioni tra partiti e coalizioni devono avvenire sulle ricette proposte, non sugli ingredienti in possesso del territorio, che appunto appartengono a tutti, al popolo lucano.
È ciò che la classe politica non ha saputo cogliere ormai da decenni divenendo un corpo separato dalla realtà e che altera e autoreferenziale continua a parlare con se stessa, mentre nel popolo crescono la sfiducia, l’assenteismo, la denatalità e lo spopolamento. Così è spiegato non solo il successo dell’evento materano, ma anche l’enfasi per il compiuto protagonismo del suo relatore suscitando in molti la speranza di poter riempire quel “vuoto politico” attraverso il “Somma for Président.” Sulla autorevolezza della persona naturalmente nulla da eccepire, tuttavia occorre compiere alcune considerazioni circa la fattibilità del progetto politico, che richiede insieme a passione e competenza una notevole dose di autonomia considerato che il “vuoto politico lucano” è funzionale a scelte politiche, elettorali, a modelli di economia decise al di fuori della regione. Pertanto, bisognerà pur chiedersi dove e chi deciderà la scelta del Governatore?
Siccome è consuetudine che le scelte avvengono nei tavoli nazionali dei partiti, continueremo ad essere considerati come “vuoto” protettorato con un eventuale governatore non espressione reale del territorio lucano, non fautore di quella spinta “autopropulsiva” di cui la Basilicata e il Mezzogiorno hanno estremo bisogno per segnare una vera e profonda svolta verso il cambiamento.
Dunque, si eviti di nascondersi dietro un dito e si abbia il coraggio civico di esprimere con lealtà e trasparenza le proprie posizioni e valutazioni all’interno dei partiti, delle organizzazioni sociali e di categorie, negli ordini professionali, nell’associazionismo e volontariato e in tutti gli organismi aggregativi regionali, in modo da verificare dal basso il consenso misurando le forze disponibili per un decisivo cambio di passo e di testa.
Altrimenti ogni euforia per un cambio di candidatura al vertice della Regione, si presterebbe al solito cinico rituale dell’ipocrisia partitocratica abile nella sua bipolarità ad annichilire ogni anelito di rinnovamento attraverso la cooptazione per assorbire, oppure con la promozione per rimuovere, essendo, ciò, prassi consolidata dei moderni partiti cosiddetti leggeri e praticata qui da noi in modo sistematico, tant’è che tutti i partiti della regione sono commissariati dai partiti nazionali e che, detti commissari, a loro volta, hanno commissariato sedi e incarichi territoriali.
E poi si parla di “vuoto della politica”…ma, certamente, forse e meglio pensare che si vorrà intendere quella vera non il suo surrogato, che mentre inneggia a Francesco Somma, opera, fedele al gattopardesco principio del: “Tutto cambia affinché nulla cambi”. Renato Cittadini