Decreto Spaccaitalia: Vito Bardi è consapevole delle sue scelte?
Nell’ambito dell’Autonomia Differenziata ha chiesto di trattenere in Basilicata le imposte sui profitti delle estrazioni?
Presidente Vito Bardi,
dagli organi di stampa apprendo che l’altro ieri è stato approvato dalla Conferenza Stato Regioni il DDL Calderoli sulla Autonomia Differenziata, meglio noto come Spaccaitalia. A quanto pare, sempre dagli organi di stampa, a votare contro sono stati i presidenti di Puglia, Campania, Emilia Romagna e Toscana.
Quindi o lei non era presente o ha votato a favore. Se ha votato a favore sarebbe utile sapere con quale mandato del Consiglio Regionale e chi ha votato a favore e chi contro tale mandato.
Sempre secondo organi di stampa: per “Vito Bardi è stato fatto un passo avanti, ma adesso occorre dare importanza ai Livelli Essenziali delle Prestazioni per colmare il gap tra le varie aree del paese”. Inoltre “Bardi si è detto soddisfatto perché sono state accolte le proposte dei presidenti del Sud e soprattutto è stata archiviata la spesa storica che ha penalizzato il Mezzogiorno”.
Le sottolineo che:
Uno: questo progetto nasce da un substrato culturale antimeridionale fomentato in origine dalle pulsioni secessioniste della Lega Nord di Bossi e, purtroppo, da teorie su base antropologica per cui il nord operoso è messo in crisi non da decenni di politiche liberiste ma da un Sud parassita che vive di sovvenzioni pubbliche.
Due: dal punto di vista culturale sono emblematici i libri che hanno alimentato il brodo di coltura da cui nasce questo progetto. Su tutti ‘Il sacco del Nord’ di Luca Ricolfi e ‘Perché il Sud è rimasto indietro’ di Emanuele Felice.
Tre: la realtà dei numeri, così come evidenziato dai Conti Pubblici Territoriali voluti dall’allora ministro della Economia Carlo Azeglio Ciampi, mostrano invece una spesa pubblica inferiore nel Mezzogiorno di quasi 5.000 euro anno pro capite rispetto a quella del Nord Ovest.
Quattro: La pretesa di alcune regioni di trattenere una parte delle imposte nazionali per aumentare il livello di servizi sulle materie su cui si richiede l’autonomia cozza con il principio base dei paesi liberali ove si corrisponde al diritto di rappresentanza quello di tassazione e, come se non bastasse, c’è la costatazione numerica che già oggi le regioni con maggiore PIL pro capite hanno una spesa pubblica maggiore con un elevatissimo coefficiente di correlazione di 0.79: cosa pretendono di più?
Cinque: spesso si fa riferimento al residuo fiscale per giustificare la richiesta di maggiori risorse pubbliche ove c’è maggiore produzione di PIL. Al contrario il residuo fiscale fu definito dal premio Nobel James Buchanan nel suo libro ‘Federalism and Fiscal Equity’ come differenza di quanto ogni singolo individuo paga allo Stato sotto forma di imposte e quanto riceve in termini di servizi e prestazioni. Per un insieme di cause in alcune zone si concentrano individui con maggiore residuo fiscale. Se si appartiene però ad una unica comunità politica ogni cittadino che si trasferisce da una parte all’altra di questa comunità, a parità di reddito, ha il diritto di mantenere lo stesso residuo fiscale. Tradotto se un pensionato di Milano decidesse di trasferirsi a Napoli ha diritto ad avere gli stessi servizi sanitari, di trasporto eccetera. Le pare che oggi sia così? Buchanan con il residuo fiscale giustificava, nell’area più liberista del mondo, il trasferimento di risorse dagli stati più ricchi degli USA a quelli più poveri. Ancora una volta la pochezza intellettuale di molti porta a confondere i diritti individuali con quelli territoriali trasferendo il ‘residuo fiscale’ e i relativi diritti dagli individui alle regioni.
Sei: se questo non bastasse la Svimez ha evidenziato che una prima stima per finanziare i LEP previsti dallo Spaccaitalia è di almeno 100 miliardi anno. Come ella sa i LEP nel DDL Spaccaitalia indicano il livello minimo di servizi per fare in modo che siano salvaguardati i diritti civili e sociali in ogni parte del Paese.
Le chiedo quindi:
Uno: concordo sul fatto che il DDL Spaccaitalia sia migliorativo sia rispetto all’intesa Gentiloni sia rispetto al DDL Draghi-Gelmini, ma la sua soddisfazione nasce dal fatto che appena sarà approvato questo scellerato progetto le è stato assicurato che sul Sud intero pioveranno soldi come fossero polpette nella misura di almeno 100 miliardi di euro anno?
Due: ha ipotizzato un qualche punto di verifica e controllo a livello regionale, tipo l’Osservatorio del Nord di Luca Ricolfi o un gruppo di esperti, che verifichino puntualmente il processo di definizione e la quantificazione dei LEP, onde evitare che siano stimati come dire … ad mentula canis e solo per favorire il Nord e le aziende del Nord?
Tre: è consapevole, e sa se lo sono gli organi parlamentari e decisori, che i LEP costituiscono, anche se applicati nella misura indicata da Svimez, già una discriminazione nei confronti del Sud e una violazione del Patto Unitario che prevede invece il mantenimento del residuo fiscale a parità di reddito di ogni individuo a prescindere dalla parte di Italia in cui risiede?
Quattro: dal 2035 la Commissione Europea intende vietare la produzione e vendita di auto con motore a combustione. Questo accorcerà i tempi di utilizzo del petrolio e delle estrazioni in Basilicata. Oggi il controvalore della produzione di gas e petrolio in Basilicata è di circa 2 miliardi di euro anno, la gran parte dei profitti va ai privati, un’altra parte allo Stato sotto forma di imposte e il resto resta in Basilicata sotto forma di royalties o di consumi gratuiti di gas per i residenti. Nell’ambito della Autonomia Differenziata ha chiesto di trattenere in Basilicata le imposte sui profitti delle estrazioni?
Cinque: ha chiesto la costituzione di un fondo per il decommissioning, ossia per la bonifica delle aree dei centri oli e dei pozzi dismessi e incidentati quando finiranno le estrazioni? Oppure pensa che saranno i lucani a doverle pagare, come ci dirà Ricolfi e l’Osservatorio del Nord, avendo avuto il gas gratis?
Sei: per lei è prevalente l’appartenenza al partito e allo schieramento politico o la difesa degli interessi del Sud? Domanda che estendo a tutti gli esponenti politici di tutti i partiti nazionali.
Disponibile ad ogni confronto, mi creda, non per spirito di polemica politica ma credo che un momento di svolta come questo debba avere un ampio e trasparente dibattito pubblico anche per capire quali siano invece le potenzialità e le possibilità del Mezzogiorno e le ragioni vere dell’attuale declino dell’Italia e del Sud. Distinti saluti, Pietro de Sarlo