Cronaca di una Partita Iva “uccisa” dallo Stato: Fitto e Mantovano battano un colpo

30 marzo 2023 | 11:53
Share0
Cronaca di una Partita Iva “uccisa” dallo Stato: Fitto e Mantovano battano un colpo
Angelo Pignatelli

La lunga storia di Angelo Pignatelli, artigiano gelataio di Mesagne che non si arrende

E’ lui stesso a raccontare la sua storia triste. Un artigiano vessato dalla burocrazia, dalle banche, dallo Stato. E noi la pubblichiamo.

Il 2 febbraio 2023 ho compito 59 anni, lavoro da quando ne avevo 15. Andavo ad aprire il bar di papà la mattina alle 2,30. Non vorrei finire dopo tanti anni di lavoro con un pugno di mosche in mano. Sono a disposizione per qualsiasi chiarimento. Sono un ottimo artigiano di gelateria produzione propria, uno di quegli artigiani che hanno reso famosa l’Italia nel Mondo.

Aperta la mia attività di Gelateria-Caffetteria nel 1985 e venduta nell’aprile del 2007, sono stato quasi due anni a capire cosa fare, perché in Italia non è facile per i giovani figuriamoci a 43 anni.

Decido di rimettermi in gioco, trovato il locale in pieno centro, e firmato il contratto di locazione a settembre 2009, cominciano i problemi. Ben presto mi rendo conto che trovare un finanziamento a 43 anni non è mica facile. Mentre nelle altre nazioni occidentali ed in America basta presentare un progetto corredato di business plan per essere finanziati, e non solo, prima di cominciare a pagare le rate ti permettono di raggiungere il cosiddetto punto di pareggio.  Intanto i risparmi si assottigliano sempre più perché continuo a pagare l’affitto per il locale preso, cioè quasi 1000 euro al mese.

Riesco ad aprire solo il 28 luglio 2012. Location stupenda, posto centralissimo con ampio marciapiede, ma locale piccolo quindi passato il periodo estivo, da ottobre a marzo gli incassi calano paurosamente non avendo da offrire posti a sedere al coperto. In tutto ciò ci sono le colpe della vecchia amministrazione comunale che per preparare un regolamento per il montaggio di Dehors fissi per tutto l’anno, per l’esterno, sceglie la strada più lunga e costosa. Regolamento che una volta approvato e reso fruibile, viene annullato con l’insediamento del nuovo soprintendente alle belle arti di Taranto. La burocrazia in Italia danneggia sempre la gente che ha voglia di fare e rischia in proprio. Quindi lavorando a malapena 4 mesi l’anno e soffrendo per 8 mesi moltiplicato per 7 anni il risultato non può che essere fallimentare. Si sperava che ogni estate potesse essere quella giusta per uscire dalle sabbie mobili, ma purtroppo così non è stato. Affitto locale, impegni con le banche e tutte le spese che un’attività commerciale deve affrontare.

Resomi conto della gravità della situazione già dal novembre 2018 comincio a scrivere alla Presidenza della Repubblica, Presidenza del Consiglio, al MEF, al MISE, al Ministro dell’Interno e alla Presidenza della Regione Puglia. Gli unici a farsi vivi sono La Presidenza della Repubblica, la segreteria del Presidente Emiliano, e la Prefettura di Brindisi.

La segreteria del Presidente Emiliano nel febbraio 2019 mi fece convocare in Regione dal dirigente del SEPAC, che è l’organismo creato dalla Regione per la gestione delle crisi aziendali. Organismo che ha provato a dialogare con due banche con cui lavoro, ma come tutti sappiamo ormai le banche sono sorde e pensano solo ai loro interessi, aiutati anche dallo stato che invece di aiutare i cittadini gli regala 20 miliardi. L’unica cosa che mi hanno concesso Unicredit, Banca Intesa no, è stata la moratoria per un anno sul capitale, moratoria prevista per legge, quindi nessuno sforzo. Mentre io avevo chiesto liquidità per rilanciare l’attività!

­­La presidenza della Repubblica con prima lettera del 20 marzo 2019 interessa sia la presidenza del Consiglio (mai pervenuta) e L’ABI che con lettera del 1 Aprile 2019 mi informa che ha interessato le due banche con cui lavoro, interessamento che non ho mai avvertito. Inoltre sempre la Presidenza della Repubblica interessa la Prefettura di Brindisi dove ormai sono di casa, Prefettura dove vengo convocato per essere ascoltato il 17 maggio 2019, e tantissime altre volte fino ad oggi febbraio 2022, ma anche loro più che sensibilizzare ABI altro non possono fare.

Intanto arriva la stagione estiva che come si sa porta un aumento degli incassi con cui si riesce a far fronte all’immediato. Ma ormai settembre è alle porte e quindi contatto di nuovo la Prefettura che mi convoca il 5 settembre 2019 e mi consiglia di contattare l’associazione antiusura di Bari. Non perché sono andato dagli usurai, ma perché tra i loro compiti c’è quello di aiutare privati e piccoli imprenditori in difficoltà.

Finalmente dopo tanta attesa vengo convocato a Bari da un’Associazione. Dopo un approfondito colloquio rivolto ad accertare tutti i miei debiti, mi dicono che in base al mio reddito che è molto basso non posso essere aiutato.

Chiedo se si può intervenire almeno su una parte del debito e mi dicono di no, perché o intervengono su tutto il debito o niente. Per finire, come se fosse uno sfottò mi raccomandano di non andare dagli usurai, azione che non ho fatto prima e che non farò mai!  Inutile dire della mia delusione dopo tanto avere sperato, passata la delusione sono più combattivo di prima!

Se io avessi avuto un reddito buono mi sarei rivolto a loro? Sicuramente non avrei accumulato debiti. Penso che un’associazione di quel tipo deve aiutare indipendentemente dal reddito perché quella è la sua funzione, sbaglio? E’ normale che un’associazione antiusura si debba comportare come una qualsiasi banca e dipendere dal giudizio di quest’ultima?

MA ANDIAMO AVANTI

In occasione della visita a Mesagne, nel novembre 2019, del Commissario nazionale antiusura e antiracket, spiego a lei il mio caso uguale a milioni di colleghi Partite Iva.

Il Commissario con mail del 22 novembre mi risponde che il legislatore ha disposto che l’Ufficio del Commissario non possa intervenire preventivamente, ma solo dopo che sono emersi i reati di racket e usura. Solite cose Italiane. Invece ci sarebbe l’art 15 della legge 108/1996 che prevede una serie di interventi di carattere preventivo di competenza del Ministero di Economia e Finanze, cui è possibile ricorrere tramite i Confidi, le Fondazioni e Associazioni Antiusura, dove stanno? Non pervenuti.

Non dandomi per vinto e sempre su consiglio della Prefettura in data 11 dicembre 2019 contatto una banca di Brindisi che per accordi con il ministero può gestire un fondo antiusura per singola azienda di una certa somma, fondo che può essere usato solo ed esclusivamente per ristrutturazione o per acquisto di attrezzatura, con fatture pagate direttamente dalla banca. Fondo quindi che non può essere usato come liquidità. Fine del giro e della mia attività. Grazie istituzioni.

NON MI ARRENDO

Scrivo di nuovo alla Presidenza della Repubblica. A febbraio 2020 mi arriva l’ennesima lettera, con data del 17 febbraio 2020, del Capo dello Stato. Lettera che interessa per l’ennesima volta l’ABI che non si è mai fatta sentire e la Prefettura di Brindisi che puntualmente mi convoca. In seguito all’incontro in Prefettura riesco ad ottenere l’ennesimo incontro in una banca nella filiale di Mesagne il 25 febbraio 2020. Incontro a cui è presente oltre al direttore di filiale anche il capo area per le provincie di Brindisi e Taranto. Mi viene chiesto di preparare un business plan che dimostri come io voglia rilanciare la mia attività di Gelateria-Caffetteria. Business plan che invio tramite mail alla filiale di Mesagne il 24 marzo 2020. La Prefettura di Brindisi in data 25 marzo 2020 invia anch’essa una mail sia alla banca che a al sottoscritto. Intanto siamo in piena emergenza coronavirus. La banca, rimangiandosi quanto detto in precedenza, mi dice che di ristrutturare il debito con nuova liquidità non se ne parla e forse potrà concedere la sospensione della rate di mutuo come da decreto legge. Sospensione concessa il 29 Aprile 2020. La banca, in data 17 luglio 2020, a voce, mi nega anche la possibilità di accedere ai a un finanziamento garantito al 100% dallo stato.

Il 24 luglio 2020, invio le solite mail a Mattarella, Conte, Presidente commissione inchiesta sulle banche, onorevole Carla Ruocco e segreteria personale del presidente della regione Puglia, Michele Emiliano. Il 23 luglio 2020, il mio legale viene ricevuto dal Procuratore di Brindisi. Una volta che l’avvocato ha esposto tutta la storia, il Procuratore afferma di non ravvisare estremi di reato nei confronti di nessuno.

Nonostante abbia lottato come un leone, ho perso la battaglia! Lunedì 3 Agosto 2020 ho svuotato il locale dove avevo la mia attività causa sfratto.  Adesso sono costretto a vivere io, la mamma di 83 anni, e il mio amato Akim con i 570 euro di pensione della mamma.

MA NON MOLLO: CHE COSA CHIEDO?

Chiedo di poter ristrutturare tutto il mio debito con le banche in modo da avere un’unica rata. Avere nuova liquidità, e poter finalmente riaprire la mia gelateria nel locale di proprietà dove ho esercitato dal 1985 al 2007, e poter onorare tutti i miei debiti.

A settembre 2020 comincio a inviare mail con proposte legislative al Presidente Mattarella, alla Presidenza del consiglio, Commissione di inchiesta sulle banche, Mef, Mise, Ministero dell’Interno, Regione Puglia. Eccetto le lettere di risposta cartacea della Presidenza della Repubblica “ormai ho fatto la collezione” e cmq non hanno portato a nessuna soluzione, nessuno si è mai degnato di rispondere.

Nonostante tutto in cuor mio spero sempre di farcela, e con l’insediamento del Presidente Mario Draghi pianifico l’ennesima protesta pacifica per tutte le Partite Iva, con tanto di manifesto e proposte legislative. Il 5 marzo 2021 inizio il mio secondo sciopero della fame che terminerò i primi giorni di aprile 2021, e che oltre a tanti articoli sui quotidiani locali e l’ennesimo incontro in Prefettura non ha portato purtroppo a nulla.

É dal 4 novembre 2022 che invio pec tutti i giorni alla Presidenza del Consiglio, al Sottosegretario Mantovano, al Ministro Fitto, ai vicepremier Salvini e Tajani, ma ad oggi nessuna attenzione, nessun segnale. Ancora oggi 30 marzo 2023, non mi sono arreso. Nonostante le banche mi abbiano chiesto di rientrare di tutto il mio debito, altrimenti gli immobili di famiglia andranno all’asta per poche decine di migliaia di euro, Immobili di famiglia che rappresentano il frutto del lavoro di una vita, mio e di mio padre.

Perché il governo non reagisce? Perché i politici non rispondono alle tante partite iva che vivono la mia stessa condizione? Il ministro Fitto e il sottosegretario Mantovano battano un colpo.

E ALLORA MI CHIEDO: CHE COS’E’ LA LEGALITA’?

È forse legale vedere andare all’asta gli immobili di famiglia per poche decine di migliaia di euro, quando invece si sarebbe potuto tornare a lavorare e pagare i debiti con i giusti strumenti legislativi? È forse legale vedere andare all’asta la propria casa quando si viene licenziati dal proprio posto di lavoro per colpe non proprie? È forse legale che tutti i politici vadano in TV a dire attenti all’usura, e che poi non facciano realmente niente per evitarla, e i rubinetti di accesso al credito si chiudono sempre di più?

Ditemelo voi. Da Mesagne, Angelo Pignatelli, una partita iva mortificata, un cittadino abbandonato.