Casolare in fiamme nel ghetto dei braccianti a Venosa, “evitata una tragedia”
Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco: trovate alcune bombole che potevano esplodere
Nella serata di ieri, 13 marzo, un casolare del ‘ghetto’ di Boreano a Venosa è andato a fuoco. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, i Carabinieri e la sindaca di Venosa, Marianna Iovanni. I caschi rossi sono riusciti a domare le fiamme ed evitare così una tragedia. Nel casolare, infatti, sono state trovate diverse bombole di gas, che i migranti utilizzano per cucinare e che sarebbero potute esplodere.
Ancora una volta siamo stati profeti di facili sventure- tuona Francesco Castelgrande, dell’Associazione Migranti Basilicata che ieri sera si è recato a Boreano, ghetto che ogni anno ospita decine di braccianti migranti. Grazie all’intervento tempestivo dei Vigili del Fuoco e dei Carabinieri-aggiunge- è stata evitata una tragedia. Soltanto venerdì avevamo segnalato che stanno arrivando i braccianti per le prossime campagne stagionali e l’accoglienza di questi lavoratori avviene attraverso gli alloggi di fortuna dei casolari in area Boreano in agro di Venosa e Montemilone”. Al momento sono già una cinquantina i braccianti migranti arrivati per lavorare nei campi del territorio.
La Regione-rimarca Castelgrande- è totalmente assente ed il silenzio assordate circa l’accoglienza è surreale. Le parole del Presidente Mattarella in occasione del 40° dell’Unibas restano lettera morta e “l’accoglienza concreta” rischia di diventare tragedia. Gli ultimi e i “superflui” sentono parlare solo di sgomberi e rimpatri. Ma dove devono alloggiare? A quando la realizzazione dei Centri di accoglienza di Boreano e Lavello? I soldi ci sono, i progetti a che punto sono? Non dovevano essere stati realizzati già nel 2020? A quando la posa della prima pietra? Ma come mai la Legge Regionale n. 13 del 2016 non è mai stata finanziata? La Legge Regionale-ricorda- ha come finalità “norme per l’accoglienza, la tutela e l’integrazione dei cittadini migranti e dei rifugiati”. Perché il tema dei migranti si affronta sempre come emergenza e pertanto diventa un problema? La Legge Regionale n. 13 prevede all’art. 4 un Piano Regionale per l’Immigrazione. All’art. 5 prevede un Coordinamento delle politiche per l’immigrazione e attuazione del Piano dell’Immigrazione. All’art. 6 si parla di presenza di mediatori culturali e linguistici presso le strutture sanitarie, di interventi di formazione agli adulti per alfabetizzazione e perfezionamento della lingua italiana, è prevista la ristrutturazione ed adeguamento, nonché affitto, arredamento e manutenzione delle strutture abitative destinate all’ospitalità dei rifugiati da parte degli enti locali. All’art. 8 si prevede la Carta dei Servizi informativi. All’art. 10 è prevista la Consulta regionale per i cittadini stranieri e rifugiati che deve riunirsi due volte all’anno. All’art. 12 è previsto il Registro Regionale dei mediatori culturali.
Non chiediamo cose stratosferiche, -conclude Castelgrande-ma soltanto l’attuazione di una Legge che la stessa politica ha approvato e che non ha mai finanziato e non intende applicare. Questi uomini e donne che arrivano nel nostro Paese e nella nostra Regione hanno gli stessi diritti e la stessa dignità di tutti gli uomini del mondo secondo i criteri stabiliti dalla Carta Universale di diritti dell’uomo”.