Servono camionisti. Stellantis li cerca tra gli operai di Melfi
Un insolito messaggio è stato inviato ieri ai lavoratori. “Altro che cambio mansione, qua ci vogliono far cambiare mestiere”
Un insolito messaggio è stato inviato ieri ai lavoratori. “Altro che cambio mansione, qua ci vogliono far cambiare mestiere”, ironizza amaro un operaio. All’origine del problema, secondo il Corriere della Sera, peserebbe l’assenza sul territorio nazionale ed europeo di “trasportatori ucraini che hanno dovuto interrompere l’attività a causa della guerra”.
“Serve personale per guidare le bisarche…occorre essere già in possesso della patente CK. Chi possiede solo la C, per il K le spese saranno a carico dell’azienda”. Questo l’insolito messaggino fatto recapitare nelle scorse ore dalla multinazionale Stellantis agli operai di Melfi. Talmente insolita come richiesta, che inevitabilmente si è portata dietro una serie di reazioni, sulle chat, da parte dei lavoratori. Qualcuno attacca: “Qui non si tratta neanche di cambio mansione, ma di cambiare addirittura mestiere, ormai non si capisce più nulla”. Qualcun altro prova a spiegarsi la cosa in altro modo: “Siamo talmente tanti che cercano tutti i modi possibili per mandarci via dalle linee, dopo gi incentivi al licenziamento e alle trasferte, ora ci propongono anche il cambio lavoro”.
Ma ecco quale potrebbe essere il problema da cui scaturisce la forte richiesta di bisarchisti. Sul Corriere della Sera, sezione Motori di qualche giorno fa, infatti, si stigmatizzavano “i tempi di consegna eterni se tenti di acquistare un auto e l’impossibilità di scelta di alcuni optional”. Oltre alla mancanza di chip, si legge nel pezzo, oggi, c’è un problema legato alla Logistica. “Mancano le bisarche per trasportare le vetture dalle fabbriche ai concessionari”. Nel citato articolo, a parlare anche Guido Tocci, capo di Dacia Italia. Il quale afferma: “Più della metà dei trasportatori nel nostro Paese e in Europa sono ucraini, e a causa della guerra hanno dovuto interrompere la loro attività”. A questo, si unirebbero, secondo Tocci, problemi logistici, di personale e di sdoganamento al Porto di Livorno. Disagi, sempre stando all’Ad di Dacia, anche nel trasporto internazionale su rotaia, ancora una volta “a causa della guerra”. Tornando alle vicende lucane e alla particolare richiesta mossa, tramite messaggino, dall’azienda ai lavoratori, ecco allora come si potrebbe leggere lo strano appello fatto circolare sugli smartphone dei lavoratori. Difficoltà congiunturali del mercato acuite dalla guerra e dall’assenza dei bisarchisti ucraini. Inevitabili, dall’altra parte, i malumori e lo stupore degli operai. A cui si chiede, a certe condizioni, di trasformarsi in breve tempo in bisarchisti. Dalla linea al camion. È un attimo.