Matera, il sindaco e tutta la maggioranza disertano il Consiglio Comunale

Nel Consiglio comunale convocato per oggi pomeriggio, 10 febbraio, a Matera non si è presentato nessuno dei consiglieri della maggioranza, compreso sindaco e presidente del Consiglio. Spenta la candela dell’ultima quadriglia della “festa da ballo” che dura da mesi. La gestione Bennardi non è alla frutta ma al digestivo (quello amaro). “Oggi abbiamo avuto l’ennesima conferma di quanto compreso dai primissimi giorni di questa consiliatura. Questa maggioranza non esisteva quando aveva i numeri, perché era un cerchio magico, non esiste adesso ancora di più che i numeri non li ha. La tracotanza e l’inadeguatezza è palese e chi si illude di poter salvare questa nave senza timone fa un grande errore perché verrà risucchiato dal processo di affondamento già in atto ed ormai irreversibile.” È quanto dichiarano i Consiglieri di Matera 3.0, Cinzia Scarciolla e Milena Tosti.

Ma perché Bennardi e la sua “maggioranza” – si fa per dire – hanno fatto ricorso alla tattica inusuale di disertare la seduta dell’assemblea convocata dall’assente presidente del Consiglio? Semplice, non si è ancora chiuso l’accordo con un consigliere  che dovrebbe passare in “maggioranza” nel quadro di un rimpasto di Giunta o di qualche giro di passo nella quadriglia che verrà.

Uno spettacolo indecoroso, provinciale, un continuo gioco di poltrone e poltroncine, in una città a caratura internazionale. Matera merita di meglio, anzi ha bisogno di meglio: un’amministrazione coesa, capace, sincronizzata con la voglia di futuro dei cittadini. Se Bennardi fa ancora il sindaco, il problema certo è dei materani. Tuttavia la Giunta da lui presieduta e la sua maggioranza potrebbero, con uno scatto di orgoglio, sfidare i cittadini tornando alle urne. Magari gli elettori confermeranno il consenso all’attale sindaco, oppure no. Per saperlo ci sarebbe bisogno di un gesto, questo sì democratico e responsabile: le dimissioni di Domenico Bennardi e di tutta la truppa.

La lezione di Matera conferma che in politica non basta vincere per governare o amministrare una città o una regione: per altre faccende sì, basta vincere.

Foto dal web La sala del Consiglio oggi