Inchiesta Ruoti: “La decenza vorrebbe che un indagato non si affiancasse a ruoli istituzionali”
Franco Gentilesca: “È inopportuno che Luigi Scaglione, giornalista addetto stampa della Provincia, si prenda il lusso di sentirsi ‘lui’ “stalkerizzato” dopo aver preso parte, secondo gli inquirenti, al disegno criminoso; così come non è opportuno che lo stesso si metta in mostra in eventi realizzati dalla Provincia di Potenza al fianco del presidente Giordano o in altre occasioni addirittura del Prefetto”
Riceviamo e pubblichiamo di seguito la riflessione del sindaco di Ruoti, Franco Gentilesca, sull’inchiesta della Procura di Potenza che un anno fa scoperchiò una presunta macchina del fango contro l’allora sindaca Anna Maria Scalise e contro lo stesso Gentilesca all’epoca dei fatti assessore comunale. Gentilesca, come l’ex sindaca Scalise, si dice sorpreso nell’apprendere a mezzo stampa che una delle persone indagate, ovvero Luigi Scaglione, giornalista addetto stampa della Provincia di Potenza, si senta lui stalkerizzato da Scalise e si chiede se sia possibile “che dobbiamo trovarci seduti quasi uno a fianco all’altro come avvenuto nei giorni scorsi al teatro don Bosco solamente perché lui riveste il ruolo di addetto stampa della Provincia? Possibile che si debba essere derisi in tal senso?”Anna Maria Scalise, nei giorni scorsi era intervenuta pubblicamente per evidenziare la non opportunità che Scaglione partecipasse ad eventi in alcune scuole lucane come relatore.
Di seguito la nota integrale di Gentilesca.
Ad un anno dal mio coinvolgimento diretto quale parte offesa nell’inchiestache ha visto il Comune di Ruoti, l’allora sindaca Anna Scalise ed – ahimé – il sottoscritto Franco Gentilesca (all’epoca dei fatti assessore al Comune), sotto i riflettori della cronaca giudiziaria locale e nazionale, sento di voler condividere, per la prima volta, una breve riflessione. Lo faccio in qualità di Sindaco di Ruoti, nel pieno ruolo istituzionale a servizio della mia Comunità che mi ha votato.
L’anima della mia riflessione è dettata anche dagli avvenimenti che stiamo vivendo, come singoli e come società, avvenimenti che ci “tolgono il respiro” quotidianamente: dalla guerra Ucraina-Russia, al Covid19, al Terremoto in Turchia e Siria, al numero delle vittime crescenti, ai disagi delle singole persone e delle famiglie. A questa realtà aggiungiamo la fatica e lo sforzo nel portare avanti il proprio compito nella gestione della “cosa pubblica”, e nel cercare di dare risposte alle problematiche di una comunità locale e regionale, favorendo anche le relazioni tra i Comuni per una vita serena e il benessere dei cittadini tutti.
Ebbene voglio rileggere la vicenda con le parole di un grande politico inglese, sir Thomas More: “Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l’intelligenza di saperle distinguere”.
Rispetto alla forza di cambiare le cose che posso cambiare comprendo che non si va da nessuna parte quando si è soli. Anche il ruolo di Sindaco lo si fa insieme, con un’amministrazione coesa e compatta per il bene della comunità (al di là delle fisiologiche divergenze) come quella che mi accompagna in questa avventura entusiasmante e straordinaria. E in questi anni abbiamo cercato di voler cambiare alcune cose per far crescere nel bene la Comunità. Ed è questo l’intento che si vuole continuare a perseguire.
Per quanto riguarda la pazienza di accettare le cose che non si possono cambiare, riconosco che la vicenda accaduta a Ruoti abbia generato un certo malessere sia nelle singole persone, che si sono trovate come me implicate nella vicenda, che all’intera Comunità. Quello che è stato, le vicende accadute, i “meccanismi” che hanno generato il tutto, oramai non possiamo cambiarli, non possiamo tornare indietro nel tempo; una cosa però è certa, va portato rispetto per ognuna di quelle persone che ha subito tutta questa vicenda. E’ oltremodo assurdo apprendere dai giornali che qualcuno si senta ‘LUI’ stalkerizzato”. Da chi? Da che cosa? Se della vicenda, lui stesso è stato compartecipe e parte attiva.
Tutta la mia solidarietà, e della comunità di Ruoti che mi ha eletto Sindaco, va ad Anna Maria Scalise per tutto quello che ha dovuto subire e sopportare con la sua famiglia. Abbiamo passato anni difficili ad attendere di avere giustizia, una giustizia che ha avuto il suo inizio con gli arresti dell’8 febbraio 2022.
Quegli arresti hanno scoperchiato un sistema ben rodato negli anni, un sistema a cui facevano parte in tanti, da giudici a giornalisti, da consiglieri comunali a cittadini fino ad arrivare a rappresentanti delle istituzioni civili e delle forze dell’ordine, ognuno con un ruolo ben preciso nel disegno criminoso perseguito.
Orbene, quale parte offesa nel procedimento insieme ad Anna Maria (Scalise ndr), stiamo attendendo il corso delle indagini, aspettando di poter leggere tutti gli atti, e lo stiamo facendo nel silenzio assordante di chi è vittima ed ha rispetto per la legge e gli organi inquirenti. D’altro canto però non si può sottacere l’arroganza, la presunzione, il mancato rispetto da parte di coloro che, anche solo per questione di opportunità e vergogna, dovrebbero con buon senso attendere l’evolversi delle indagini in modo da dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati.
È quantomeno inopportuno infatti che tale Luigi Scaglione, giornalista addetto stampa della Provincia, si prenda il lusso di sentirsi ‘lui’ “stalkerizzato” dopo aver preso parte, secondo gli inquirenti, al disegno criminoso; così come non è opportuno che lo stesso si metta in mostra nei diversi eventi che si realizzano nel palazzo della Provincia di Potenza al fianco del Presidente Giordano o in altre occasioni addirittura del Prefetto di Potenza. La decenza vorrebbe che non si affiancasse a suddetti ruoli istituzionali, per non macchiarne il valore insito nelle stesse.
Condivido gli interrogativi posti dall’ex sindaco Scalise nella sua lettera apertaalle istituzioni per il tramite degli organi di stampa, ed aggiungo una mia domanda personale: è normale che, lui indagato ed io Sindaco di Ruoti vittima, dobbiamo trovarci seduti quasi uno a fianco all’altro come avvenuto nei giorni scorsi al teatro don Bosco solamente perché lui riveste il ruolo di addetto stampa della Provincia? Possibile che si debba essere derisi in tal senso?
Continuerò a stare in silenzio ed a svolgere il mio compito, però devo anche essere messo nelle condizioni di farlo, il mio rispetto è massimo di tutte le istituzioni ma credo sia opportuno che qualcuno debba far rispettare ugualmente ad altri i propri compiti ed allo stesso modo evitare determinate uscite particolarmente lesive della dignità altrui . Le nostre piccole battaglie e lotte ci offrono la possibilità di guardare in avanti e sperare in un futuro migliore da consegnare ai nostri figli e ai nostri nipoti. Stiamo imparando che le piccole guerre portano a quelle grandi come Ucraina-Russia. E le guerre oltre a dividere distruggono. Non è questo il mio intento di Sindaco e non è questo il presente e il futuro che vogliamo vivere.
Essendo un cattolico, come lo era Thomas More voglio sperare che tutta la vicenda si concluda quanto prima e venga risolta secondo una dimensione di giustizia oltre che umana anche divina, sperando nella rinascita di una vita nuova per la comunità ruotese e lucana. Ed è quanto mi auguro sia come cittadino, sia come politico. Franco Gentilesca, sindaco di Ruoti