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Un ebreo internato a Ruoti, Alan Davìd Baumann ricorda il nonno Alessandro

31 gennaio 2023 | 18:01
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Un ebreo internato a Ruoti, Alan Davìd Baumann ricorda il nonno Alessandro
Alcuni momenti dell'iniziativa di Ruoti
Un ebreo internato a Ruoti, Alan Davìd Baumann ricorda il nonno Alessandro
Un ebreo internato a Ruoti, Alan Davìd Baumann ricorda il nonno Alessandro
Un ebreo internato a Ruoti, Alan Davìd Baumann ricorda il nonno Alessandro

Lo scrittore e giornalista nel centro del potentino in occasione del Giorno della Memoria

“Se mio nonno Alessandro non fosse stato qui a Ruoti quasi sicuramente sarebbe stato deportato nei campi di concentramento e forse anche io non sarei qui”. Più o meno questo il senso delle parole di Alan Davìd Baumann che hanno incuriosito gli oltre 200 piccoli studenti dalla Primaria alla terza classe delle medie per “ricordare” il Giorno della Shoah con la testimonianza del nipote dell’ebreo Alessandro Baumann che fu internato a Ruoti dal ’40 al ’45.

E nelle parole tramandate dei ricordi sbiaditi del papà Alberto, che in quel periodo aveva circa cinque anni, riecheggia quello della famiglia Sileo, nei pressi della chiesa madre di Ruoti che accolse e aiutò il nonno Alessandro. Inizia con i nomi e i luoghi, il ricordo familiare quale “piccolo tassello dei sei milioni di altrettanti tasselli -afferma – che ricompongono la grande Storia con la “S” maiuscola”.

Dalla narrazione dello scrittore, giornalista Alan Davìd, arricchita da proiezioni di immagini prese dall’album dei ricordi della sua famiglia, è venuto fuori un percorso carico di pathos nella mattinata di ieri 31 gennaio al Polivalente “Tramutoli” di Ruoti dedicata alla Giornata mondiale della Memoria. Tanti flash per ricomporre una pagina drammatica della storia dell’umanità. “Avevo 13 anni quando durante una gita nei luoghi di Anna Frank incontrai un signore che mi strinse la mano e si presentò, era il papà Otto Frank – dice mentre gli occhi sgranati dei presenti lo ascoltano meravigliati -, mi vengono ancora i brividi nel rievocare quel momento”.

Il racconto di Baumann prosegue per attraversare le parole del papà Alberto che si intrecciano nella grande storia. Una pagina  emozionante quella dedicata alla madre, Eva Fischer. Una donna laureata all’Accademia delle Belle Arti, “Insieme alla madre e al fratello minore venne internata nel campo di Vallegrande (Isola di Curzola) sotto amministrazione italiana che non conobbe (Eva è lieta di dirlo) ferocia alla pari di quella nazista”. Una donna che è un grande personaggio artistico, porta il suo nome la Eva Fischer Foundation. E nelle immagini proiettate alcuni momenti che l’hanno immortalata con alcuni cari amici come Salvatore Dalì, Carlo Levi, Cesare Zavattini, Salvatore De Chirico, Gregory Pack, Alberto Sordi e Giovanna Ralli e lo stesso Picasso.

L’evento, promosso e organizzato dal Comune di Ruoti e dall’assessorato alla cultura in collaborazione con l’associazione “Recupero tradizioni ruotesi” ha coinvolto anche i sindaci di Balvano e Bella, Ezio Di Carlo e Leonardo Sabato, per Baragiano l’assessora Valentina Faraone, con le rispettive Scuole (I.C. di Ruoti, Balvano, Baragiano e Bella) del territorio nonché l’I.C. “don Milani” di Potenza con docenti e Dirigenti scolastici (Lorenzo Rispoli e Marcella Marsico), nonché il Direttore della biblioteca nazionale di Potenza, Luigi Catalani.

A fare gli onori di casa il primo cittadino Franco Gentilesca che ha aperto i lavori richiamando il senso e la necessità del “ricordare e di farlo insieme, non dobbiamo mai dimenticare – ha affermato- quanto è importante e vitale per le nostre comunità conoscere e capire la storia. Non si tratta di imparare delle date e dei nomi a memoria ma di trovare quella forza del bene e quei valori che hanno costruito Comunità capaci di vivere insieme nel rispetto di tutte le diversità”. Con il sindaco Gentilesca, la vice sindaca Maria Troiano e l’amministrazione comunale tutta nonché una rappresentanza di cittadini, oltre all’assessore alla cultura Felice Faraone che ha moderato l’intero evento.

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