Stellantis: da Melfi a Pomigliano trasferta con incentivo
Fino a 2400 euro, a quanto si apprende, per due mesi febbraio e marzo, su Tonale. Ma intanto dallo stabilimento campano, un lavoratore fa notare: “Qui ci sono 1300 colleghi ancora in Cassa integrazione e con pochi diritti. È normale?”
“La verità è che qui a Melfi siamo troppi – racconta un lavoratore della multinazionale – si stima che nel 2024 saremo 1500 in più di quanti ne servono, di qui la politica degli incentivi al licenziamento, ma anche gli incentivi alle trasferte”.
E così veniamo sul tema molto dibattuto nelle ultime settimane, tra i lavoratori, sulla linea di Melfi. L’azienda infatti cerca volontari per 2 mesi di trasferta, febbraio e marzo, incentivandoli con 2400 euro al mese, molto di più di quanto concesso in precedenza. In questa fase il cavallo che tira è Pomigliano, che ha fatto registrare nel 2022 un record di 34% in più di auto prodotte. Soprattutto Panda (125mila) ma anche Tonale (20mila). Ma è proprio il suv Tonale (Alfa Romeo) a richiamare oggi più forza lavoro con l’annunciata produzione di 350 auto su due turni (fonte il Meridiano).
Sempre a Pomigliano negli ultimi mesi quasi 3mila operai sono usciti dalla Cassa Integrazione. A conferma che le cose vanno bene. Resta però, proprio a Pomigliano, una zona d’ombra: 1300 lavoratori che galleggiano nel limbo della Cassa integrazione a rotazione. Meno diritti e lavoratori di serie b. A confermarcelo proprio un operaio di Pomigliano, che sottovoce ci dice: “Niente contro i colleghi di Melfi e Cassino che stanno arrivando qui in trasferta – mette in chiaro – però qui da noi chi lavora alla Panda per tanti anni ha vissuto la Cassa Integrazione e condizioni di lavoro meno vantaggiose di chi stava in Tonale”.
Nell’ultimo mese la situazione è cambiata. Quasi 3 mila lavoratori, dicevamo, hanno lasciato la Cassa, ma resta la piaga dei 1300 sfortunati. “Da quel che mi risulta – spiega il lavoratore di Pomigliano – si tratta almeno in parte di lavoratori rcl (a ridotte capacità) che si trovano sul fondo della piramide”. E fa un esempio: “Proprio sabato (ieri, n.d.r.) per la prima volta dopo decenni abbiamo fatto un turno di straordinario alla Panda, ma accanto a me c’erano colleghi in Cassa che lavoravano come giornata di recupero, non di straordinario. Si chiama discriminazione”.
La stessa discriminazione, ribadisce, “che abbiamo vissuto negli ultimi anni noi lavoratori di Panda rispetto ai più fortunati impiegati in Tonale”. Un “doppio binario”, che continua a serpeggiare nonostante i “numeri” confortanti dell’ultimo anno. Un tema, questo, che vede divisi, a Pomigliano, la Fiom, che non ha firmato gli accordi sulla Cassa a rotazione, e gli altri sindacati di categoria, ammaliati dal rilancio dello stabilimento campano. Tornando però ai trasfertisti, il lavoratore conclude: “Ma vi sembra normale pagare incentivi e trasferte per chi viene da Cassino e Melfi, mentre qui c’è ancora chi soffre e resta nel limbo della Cassa Integrazione?”. Una battaglia per la sopravvivenza che rischia di tenere in vita vecchie e mai sopite asimmetrie tra colleghi dell’automotive. Corsie preferenziali da un lato, e un parcheggio per veicoli lenti dall’altro.