Difendiamo la storia, gli storici e il professore Caserta

28 gennaio 2023 | 20:44
Share0
Difendiamo la storia, gli storici e il professore Caserta
Biblioteca Holland House dopo i bombardamenti tedeschi (RCHME Crown copyright)

La ricostruzione dei fatti del 21 settembre 1943 non può essere lasciata nelle mani di chi non ha alcuna dimestichezza con la metodologia della ricerca

Dopo la mia recensione al saggio di Giovanni Caserta “Dalla Cronaca alla Storia  il 21 settembre a Matera, 2008 edizioni BmgMatera, molti sono stati i commenti sui social del giornale, commenti talvolta anche molto aspri e risentiti, arrivando a dibattere i soliti argomenti provinciali della rivalità fra le due città capoluogo. La direttrice di Basilicata24, Giusi Cavallo, ha ricevuto una mail che aveva come oggetto: “Contro articolo per smentire le tesi revisionistiche errate del Professor Caserta con preghiera di pubblicazione” firmata da Francesco Salerno portavoce della Associazione Infrastrutture, servizi e mobilità nel Materano, e non si capisce a che titolo si occupa di storia, arrivando a scrivere addirittura di “revisionismo infondato sul 21 settembre 1943”.

Dopo averla letta con molta attenzione, insieme abbiamo ritenuto di non pubblicarla. In primo luogo, perché il mio non era un articolo ma una recensione al saggio dello storico Giovanni Caserta, e quello che veniva presentato come “Contro articolo” (?) riportava una ricostruzione del tutto fantasiosa e inesatta dei fatti del 21 settembre 1943 a Matera. Ma, soprattutto, perché le parole rivolte al prof. Caserta erano così offensive della sua correttezza professionale e della sua integrità che non potevamo favorirne la diffusione. A uno storico deve rispondere semmai un altro storico: chi, come il prof. Caserta, va a leggersi i documenti, sa raccogliere dati e informazioni, è disposto ad ascoltare i testimoni o i protagonisti dei fatti che s’intendono chiarire.

La storia, insomma, è cosa seria. E proprio perché è cosa seria non può essere ridotta a una contrapposizione fra opinioni, a scontro livoroso tra punti di vista che nulla hanno a che fare con la logica argomentativa che è propria dello storico.

La ricostruzione dei fatti storici non può essere lasciata nelle mani di chi non ha alcuna dimestichezza con la metodologia della ricerca, e pensa di cavarsela con delle battute o facendo leva su pregiudizi e su un substrato umorale che tende sempre a dare il peggio di sé. Abbiamo letto, in questi giorni, reazioni scomposte, frasi ingenerose e spesso offensive indirizzate al prof. Caserta, reo di aver fatto bene il suo mestiere: quello di porsi domande coraggiose e di aver dato risposte fondate sui fatti, su ciò che realmente è accaduto non solo in quel giorno – il 21 settembre – ma anche negli anni precedenti. Nessun pregiudizio, nessun intento provocatorio attraversa le pagine del suo lavoro e delle sue parole. La sola ricerca della verità: è così che si porta rispetto alle vittime, a tutte le vittime, della violenza e della guerra. Quella che dovrebbe essere un’etica del lavoro dello storico, cui Caserta ha aderito nel corso dell’intera sua vita di studioso e di educatore, è stata purtroppo messa a dura prova in questi anni, in particolare per la diffusione dei social media. Il web, lo sappiamo, è un luogo aperto, dove può scrivere chiunque, anche chi non ha alcuna competenza o strumenti professionali.

Non c’è da meravigliarsi, dunque, che quel “contro articolo (?)” sia stato pubblicato da un blog materano  che riporta, tardivamente ma correttamente, anche la mia recensione, dalla quale tutto è iniziato. Giovanni Caserta, storico materano, è stato invitato a rispondere, e non avendo mai smesso di esserlo e di sentirsi tale, il professore non si è sottratto. Generosamente, con la pacatezza che lo contraddistingue, ha risposto al signor Salerno: “Un conto è l’antifascismo, un conto è il falso storico, un altro conto è il dogmatismo” ribadendo e puntualizzato tutte le questioni dirimenti sul piano del giudizio storico, che io avevo già chiarito nella mia lunga e accurata recensione al suo saggio. E ne aggiunge di altri, altrettanto rilevanti.

Il professore chiude la sua risposta all’improvvido lettore, sig. Francesco Salerno, invitandolo a riflettere e sottolineando che “In verità, da come scrive, e da quel che di livoroso e offensivo aggiunge nei commenti, credo che al momento abbia bisogno solo di qualche lezione di lingua italiana e di buona educazione. Le sarà utile nella vita. “Agnosco stilum”. Della Resistenza credo che non abbia capito proprio nulla”.

E così scrivendo ha dato a tutti noi un’ulteriore lezione. Si studi la storia, prima di affidare a un blog, pertanto al mondo intero, la propria ignoranza, confidando sull’impunità che quel mondo tende, purtroppo, a garantire. Almeno fino a quando non prende la parola chi, come, il prof. Giovanni Caserta ha saputo tenere vive memorie e fonti altrimenti sepolte. Svolgendo pertanto una funzione importantissima, senza dismettere mai il suo ruolo di educatore e di divulgatore della nostra storia. E bene ha fatto: la storia non deve e non può essere dimenticata, offuscata o peggio ancora rovesciata a proprio uso e consumo. Noi tutti ne abbiamo bisogno per sapere da dove veniamo e, soprattutto, per essere orientati nel cammino che abbiamo intrapreso, o che intendiamo intraprendere.

Per questo, mi rivolgo a lui con senso di gratitudine, e lo ringrazio, anche a nome di tutti i lucani che non vogliono più far finta di nulla. A nome di chi non ha più paura di conoscere la propria storia. A chi giova l’ignoranza? *Graziella Salvatore, sociologa