Rionero, due passi su ‘via della monnezza’
Angoli di bruttezza si aprono su quella che per molti è la via del jogging mattutino. Uno spettacolo deplorevole che si ripete ciclicamente, nonostante i cartelli indichino la presenza di telecamere. Sono davvero attive?
Una vecchia stampante, sacchi neri pieni di detriti, e persino un wc abbandonato a cielo aperto. Siamo a Rionero, sulla strada che, nell’interno, conduce dal Palazzetto dello Sport (un vecchio simulacro anch’esso) alla zona artigianale, area nota come Fontana 61. Nella foto si staglia, nella parte alta, il monte Vulture, una specie di monumento alla natura, e che oggi ricade anche nel Parco del Vulture. Nella parte bassa della foto, a pochi chilometri dal ‘Vulture’, si incrocia invece questo scempio. Questa discarica a cielo aperto che pare risorgere continuamente dalle sue stesse ceneri. A niente sono valse, finora, le ripetute denunce a mezzo stampa. E a niente è valso anche il fatto che sia una zona videosorvegliata, come si evince dalle immagini. Qui continua a piovere di tutto. Vecchio retaggio di una sparuta minoranza di cittadini che non solo non si è piegata alle regole della raccolta differenziata, ma che pare infischiarsene anche della videosorveglianza. A poche centinaia di metri, al di sotto di un fossato, la situazione è addirittura peggiore. Spesso un gruppo di giovani volontari tenta di ripulire tutto. Ma non serve a niente.
LA SINDROME DI MONTICCHIO E’ un po’ come la sindrome di Monticchio, ovvero il colpo d’occhio che storicamente si apriva nella perla del Vulture all’indomani delle pasquette e dei ferragosto. “I soliti baresi”, si era soliti dire da queste parti davanti al disastro di rifiuti in riva al lago dopo le scampagnate selvagge. In questo caso la sindrome di Monticchio è dentro il paese. Non c’entrano niente “i soliti baresi”, capri espiatori tanto presenti nella vulgata locale. In questo caso, infatti, è inciviltà autoctona, autoprodotta. E’ il segno di un vizio antico che qualcuno, impunemente, continua a perpetrare.
VIA DELLA MONNEZZA E così quella che per molti è la via del jogging mattutino, sempre più spesso diviene invece un tour imbarazzante tra rifiuti di ogni genere, che crescono ciclicamente. Perché non cambiare la toponomastica e denomiarla, apertamente, via della monnezza? Peccato per qual Vulture, che dall’alto giganteggia. Peccato per quella visuale, imbruttita da una monnezza che sopravvive davanti all’impotenza collettiva. Se esiste davvero una videosorveglianza, come si evince dai cartelli, forse non è arrivato il momento di porre fine a questo spettacolo indecoroso che ormai anche gli occhi si sono abituati a guardare come se fosse un fatto normale? Non è affatto normale, è deplorevole.