Povertà, Caritas: nella Diocesi di Potenza è sempre più diffusa

15 dicembre 2022 | 10:57
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Povertà, Caritas: nella Diocesi di Potenza è sempre più diffusa
La presentazione del Rapporto Caritas 2022 a Tito

Presentato il Rapporto 2022 della Caritas diocesana

Nella diocesi di Potenza “di fatto la povertà colpisce sempre di più i giovani e le persone in età lavorativa, assumendo un carattere diffuso e trasversale”. A dirlo è il Rapporto 2022 della Caritas diocesana, presentato ieri, 14 dicembre, a Tito.

Nel 2021 i 24 Centri d’Ascolto,  presenti sul territorio, hanno incontrato e sostenuto 2559 famiglie, tra queste il 46% non si era mai rivolto prima alla Caritas. Risulta molto difficile delineare un profilo specifico o caratteristiche sociali definite in quanto, soprattutto la prima metà dell’anno è stata fortemente influenzata dai problemi economici e sociali indotti dall’emergenza sanitaria, caratterizzando fortemente buona parte dei percorsi di sostegno promossi attraverso interventi temporanei e frammentati, quasi in contrapposizione rispetto alla continuità nella presa in carico di tutte quelle persone con lunghe storie di assistenza e sostegno.
Resta pressoché invariato il dato relativo alla nazionalità delle persone incontrate, da sempre in controtendenza rispetto a quello nazionale: l’85,7% è infatti di nazionalità italiana, la presenza di stranieri si conferma solo in specifiche zone della diocesi o in quartieri della città capoluogo.
Tra le caratteristiche socio-anagrafiche che invece evidenziano cambiamenti rispetto a quanto rilevato nel 2020, vi è l’incremento delle donne che nello scorso anno si sono rivolte ai CdA Caritas, che rappresentano il 54% (nel 2020 erano il 47%), resta stabile il dato relativo allo stato civile: il 38,9% delle persone incontrate è coniugato e due persone su tre dichiarano di avere figli, cresce il numero di famiglie con figli minori che rappresentano il 45,7%, evidenziando come gli effetti della crisi economica causata dalla pandemia abbiano prodotto un impatto preoccupante sui nuclei più giovani.
Continuano infatti ad aumentare le persone sostenute nella fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni che sono oltre il 9% (nel 2020 erano meno del 7%) e di contro, diminuiscono ulteriormente gli ultra75enni 7 Caritas Diocesana Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo (appena 1,9%), mentre la classe di età maggiormente colpita resta quella tra i 45 e i 54 anni (28,6%), di fatto la povertà colpisce sempre di più i giovani e le persone in età lavorativa, assumendo un carattere diffuso e trasversale.

Viene inoltre tristemente confermato il legame tra il basso capitale formativo e la vulnerabilità economica e sociale: il 60,4% delle persone ascoltate nel 2021 possiede solo la licenza media, i diplomati invece rappresentano il 20,6%, questo dato interroga molto e aiuta a delineare con maggiore chiarezza i fattori di rischio che hanno acuito gli effetti economici e sociali della pandemia.
A differenza di quanto mappato nel 2020, infatti, nonostante lo scorso anno sia stato fortemente caratterizzato dall’ascolto e la presa in carico di persone e famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria, si registra un crollo del livello di istruzione, evidenziando come i deficit formativi, a volte correlati a posizioni occupazionali poco qualificate e precarie, abbiano amplificato e prolungato gli effetti della crisi sociale innescata dal Covid per molte famiglie.

La frammentazione e la rapida evoluzione del contesto sociale delineano anche nella mappatura dei CdA Caritas delle specifiche peculiarità in relazione ai bisogni espressi dalle persone incontrate, assumono una valenza centrale quelli legati all’occupazione, anche se per la prima volta vengono declinati in modalità inedite. Nel 2021 infatti, i bisogni relativi al lavoro precario e alla sottoccupazione hanno riguardato il 21,5% delle famiglie incontrate (nel 2019 erano appena l’8%), il tema del “lavoro povero” inizia ad essere intercettato in modo strutturale dalle Caritas, sgretolando l’assunto culturale, spesso predominante sul territorio, secondo il quale la povertà sia esclusivamente causata dalla mancanza di lavoro; in realtà i rapidi cambiamenti sociali ed economici che si stanno susseguendo, evidenziano delle fragilità legate alla sfera occupazionale che concorrono ad acuire o comunque ad accelerare uno sviluppo trasversale del fenomeno.

I bisogni riferiti all’occupazione mappati dai CdA, infatti, tratteggiano una condizione di grande vulnerabilità, se si considera che l’11% delle famiglie incontrate ha manifestato problemi legati al licenziamento e alla perdita del lavoro e che in quasi un nucleo familiare su tre, uno o più componenti svolgono lavori irregolari: il lavoro nero, quindi, continua a rappresentare una vera e propria strategia di sopravvivenza.

Strettamente legati ai bisogni occupazionali, sono quelli della condizione reddituale: il 77,5% delle famiglie ha un reddito insufficiente, molto preoccupante diventa il tema dell’indebitamento che sta assumendo carattere sistemico, nel 2021 ha riguardato il 18,5% delle persone incontrate. Si conferma di conseguenza, il trend delineato nello scorso anno in relazione a forme di indebito legate alla gestione dell’abitazione e per i lavoratori autonomi, alla propria attività. Il cortocircuito economico creatosi con l’emergenza sanitaria ha quindi avuto un impatto considerevole su un territorio già fragile e rischia di produrre nel medio periodo effetti ulteriormente preoccupanti.

Tutta questa complessità riferita alla precarietà economica ed occupazionale, si connette ai bisogni della sfera relazionale e alla mancanza di reti sociali di protezione: la solitudine e i problemi psicologici e relazionali colpiscono oltre la metà delle persone incontrate, delineando i tratti di una vulnerabilità che investe ogni aspetto della vita.

Un momento della presentazione del Rapporto Caritas

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