Potenza, il carcere minorile “messo a ferro e fuoco”
Aggrediti e feriti due agenti della Polizia penitenziaria
Tre detenuti minorenni hanno completamente messo a soqquadro il carcere minorile di Potenza, ieri 4 dicembre. Intorno alla 19,40 i detenuti hanno inscenato una manifestazione di protesta provocando dei danneggiamenti. Barricati all’interno delle celle hanno invitato gli altri carcerati a seguirli nella protesta.
Il personale di polizia penitenziaria è intervenuto a sedare la rivolta e due agenti sono stati aggrediti riportando ferite guaribili dai tre ai sette giorni. Alcuni detenuti avrebbero problemi psichiatrici.
La notizia diffusa stamane da Leo Beneduci segretario generale O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) secondo il quale ieri sera il carcere è stato messo a ferro e a fuoco. “Il nodo del carcere minorile di Potenza – dichiara Beneduci – è che non può assolutamente accogliere detenuti con problemi psichiatrici in considerazione del fatto che è completamente assente un servizio psichiatrico quotidiano tanto che lo psichiatrica, unico titolato, interverrebbe ogni quindici giorni per poco più di un’ora”.
“Quel che è successo ieri conferma quel che avevamo detto per spiegare la nostra scelta di disertare la Cerimonia regionale della Polizia Penitenziaria di Potenza: per la Polizia Penitenziaria non c’è nulla da festeggiare e la situazione delle carceri per minori sta tornando a livelli allarmanti senza vedere gli auspicati provvedimenti correttivi”, spiega il segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Saverio Brienza.
Brienza, che ha già espresso ai due poliziotti feriti la solidarietà del SAPPE, evidenzia che “qui ogni giorno c’è un evento critico ed il personale di Polizia Penitenziaria svolge il servizio con grande professionalità, ma la situazione è grave. Su 16 posti letto per detenuti quelli occupati sono 14, metà dei quali psichiatrici, con tutto quello che questo che questo comporta. Cosa si aspetta ad assumere quei provvedimenti urgenti e non più rinviabili per l’IPM di Potenza?”.
Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, torna a denunciare “come la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza delle carceri del Paese. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ed è grave che, pur essendo a conoscenza delle problematiche connesse alla folta presenza di detenuti psichiatrici, le Autorità competenti non sia ancora state in grado di trovare una soluzione. Ogni giorno nelle carceri italiane, per minori e adulti, succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Anche la gestione dei detenuti con problemi psichiatrici, che hanno invaso le carceri dopo la chiusura degli O.P.G., merita attenzione ed una urgente e compiuta risoluzione. Certo è che la loro presenza ha fatto aumentare il numero degli eventi critici nelle carceri”.
“A nostro avviso sarebbe importante rivedere il modello custodiale in atto”, conclude Capece. “Fondamentale sarebbe eliminare l’ozio nelle celle. Altro che vigilanza dinamica. L’Amministrazione Penitenziaria e quella della Giustizia minorile e di Comunità non hanno affatto migliorato le condizioni di vivibilità nelle celle, perché ad esempio il numero dei detenuti che lavorano è irrisorio rispetto ai presenti, quasi tutti alle dipendenze del Dap in lavori di pulizia o comunque interni al carcere, poche ore a settimana”. Il SAPPE si rivolge quindi “al Guardasigilli Carlo Nordio di trovare una soluzione urgente ai problemi penitenziari di Potenza, di tutta la Basilicata e dell’intero Paese. Servono interventi concreti, non i tagli ipotizzati in Finanziaria per il sistema carcere”.