Una mamma piange il figlio che non può seppellire
Questa è la storia del giovane Yasser, sbarcato clandestinamente in Italia in cerca di una vita migliore per morire senza speranza in circostanze ancora da chiarire
Yasser, ragazzo tunisino morto a 26 anni, arriva in Italia nell’estate del 2021, a bordo di una barca di fortuna, insieme ad altri immigrati in cerca di speranza. Non ha documenti, raggiunge clandestinamente Martinsicuro in Abruzzo. Qui, chissà per quali tragiche circostanze, ancora da chiarire, sarebbe finito nel vortice della droga. In quel maledetto 9 luglio del 2022, alle ore 2,55, in piena notte, viene prelevato davanti a un bar dall’ambulanza del 118, giunta sul posto dopo una chiamata, e trasportato nell’ospedale di Giulianova. Qui viene sottoposto alle prime cure in pronto soccorso, “ma non c’è posto in terapia intensiva”. In prima battuta i carabinieri riferiscono che gli accertamenti effettuati sul ragazzo riscontrano un’overdose di oppiacei e cocaina. Nelle ore a seguire il paziente viene trasferito in emergenza nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Atri, dove morirà alle 11,15. I militari della stazione di Atri sapranno del decesso alle 19,50 informati da una dottoressa del reparto.
Dell’avvenuto decesso viene informata, intorno alle 21, la pm del Tribunale di Teramo, Silvia Scamurra la quale dispone che la salma venga messa a disposizione della magistratura. I militari della stazione di Martinsicuro, l’11 luglio, prendono contatti con un tunisino conoscente di Yasser, il quale provvede ad avvisare i parenti del ragazzo. Il fratello Alì, residente in Francia, si mette in viaggio e raggiunge la caserma dei carabinieri il giorno dopo, 12 luglio.
Lo stesso giorno Scamurra apre un fascicolo, modello 44, a carico di ignoti, con l’ipotesi dei reati di cui agli articoli 596 (morte o lesioni come conseguenza di altro delitto, ossia delitto doloso) e 589 (omicidio colposo) del codice penale. Persone offese: i prossimi congiunti di Yasser.
Il verbale del pronto soccorso
Il verbale del pronto soccorso dell’ospedale di Giulianova riporta una diagnosi in prognosi riservata di “edema polmonare acuto in overdose da sostanze; neutropenia grave edema polmonare acuto non specificato”. Il paziente viene dimesso alle 6,25 per trasferimento nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Atri. Yasser sarebbe stato protagonista di precedenti accessi al pronto soccorso di Giulianova per abuso di eroina. Morirà, come abbiamo detto, alle 11.15 nell’ospedale di Atri. Per quanto siamo riusciti a capire, Yasser prima di arrivare in Italia, non avrebbe mai abusato (e forse non avrebbe mai fatto uso) di stupefacenti.
La traslazione della salma per l’autopsia
Il 12 luglio il pm Scamurra dispone la traslazione della salma nell’ospedale di Teramo per l’espletamento dell’autopsia. Il 13 luglio viene incaricato Pietro Falco, del reparto di medicina legale di Pescara, ad effettuare tutti gli accertamenti autoptici sulla salma del defunto. L’incarico per gli esami tossicologici viene affidato al consulente tecnico Fabio Savini direttore della Farma-Tossicologia dell’ospedale di Pescara.
I parenti di Yasser, con delega a Zbidi Naceur, rappresentante della Comunità tunisina nelle province di Teramo e Ascoli Piceno, hanno, naturalmente, la facoltà di nominare consulenti tecnici di loro fiducia, ma nel fascicolo non ci sono documenti che confermano la nomina di periti di parte.
I quesiti posti dalla procura ai consulenti tecnici
“Previo esame degli atti processuali e dopo aver proceduto all’esame autoptico sul cadavere di Yasser, al prelievo di organi o parti di organi, tessuti e liquidi biologici e agli opportuni esami di laboratorio, dicano i Consulenti Tecnici quale sia l’epoca della morte del predetto, quale la causa di essa e quali i mezzi che l’hanno prodotta. Eseguano altresì gli opportuni esami chimico-tossicologici sui tessuti ed organi prelevati in sede di accertamento autoptico, specificando – qualora venga evidenziata la presenza di sostanze alcoliche e/o stupefacenti o psicotrope – quantità/qualità delle medesime, illustrandone le proprietà tossiche, il tempo e le modalità di assunzione e gli effetti di carattere fisico e psichico che dall’assunzione siano derivati…”
Le operazioni peritali inizieranno il 14 luglio alle ore 8.30 nell’obitorio di Teramo. I consulenti chiederanno i canonici 60 giorni per completare l’incarico.
A 4 mesi dall’autopsia la salma di Yasser è ancora nell’obitorio
Lo stesso giorno dell’inizio delle operazioni peritali il ministero degli Esteri tunisino attraverso il Consolato a Roma scrive al pm di Teramo per chiedere il rilascio del nulla osta all’espatrio della salma, al fine di permettere l’avvio delle procedure per il rimpatrio. Nella stessa missiva il Console aggiunto Mhosen Kheder, chiede copia del fascicolo non appena conclusa l’inchiesta. Il Consolato a quella data, il 14 luglio, aveva già incaricato una ditta di onoranze funebri ad espletare le formalità per il rimpatrio della salma via aerea Roma-Tunisi.
Il pm lo stesso giorno risponde che “trattandosi di decesso verificatosi in circostanze di certa rilevanza penale, non è possibile allo stato concedere il nulla osta fino all’esito degli accertamenti autoptici”. Anche l’avvocata della famiglia in data 21 luglio chiede il nulla osta al seppellimento della salma. Nulla di fatto.
Il problema, per la famiglia di Yasser, in particolare per la madre, è che da 5 mesi aspettano la degna sepoltura del ragazzo. La madre è ormai disperata, vorrebbe una tomba su cui piangere e pregare. Qui un suo intervento nella televisione tunisina che si è interessata al caso. Clicca
Le domande aperte
È evidente che l’ipotesi della Procura riguarda l’omicidio colposo o delitto doloso a carico di ignoti che avrebbero procurato le sostanze a Yasser. Probabilmente si sta indagando su eventuali altre circostanze al momento oscure che avrebbero potuto provocare la morte del ragazzo. Magari si indagando negli ambienti dello spaccio e dello sfruttamento dei clandestini. Nessuno lo sa. Neanche l’avvocata della famiglia di Yasser – da noi contattata – ha informazioni sui risultati dell’autopsia e sul perché la relazione dei consulenti tecnici non è ancora disponibile.
Tuttavia se si tratta di overdose, come sembra dai referti medici, è così complicato eseguire un’autopsia? Se si tratta di overdose è così complicato eseguire gli esami tossicologici? C’è ancora bisogno di tenere la salma chiusa nell’obitorio di Teramo? Oppure la salma è custodita altrove? Sono domande alle quali la Procura probabilmente, per obbligo di segretezza delle indagini, non potrebbe rispondere. Noi le facciamo, semplicemente perché una mamma piange a distanza un figlio che vorrebbe fosse seppellito dignitosamente nella sua città. Yasser aveva due tatuaggi: sul dorso della mano sinistra la parola Famille, mentre sul polso della stessa mano il nome di Naziha. Probabilmente amava la sua famiglia e amava sua madre Naziha, appunto.