Basilicata: Vogliamo una sanità di qualità

19 novembre 2022 | 13:27
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Basilicata: Vogliamo una sanità di qualità
Alcuni momenti della manifestazione
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Basilicata: Vogliamo una sanità di qualità

Oggi sindacati, cittadini e sindaci hanno manifestato sotto la Regione a Potenza

Nonostante la pioggia cittadini, sindaci e sindacati si sono riuniti nel piazzale antistante la Regione Basilicata, a Potenza, per la manifestazione promossa da Cgil, Cisl e Uil per evidenziare le criticità della sanità regionale dal titolo “Sanità. Se non la curi non ti cura”.

“Questa grande partecipazione di oggi è per tutti noi un messaggio importante di speranza. Un segnale della presenza di un’altra Basilicata; la Basilicata delle persone, di uomini e donne che vogliono costruire il proprio futuro. Lo vogliono costruire adesso, con la partecipazione e il confronto; tutti insieme per ridare dignità alla sanità lucana e riaffermare il diritto alla salute”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa, intervenendo oggi a Potenza alla manifestazione.

“Un diritto alla salute – ha detto Summa – ormai negato da questo governo regionale che in tre anni di immobilismo, mediocrità e insipienza ha portato il nostro sistema sanitario al collasso. Le nostre strutture ospedaliere e territoriali sono senza personale, senza medici, con reparti chiusi e rete territoriale smantellata. Il nostro sistema sanitario è giunto a un grado di inefficienza ed inefficacia non più tollerabile. Tante sono le criticità e le disfunzioni che si scaricano sulla condizione di vita e di salute dei cittadini lucani. È venuta meno la centralità del sistema articolato nelle funzioni di prevenzione, cura e riabilitazione”.

Dal palco allestito davanti alla sede della Regione Basilicata, in viale Verrastro, gremita di manifestanti nonostante la pioggia, Summa ha denunciato “una situazione di gravissimi ritardi, ai limiti della paralisi, nell’adozione di scelte strategiche, tra le quali l’adozione del Piano socio-sanitario e di un conseguente piano di azione di revisione dell’assetto della rete ospedaliera e territoriale, anche alla luce delle scelte operate nell’ambito delle missioni 5 e 6 del Pnrr. Il territorio è stato privato di strutture ospedaliere e socio-assistenziali. Gli ospedali sono stati depauperati dei medici ma, la situazione più assurda e grave, è che i cittadini lucani sono stati privati del loro diritto più importante, quello di potersi curare”.

“In questa situazione drammatica – ha concluso il leader della Cgil lucana – occorre rimettere al centro la qualità delle cure, i presidi territoriali, l’integrazione sociosanitaria. Bisogna attuare una revisione profonda dell’assetto dei servizi perché troppe sono le emergenze che rendono quasi inaccessibile il diritto alla salute specie da parte delle categorie sociali più fragili, dei malati cronici e oncologici, degli anziani.

“Il sindacato lucano, con la grande manifestazione di oggi, ha messo in piazza idee e proposte per salvare la sanità lucana. Il Presidente Bardi e l’assessore Fanelli aprano immediatamente un confronto, senza formalismi, per discutere di un piano di programmazione della sanità regionale che non può più aspettare”. Lo ha detto il segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli nel suo intervento alla manifestazione.

“I lucani – ha aggiunto – non possono più attendere; la Basilicata chiede oggi delle risposte urgenti, chiede una “rappresentanza politica” degna di tale mandato, che faccia gli interessi delle persone, che le protegga, e che assuma la responsabilità di superare le disuguaglianze territoriali che separano la Basilicata (e il Mezzogiorno) dal resto del Paese”.

Poi con il dito puntato contro il Palazzo di via Verrastro di fronte al palco il segretario della Uil ha detto: “pensate meno alle poltrone e più alle persone. E se le cose non cambieranno sappiate che questo è solo l’inizio”. Tortorelli ha citato alcune cifre, le più significative, del “disastro della sanità regionale”: la spesa della Regione per i lucani che si curano fuori ammonta a 100 milioni di euro sottratti a potenziare i nostri servizi sanitari; sono 141mila lucani che nel 2019 hanno rinunciato o ritardato le cure per problemi economici, per problemi di trasporto e per la lunghezza delle liste.

Il segretario della Cisl, Cavallo ha puntato il dito contro il modello dei grandi ospedali: “È di tutta evidenza che la sanità lucana, anche in ragione dei cospicui investimenti previsti dal PNRR, necessita di una profonda opera riformatrice che metta al centro i bisogni di salute del cittadino, dalle liste di attesa alla medicina territoriale, e assicuri la piena trasparenza dei processi decisionali e degli appalti. Già l’emergenza sanitaria, che in troppi hanno già dimenticato, aveva evidenziato la necessità di riorganizzare l’assistenza al cittadino garantendo una presenza territoriale e capillare quanto più possibile di presidi, non solo ospedalieri. Anche sulla scorta delle criticità emerse durante la fase più acuta della pandemia, è urgente rivedere il paradigma che ha fin qui dominato la politica sanitaria nella nostra regione. Il modello centrato sui grandi ospedali in una regione geograficamente complessa e con ampie aree difficilmente accessibili non poteva funzionare e di fatto possiamo dire senza tema di smentita che non ha funzionato. Col paradossale risultato che oggi non abbiamo né la medicina di eccellenza nei grandi ospedali, né la medicina territoriale. Occorre perciò ripartire dal territorio e dalla medicina territoriale come baricentro di una nuova architettura che mette al centro i bisogni di salute di una società sempre più anziana e sempre più fragile”

Unanime dai tre sindacati l’appello al governo regionale ad ascoltare la piazza e aprirsi al confronto, “non ci fermeremo, continueremo a lottare per garantire il diritto alla salute”.