Matera, malato di Sla e suo figlio vittime di una beffa burocratica

18 novembre 2022 | 11:17
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Matera, malato di Sla e suo figlio vittime di una beffa burocratica

La denuncia pubblica di Antonio: ” Mio padre infermo, è tenuto in vita dagli ausili a cui è attaccato e per ovvie ragioni non può fare quello che l’Inps, paradossalmente, chiede”

Ci sono complicazioni burocratiche che rendono più difficile la vita di una persona disabile e dei loro familiari. Antonio, nome di fantasia, è il figlio di un 74enne della provincia di Matera malato di Sclerosi laterale amiotrofica (Sla). L’Inps ha riconosciuto al padre di Antonio un’infermità non più revisionabile a norma di legge. A sancire la gravità della malattia è la stessa Commissione Medica dell’Inps secondo cui l’uomo è “invalido con necessità di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita”.

Antonio ha fatto domanda per usufruire dei permessi lavorativi, previsti dalla legge 104/1992 per assistere suo padre. In pratica,- racconta- la domanda è stata respinta in quanto carente di un’auto certificazione a firma del disabile o del tutore. Insomma, il disabile non può firmare un’autocertificazione proprio perché disabile ed è strano che debba autocertificare qualcosa già certificata dall’Istituto.

Alla richiesta di spiegazioni – dice Antonio – nel corso di una chiamata al call center dell’Inps mi è stato risposto “il funzionario non si prende la briga di andare a controllare. Eppure -aggiunge-basterebbe consultare la banca dati per vedere che mio padre ha una disabilità grave riconosciuta dalla commissione medica dello stesso Istituto. La Sla lo ha reso infermo, è tenuto in vita dagli ausili a cui è attaccato e per ovvie ragioni  non può firmare l’auto certificazione. Allo stesso tempo mio padre non ha un tutore che possa firmare al posto suo. Questa eventualità non l’avevamo considerata pensando che non servisse. Certamente comporterebbe un ulteriore aggravio burocratico a fronte del fatto che mio padre è riconosciuto dall’Inps disabile grave.

Ed è proprio su quanto possa essere pesante doversi approcciare con una burocrazia che complica anziché semplificare che Antonio ha deciso di raccontare questa sua esperienza. Ho chiesto un vostro intervento-prosegue ancora- per sensibilizzare sulle difficoltà burocratiche che si incontrano relazionandosi con aziende sanitarie, Inps e che riguardano tanti disabili e anziani. Io prendo le ferie, l’azienda per cui lavoro non mi crea difficoltà in questo, ma chi non ha la mia stessa possibilità, come fa? E vogliamo parlare poi dei presidi medici per i disabili? Un calvario anche in questo caso. Noi siamo ancora in attesa di una tavoletta che aiuti mio padre a comunicare con gli occhi.

Antonio non ha ovviamente intenzione di arrendersi, nei prossimi giorni si recherà personalmente negli uffici dell’Inps a Matera per risolvere la questione, resta però l’amarezza: “Oltre alla disgrazia della malattia e al dolore che essa provoca dobbiamo subire questa ulteriore mortificazione. Avrei potuto firmare al posto di mio padre e nessuno se ne sarebbe accorto. Ma non ho ritenuto giusto farlo. Il mio è un grido di sofferenza”.