La sanità lucana tra l’incudine e il martello: due facce della stessa ipocrisia

19 novembre 2022 | 19:47
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La sanità lucana tra l’incudine e il martello: due facce della stessa ipocrisia
Bardi e Pittella (Foto de Il Quotidiano del Sud)

I problemi delle persone in carne ed ossa sono fuori dai radar del buon senso: si fa solo rumore

Oggi, 19 novembre, nella manifestazione sulla sanitàorganizzata dai sindacati, è stato rivendicato l’ennesimo “patto per la salute” ignorando i soliti patti, intese, accordi, già rivendicati e già stipulati in passato senza che nulla sia cambiato. Abbiamo ascoltato dal palco rivendicazioni stratosferiche per una sanità megagalattica. Rivendicazioni rivolte a chi di sanità, diciamolo, non capisce nulla. Pochi giorni fa la manifestazione delle strutture private accreditate: altre rivendicazioni, altre soluzioni più prosaiche certo, ma che dovrebbero confliggere con quelle della piazza di oggi.

Dunque c’è chi la vuole cotta, chi la vuole cruda e chi la vuole al sangue.  Chi vuole l’ospedale sotto casa con medici specialisti di alto rango professionale, dotato di attrezzature e presidi di avanguardia tecnologica e c’è chi spinge per la specialistica privata e per le cliniche private o per i grandi ospedali. Tutti vogliono tutto senza ottenere mai nulla. Una cosa è certa, la confusione è eccessiva.  Oggi i sindacati hanno chiesto impegni marziani ad amministratori regionali che hanno già dimostrato inadeguatezza, incapacità, incompetenza persino nelle cose terrestri. Hanno proposto soluzioni per il prossimo millennio a una Giunta regionale al capolinea. E allora cos’è tutto questo se non retorica? Se non rumore?

Il sindacato fa il suo mestiere, ha il dovere di rivendicare, di protestare, di proporre. Tuttavia ai cittadini oggi basterebbe la soluzione ad un problema: l’abbattimento delle liste di attesa. Alle tecnologie, all’intelligenza artificiale, ai corsi di alta formazione, all’eccellenza dei grandi ospedali o alla dignità dei piccoli, a tutto il resto, ci si potrebbe pensare un attimo dopo: quando ci sarà un governo regionale. Ai cittadini, nell’immediato, basterebbe un sistema informatico sanitario che funzioni, basterebbe che le strade di accesso ai presidi sanitari siano decenti, che le ambulanze abbiano un medico a bordo, che le visite specialistiche non siano rinviate alle calende greche e che nei paesi ci siano i medici di base. È il minimo sindacale. Ecco, su questo minimo sindacale, su queste emergenze esiste una proposta che non riguardi il prossimo decennio?  Non gli slogan o i titoli, ma proposte tecniche in grado di risolvere i problemi di oggi che, vorremmo ricordare, sono gli stessi di ieri, dell’altro ieri e dell’altro ieri ancora, nonostante patti, intese, accordi, contratti, manifestazioni. Nonostante “il cambiamento e quelli di prima”. Si parla di trasparenza nelle nomine eppure, quando un primario ha confessato pubblicamente un concorso patacca all’ospedale san Carlo di Potenza, nessuno ha aperto bocca. Viva la coerenza nel retrobottega delle coscienze. Clicca qui per rivedere il concorso patacca.