Stellantis Melfi, Operaio dell’indotto: “Niente lavoro domattina”

6 ottobre 2022 | 21:25
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Stellantis Melfi, Operaio dell’indotto: “Niente lavoro domattina”

Il limbo doloroso dei lavoratori ai quali la conferma della giornata sulla linea arriva alle 20 della sera prima per l’alba della mattina seguente. “Siamo ultimi tra gli schiavi”

Sono le 19 di questa sera giovedì 6 ottobre e Pasquale, operaio dell’Indotto Stellantis riceve un breve messaggio WhatsApp mentre passeggia nella piazza del paese. “Forse facciamo due mattine di lavoro, venerdì e sabato, ma non è sicuro”, gli ha appena comunicato un collega con un vocale. Pasquale non sa se essere felice o se disperarsi. Già, perché “lavorare va bene, ma essere portati in canzone come negli ultimi giorni ti toglie dignità e ti fa sentire uno schiavetto inutile”. È così che funziona. “Se lavorano l’indomani i colleghi alla Stellantis in genere chiamano anche noi che ancora e per ora gli portiamo i pezzi”, spiega. Nel frattempo arriva un suo amico proprio della Stellantis a cui poco prima è arrivato un messaggino e domattina scenderà al lavoro. Pare rincuorarsi Pasquale. Allora “è fatta”, sembra dirti con lo sguardo, all’improvviso felice. Poi però ricorda altre serate simili e si fa più cauto.

“Ma possono avvisarti alle 20 che la mattina dopo devi scendere in fabbrica?” Alcune volte succede che ad un primo messaggio informale, delle 19, entro le 20 arriva un messaggino di conferma che la mattina dopo si lavora. “A me il calendario segna viola domani (senza lavoro, n.d.r.) ma se mi chiamano devo comunque andare anche se non era previsto”, chiarisce. Solo qualche giorno fa è andata proprio così. “Ad ogni modo non è normale – aggiunge indignato – non è che a distanza di 9 ore dal turno mi puoi precettare come se non avessi una mia vita, una famiglia, degli impegni. In questo modo la testa se ne va, giri a vuoto e perdi il contatto con la realtà, con te stesso e chi ti circonda”. È un lamento comprensibile, il suo. Anche perché è un lavoratore dell’indotto, e già da alcuni mesi girano brutte voci sulle possibili ‘internalizzazioni’ delle produzioni tutte nella fabbrica principale (Stellantis) a discapito proprio degli operai che ruotano intorno all’indotto di S. Nicola di Melfi. Insomma una brutta aria che non porta certezze e che spinge a vivere come in un limbo, privo di garanzie visto che almeno 100 suoi colleghi di sventura, nell’Indotto, sono lì lì per perdere il contratto e il posto.

“Falso allarme, domattina resto a casa” Ma proprio mentre discutiamo delle sventure passate, presenti, e delle incertezze future, ecco che arrivano le 19:45. E l’orario spartiacque. Di solito non oltre le 20, capita spesso, che all’Indotto nelle ultime settimane ti dicono se devi scendere o meno. E il fatidico messaggino arriva. Dopo averlo letto, Pasquale fa dei segni col capo che sono inequivocabili. Lo sguardo si fa cupo. “Mi hanno appena avvisato, domattina non devo scendere, e chissà quando mi chiameranno”. Domani sera sarà la stessa scena. Al di là dei calendari settimanali, che ormai valgono quanto i numeri al lotto, le chiamate last minute si attendono alle 20 della sera per la mattina seguente. “Neanche fossimo schiavi, neanche fossimo gli ultimi tra gli schiavi” è il suo ultimo sfogo. Pasquale saluta, sconsolato, e se ne torna a casa. Silenzioso. Sguardo proiettato già a domani sera, quando tornerà a girare la ruota della fortuna. Un “lotto alle 8” che questa sera non gli ha portato bene.