Stellantis Melfi: “Lo smantellamento è solo agli inizi“

29 ottobre 2022 | 16:19
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Stellantis Melfi: “Lo smantellamento è solo agli inizi“

La voce di un operaio di Melfi dopo l’annuncio di altri 300 esuberi ‘su base volontaria’ e con incentivo, entro fine anno. “Il colpo di grazia ci sarà il prossimo anno. Siamo sempre più disillusi, stiamo tirando a campare, mentre chi sta sopra di noi ci fa cuocere a fuoco lento”

“La settimana scora tra di noi si vociferava di una fuoriuscita con oltre100mila euro, ma era solo una bufala. Al netto sono 57 mila euro”, esordisce un lavoratore che conosce bene le dinamiche aziendali. E aggiunge: “Sindacati e azienda sono già d’accordo da un anno e mezzo. Turni massacranti e a singhiozzo, fuoriuscite con esodo già programmate e cifre già previste. Entro fine anno ci saranno 300 operai in meno, di cui 100 già hanno dato il loro consenso. In 800, poi, già se ne sono andati”. Ma questa è solo una parte di ciò che ci racconta. Il resto si annida nel non detto, nei dettagli. “Chiedetevi come mai non ci sono limiti di età per i licenziamenti con incentivo – sottolinea – se tu hai 35 anni o 55, non c’è differenza per l’azienda, che in questo momento prova solo a restringere il più possibile il numero di occupati”. Una tattica di “sfinimento”, di sovraccarichi nel lavoro, di turni ballerini che “tendono solo a farci gettare la spugna il primo possibile”. Ma questo è solo l’inizio, a suo avviso, di una tecnica ben “strutturata” a monte.

“L’anno prossimo il colpo di grazia” È nel corso del prossimo anno che il lavoratore immagina il colpo di reni per “dimezzare” gli operai. “La colonna portante di noi che operiamo laggiù ha più di 50 anni, qualcuno ha già malattie professionali, tendiniti, acciacchi dovuti al lavoro fatto in 25 anni”. Ed ecco che proprio su quei lavoratori l’azienda potrebbe spingere nel 2023. “Immagino che entro la fine del prossimo anno, ma anche prima, ci saranno proposte specifiche per far in modo che i lavoratori con un’età di 55 anni lascino in blocco. L’azienda le penserà tutte, con o senza finestra per la pensione. Ci renderà il lavoro impossibile e ci costringerà a lasciare”. Quindi, è proprio nel 2023 che l’operaio vede il “colpo di grazia” alle maestranze storiche di Stellantis. “E volete sapere qual è il fatto più assurdo – azzarda il lavoratore – che non assumerà altri operai, con l’elettrico deve dimezzare il personale, dovremo essere la metà o poco più dal 2024, perché per realizzare le auto elettriche ci sono meno operazioni da fare”.

“I sindacati sanno tutto. Ma fanno solo il gioco dell’azienda” Ed eccoci ad uno dei punti nodali. Da una parte la strategia della multinazionale, che pare chiara, dall’altra l’atteggiamento “con un piede in due staffe” e “servile” verso i vertici, che viene addebitato ai rappresentanti dei lavoratori. “Loro hanno firmato questi patti a giugno del 2021 e c’erano tutti, compresa la Fiom che ora fa finta di dissociarsi da accordi che ha già firmato”. Questo è il punto più basso raggiunto dai sindacati, a Melfi, se si pensa alla credibilità riposta dai lavoratori nelle loro mani. “Siamo sempre più disillusi, stiamo tirando a campare, mentre chi sta sopra di noi ci fa cuocere a fuoco lento”, ammette l’operaio. Che conclude: “Quale futuro si può immaginare alla Stellantis di Melfi e come fidarsi di chi già ti ha tradito una volta. Ormai viviamo come in apnea”. Già, in apnea, e con un caloroso invito, dai “piani alti”, a licenziarsi.