Stellantis, Melfi è l’unico impianto di assemblaggio che ha segnato una perdita

14 ottobre 2022 | 11:58
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Stellantis, Melfi è l’unico impianto di assemblaggio che ha segnato una perdita

I dati del rapporto Fim Cisl su produzione e occupazione negli stabilimenti italiani del gruppo nel terzo trimestre 2022

Questa mattina la Fim Cisl ha presentato a Torino il report su produzione e occupazione negli stabilimenti italiani del gruppo Stellantis nel terzo trimestre 2022. I dati sono stati illustrati dal segretario nazionale Ferdinando Uliano. Lo stabilimento di Melfi è l’unico impianto di assemblaggio auto che nel periodo preso in esame ha segnato una perdita in rapporto al 2021 (-3,2%).

I dati della produzione segnano un dato ancora negativo pari a una riduzione del -2,4% rispetto al 2021. Nello specifico nei nove mesi del 2022 sono state prodotte, tra autovetture e furgoni commerciali, 515.380 unità contro le 528.108 del 2021. La produzione di autovetture, pari a 363.380, segna una crescita +14,1%, mentre quello relativo ai veicoli commerciali segna una pesante riduzione del -27,5% in termini di volumi pari a -57.573 veicoli commerciali (tot. Prod. 152.000 nei 9 mesi del 2022). Se i dati di produzione li rapportiamo al periodo pre-covid e quindi al 2019, la situazione riscontra una perdita complessiva nei volumi con un – 18,3% (auto + veicoli commerciali), con le autovetture a -11,4% e i veicoli commerciali a – 31,3%. La causa è in gran parte riconducibile allo stop nelle produzioni determinato dalla mancanza dei semiconduttori e di altri componenti, e nella prima parte del 2022, anche dalle difficoltà causate dal fermo dei trasporti. La carenza di semiconduttori ha iniziato a riscontrarsi in termini di blocchi produttivi già nei primi mesi del 2021, ma si è aggravata pesantemente nella seconda parte del 2021 e continua in maniera molto significativa anche nel primo trimestre 2022. Una situazione che
condizionerà anche l’anno 2023.

Le situazioni di perdita dei volumi si riscontrano nei due stabilimenti, Melfi (-3,2%) e Sevel (-27,5%), che hanno sempre rappresentato i plant italiani con un contributo maggiore per la crescita complessiva dei volumi. Negli altri Plant produttivi dell’auto si riscontra invece un dato positivo rispetto al 2021, in gran parte determinato dai più recenti lanci produttivi. Continua la crescita di volumi della 500e a Mirafiori, mentre l’entrata in produzione della Maserati Grecale e dell’Alfa Romeo Tonale danno spinta alla produzione di Cassino e Pomigliano D’Arco. Prosegue l’andamento positivo dello stabilimento di Modena con la Maserati MC20.

Il 2022 potrebbe prefigurarsi come il quinto anno consecutivo di flessione delle produzioni Stellantis nel nostro Paese. Se nell’arco temporale di quattro anni, 2017-2021, si era perso il 35% della produzione complessiva da 1.035.454 a 673.475, il 45% nelle sole autovetture (da 743.454 a 408.526), con la tendenza di ulteriore riduzione generata nei primi 6 mesi 2022 rischiamo di scendere, su base annua, sotto le 650.000 unità (-37% rispetto 2017) tra auto e commerciali, con una produzione auto appena sopra le 410.000 (circa -40% rispetto 2017). Avremmo una situazione completamente opposta se non ci fossero stati gli stop produttivi per i semiconduttori: stimiamo che nel 2022 si perderanno circa 200.000 vetture rispetto alle potenzialità produttive generate dagli ordini acquisiti.

Il tema delle forniture delle materie prime, dei semiconduttori e dell’avvicinamento della catena del lavoro è un problema di ordine geopolitico, che il governo del nostro Paese deve affrontare in maniera strategica anche in ambito Europeo. La guerra in Ucraina, lo stop alle forniture del Gas russo, la ridefinizione dei flussi nei diversi mercati, possono solo peggiorare ulteriormente il problema del reperimento e del costo delle materie prime.

Questa situazione drammatica per il settore, come Fim-Cisl l’abbiamo denunciata più volte a livello ministeriale, a partire dal tavolo dell’automotive presso il MISE e lo faremo non appena verremo convocati dal nuovo Governo. Le nostre preoccupazioni riguardano i lavoratori che sono pesantemente colpiti sul piano del reddito e dell’occupazione da questa situazione, oltre alle ripercussioni negative che si stanno determinando a cascata in tutto il settore. Nel settore dell’automotive non si era mai determinata una situazione di questa portata: le case automobilistiche non riescono materialmente a soddisfare gli ordini già acquisiti. Anche in questo 3° trimestre si sono perse altre 53 giornate lavorative

Nell’ultimo trimestre si è ridotto il divario negativo rispetto alle produzioni 2021, dal -17% del 1° semestre ora si è raggiunto -3,2%. Nei primi nove mesi sono state prodotte 137.660 auto. E’ l’unico stabilimento di assemblaggio auto che segna una perdita in rapporto al 2021. Se lo rapportiamo al 2019 è comunque quello con la perdita maggiore, di oltre 63.800 auto (-32%). Delle quasi 137.660 auto prodotte il 23% è rappresentato da 500x, il resto sono le vetture Jeep, 32% Compass e 45% Renegade. Se viene confermato l’andamento dell’ultimo trimestre, contrariamente ai timori del 1° semestre, si raggiungeranno i livelli di produzione del 202. Stiamo comunque parlando di un livello produttivo di circa il -58% delle produzioni massime raggiunte nel 2015 dopo il lancio di Renegade e 500x.

Su Melfi pesa maggiormente il blocco causato dai semiconduttori essendo uno degli stabilimenti con un numero maggiore di produzione. Del resto Melfi ha rappresentato per molti anni lo stabilimento che da solo produceva la metà delle autovetture di FCA nel nostro Paese. Oggi la quota si è ridotta ma pesa comunque per il 38%. Lo stop produttivo generato dalla mancanza dei semiconduttori ha pesato enormemente sullo stabilimento, nei nove mesi sono circa 238 i turni di fermo produttivo. Dobbiamo poi aggiungere che tutto ciò ha poi determinato continui stop agli attuali 17 turni. La mancata partenza dei 20 turni preventivati inizialmente per il 1°marzo e la discesa di fatto a 15 turni hanno determinato un contraccolpo occupazionale di circa 1.500 lavoratori. Per evitare ripercussioni negative, si è dovuti intervenire con vari strumenti, trasferte infra-gruppo e incentivazioni all’uscita su base esclusivamente volontaria (nell’ultimo anno ha coinvolto 880 lavoratori), stipula di un nuovo Contratto di Solidarietà. Con l’ultimo accordo abbiamo messo in sicurezza l’occupazione, attraverso l’uso di altri ammortizzatori sociali straordinari per accompagnare la transizione dello stabilimento di Melfi verso la produzione dei quattro nuovi modelli multibrand completamente elettrici, sulla piattaforma Bev STLA Medium, confermati nel piano Stellantis a partire dal 2024