Stellantis: “Di buio si muore, intervenga la Regione”
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“Si predica bene, ma si razzola sempre peggio”, ammonisce un lavoratore che ci ha inviato queste inquietanti foto, ieri sera. “Davanti all’Unità Plastica dopo un altro mese nulla è cambiato e davanti all’incrocio e all’ingresso è sempre buio pesto”, tuona l’operaio, che aggiunge: “Dateci subito un faro”
A rischio l’incolumità di chi entra ed esce la sera e la notte nelle fabbriche dell’area industriale di S. Nicola di Melfi. “Permangono rischi per pedoni, auto e pullman – prosegue il lavoratore – Ci vuole un faro di supporto e illuminazione perché la situazione è da tempo molto pericolosa”. Non solo all’ingresso ma anche all’altezza delle pensiline. La situazione, a quanto ci spiega l’interlocutore, è critica anche su via Olivetti, zona Fenice. “Qui si continua a predicare attenzione in Consiglio regionale senza risolvere il tema”, attacca. Si predica bene, in sintesi ma “si razzola molto male”. E le immagini buie che pubblichiamo sono una riprova di quanto denunciato ormai da mesi.
Il rimpallo tra la morente Asi e la fiorente Apibas E così torniamo sul refrain dell’ultimo anno. Quando lo scorso dicembre la povera Rossella Mastromartino morì investita da un pullman all’uscita dal turno di notte, fiorirono i buoni propositi. Lo stesso presidente della Regione, Vito Bardi, assicurò che a breve il problema dell’illuminazione nell’area industriale di Melfi sarebbe stato finalmente risolto. Salvo poi scoprire che dietro la negligenza e l’assenza di luce sui lunghi viali di S. Nicola, c’era un passaggio di consegne mai avvenuto. E cioè tra il carrozzone Asi (Consorzio industriale) e la nascente Apibas, altra fiorente creatura regionale a cui oggi spetterebbe gestire la manutenzione e l’illuminazione della più grande area industriale della Basilicata. Sono trascorsi diversi mesi ma ad oggi nessuno sa perché non si è mosso nulla.
Gli Enti preposti non siano complici di altre vite spezzate Nessuno sa perché l’Apibas continua ad infischiarsene, mettendo così a repentaglio l’incolumità di migliaia di operai che la notte affollano l’area industriale di Melfi per andare sulla linea a lavorare. E nessuno sa perché anche i vertici regionali pare abbiano dimenticato le promesse fatte a fine dello scorso anno, a caldo, dopo la morte di una sfortunata lavoratrice che smontava la notte dalla Proma, fabbrica situata nell’Indotto. Continueremo ad insistere sul tema sin quando non arriverà una risposta e si toccherà con mano una risoluzione dell’annoso problema. È una questione di civiltà e di decenza. Anzi, può diventare, come già accaduto, una questione di vita o di morte. Gli Enti preposti battano un colpo, altrimenti saranno complici ‘colpevoli’ di eventuali altre vite spezzate.