Matera, “predatore di bambini disabili scelto per incontrare il Papa”. Le famiglie delle vittime chiedono spiegazioni

25 ottobre 2022 | 11:20
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Matera, “predatore di bambini disabili scelto per incontrare il Papa”. Le famiglie delle vittime chiedono spiegazioni

Condannato in via definitiva per abusi su minori, è stato tra i detenuti del carcere di Matera designato a prendere parte all’incontro con il Pontefice il 25 settembre scorso in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale

Riceviamo e pubblichiamo la lettera dei familiari di alcune delle vittime di un detenuto, che in occasione della visita del Papa a Matera, il 25 settembre scorso, è stato scelto per incontrare il Pontefice. Le famiglie chiedono spiegazioni sulla scelta di un detenuto, condannato in via definitiva per reati in danno di minori disabili, che “non ha mai  chiesto scusa per quanto commesso”. La lettera è stata inviata alla Direttrice del carcere di Matera, all’Amministrazione penitenziaria di Basilicata e nazionale, al Vescovo di Matera, alla Segreteria di Stato del Vaticano, al Tribunale di sorveglianza di Potenza. Di seguito il testo integrale della lettera. 

Dobbiamo segnalare quanto di increscioso e inaccettabile è accaduto nella recente visita a Matera di Papa Francesco. Il Pontefice ha incontrato nella mensa dei poveri di Rione Piccianello alcuni detenuti della Casa circondariale. Gli hanno donato dei lavori da loro realizzati in carcere ed hanno anche pranzato con lui, fianco a fianco. Le fotografie scattate in quei momenti, che riprendono quella vicinanza e quell’afflato, hanno fatto immediatamente bella mostra sugli organi d’informazione e sul web. Una giornata memorabile per coloro che stanno pagando per gli errori commessi, è stato scritto, “che anelano ad una vita nuova oltre le sbarre”.

Un bel quadretto, struggente e denso di umana condivisione per la gente che ha potuto vedere le immagini. Peccato, però, che a noi, famiglie delle vittime di crimini particolarmente odiosi in danno di minori (tra cui anche portatori di handicap) l’effetto di quelle scene ha avuto un effetto devastante. Uno strazio, come se avessero nuovamente infierito senza alcuna pietà sui nostri figli, nipoti, amici, conoscenti così tanto già duramente
segnati dai crimini commessi da persone senza alcun ritegno, tra l’altro mai pentiti.

Anche noi crediamo nella finalità rieducativa della pena, ma constatare che all’incontro con il Papa “qualcuno” abbia deciso di mandare l’autore del più odioso dei reati in danno di tanti bambini condannati al silenzio, ebbene è stato l’ennesimo colpo mortale. Potevamo solo piangere, come è avvenuto, nell’assistere increduli e amareggiati ad una assurda situazione, soffrire ancora una volta, nell’intimità delle nostre case, perché “qualcuno” ha ritenuto di riaprire ferite che mai potranno lenirsi del tutto, invece abbiamo deciso di reagire e denunciare chi ha deliberatamente
offeso e calpestato la nostra dignità di persone.

L’ “uomo” che tutti hanno visto consegnare un regalo al Papa, è P.M., proprio lui, lo stesso sul cui conto abbiamo sentito raccontare in questi anni azioni orribili, un predatore seriale di bambini disabili, condannato in via definitiva. Un insegnante di sostegno che approfittava del suo ruolo per colpire scientificamente bambini che né potevano difendersi, né potevano raccontare quanto accadeva loro. Lo stesso, macabramente, filmava le sue odiose azioni e le immetteva in rete per scambiare il materiale pedopornografico con una rete internazionale di persone come lui. Un giorno, concordò persino l’acquisto di un minore con il padre di quest’ultimo, prese un treno che lo portò in Svizzera e lì abusò della povera vittima messagli a disposizione dal genitore. Un voluminoso fascicolo di reati commessi, dall’Italia alla Svizzera.

Perché la direttrice del carcere e il prete cappellano della struttura detentiva, con tanta superficialità, grave leggerezza ed enorme irresponsabilità, hanno scelto proprio lui (detenuto nella sezione dei protetti) per l’incontro con il Santo Padre, tra tanti carcerati della Casa circondariale di Matera?
E come mai il giudice di sorveglianza ha avallato questa scelta? Lo sanno, le Autorità, che P.M. non ha mai chiesto scusa alle famiglie delle vittime e
che, scaltro come è, una volta libero potrebbe utilizzare a proprio vantaggio proprio le foto scattate con il Papa per mostrarsi rassicurante (come ha già fatto nel passato) agli occhi dei genitori e colpire nuovamente piccole vittime ignare? Pretendiamo spiegazioni e vorremmo che emergessero le responsabilità di questa vicenda così triste, irrispettosa e straziante per tutte le vittime di P. M. e di tanti altri carnefici come lui. Sapesse anche l’incolpevole Papa Francesco chi hanno scelto per l’accoglienza e il pranzo condiviso di Matera. Lettera firmata