Le chiacchiere di paese possono uccidere

21 ottobre 2022 | 12:50
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Le chiacchiere di paese possono uccidere

Storia di un “femminicidio collettivo” scaturito da una cultura misogina e maschilista per cui le donne sono “prede colpevoli”

Qualche anno fa, solo perché avevi preso decisioni non condivise dalla massa di bigotti, sei stata additata e criticata, come se la tua vita appartenesse a loro. Adesso, nonostante sei in quella bara, i bigotti continuano a criticarti sostenendo che “l’uomo è cacciatore” addossandoti la colpa di tutta questa tragedia. È vero che “l’uomo è cacciatore” ma di animali non di prede umaneCara sorellina ti saluto promettendoti che la causa della tua morte non verrà dimenticata, …affinché queste tragedie non avvengano mai più“.

Queste parole sono un estratto della lettera che Laura, che vive in provincia di Potenza, ha letto in chiesa al funerale di sua sorella, qualche settimana fa. La tragedia che l’ha colpita non le ha tolto il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. Sua sorella a soli 31 anni si è tolta vita e lo ha fatto a poche ore dal suicidio dell’uomo con cui aveva chiuso da poco una relazione sentimentale.

Ho riflettuto molto sull’opportunità di raccontare questa storia per ovvie ragioni, decido di farlo usando un nome di fantasia, perché il coraggio di Laura va sostenuto contro una cultura maschilista e misogina che sua sorella ha subito sulla propria pelle.

Laura non nasconde nulla: “erano amanti” … “la loro relazione era finita da circa un mese e mia sorella ci stava male, è ovvio”. “Si era sentita usata”. “Quando ho saputo che lui si era tolto la vita, con molto tatto gliel’ho comunicato. A distanza di meno di 24 ore anche lei ha deciso di fare la stessa cosa. E’ bastata una mezz’ora in cui è rimasta sola …e non c’era più”.

Laura è sempre stata vicina a sua sorella, l’ha sostenuta nei momenti difficili dopo la separazione dal marito e quando ha deciso di riprendere in mano le redini della sua vita. Non l’ho giudicata quando ha intrapreso una relazione con un uomo sposato. Io non l’ho fatto, ma altri, in particolare donne, non le hanno risparmiato giudizi pesanti in base a quella becera cultura maschilista che “l’uomo è cacciatore”.

Ora che mia sorella è in quella bara “le chiacchiere della gente”, i giudizi sommari di chi si sente in dovere di puntare il dito anche di fronte ad una tragedia simile, non si fermano. Per anni, mia sorella si è sentita additata, soprattutto, lo ripeto, dalle donne.

Il dubbio che sua sorella, di fronte al suicidio dell’uomo che probabilmente ancora amava, sia stata sopraffatta dal timore di non riuscire a sopportare quello che avrebbe potuto dire la gente, Laura non lo nasconde. “Per anni, mia sorella si è sentita additata soprattutto, lo ripeto, dalle donne. Cosa effettivamente sia accaduto nella sua testa in quella mezz’ora non lo saprò mai-ammette- so però che sono arrabbiata e per questo ho deciso di raccontare pubblicamente quanto accaduto: per sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema molto delicato affinché queste tragedie non accadano più. Perché vedi- mi dice- mia sorella è come se fosse stata vittima di un femminicidio. Solo che non c’è un omicida ma tanti responsabili”.

Un femminicidio collettivo scaturito da una cultura misogina e maschilista per cui le donne sono “prede colpevoli”. “Darò vita ad un’associazione a difesa di tutte le donne, -è la promessa che Laura ha fatto sulla bara di sua sorella-civilmente e culturalmente riusciremo a monitorare e chiudere questa squallida caccia per sempre”.