La fotografia di Luca Lancieri: la bellezza nella bellezza

17 ottobre 2022 | 13:36
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La fotografia di Luca Lancieri: la bellezza nella bellezza

Il nascondiglio del bello prevale non nell’oggetto, ma nel sentimento del soggetto

Perché vi sia bellezza deve esserci un nascondiglio nel quale il bello possa mostrarsi nella penombra. Nella fotografia di Luca Lancieri emerge chiaramente la rappresentazione di una bellezza opaca, nel senso di velata. Poiché lo svelamento toglie alla bellezza l’incanto. I suoi soggetti femminili, erotici in quanto velati, si innestano in uno sfondo anch’esso opaco: paesaggi e ambienti erotizzati dall’indisvelabilità. E dunque Lancieri lancia una sfida: Il velo è più essenziale dell’oggetto o del soggetto velato. In molte fotografie la vista del bello non suscita un sentimento di piacere, ma uno scuotimento. Ed è anche lì la bellezza, nello scuotimento di chi guarda e non vede oltre il velo perché oltre è un mistero, è un divenire inafferrabile perciò seducente, erotico.

Ecco perché spesso quelle foto sono più un gioco che una verità. Un gioco seduttivo che respinge la nudità. La nudità di soggetti e paesaggi, non avrebbe nulla di erotico e di bello, ma sarebbe pura pornografia: svelamento del tutto, in uno spazio tempo chiuso, definito, finito. La fotografia di Luca Lancieri non eccita, ma scuote, perché fa a meno della verità: è un fenomeno del velo. È una fotografia seduttiva perché non richiama l’ethos, ma il pathos della distanza, del velamento. Non solo i corpi sono velati, ma anche i paesaggi, gli sfondi, gli ambienti, l’anima dei soggetti.

Lancieri usa una tecnica di velamento che si trasforma in linguaggio del nascondimento. In quei nascondigli si intravedono anche ferite. È un vago richiamo alla fotografia di Barthes che elabora un’estetica della ferita. Il campo cieco, un nascondiglio più vasto in cui risiedono l’erotismo e la forza seduttiva, è essenziale per una fotografia o un’immagine erotica. “Oggi le immagini sono tutte più o meno pornografiche, sono trasparenti, non presentano alcun vuoto di visione, alcun nascondiglio”. Le ferite mi turbano, quel mare in bianco e nero, quel volto in primo piano, nascondono ciò che non vedo del brutto, ma so che qualcosa di brutto c’è. Soltanto ciò che posso definire, che posso vedere senza veli, ossia la nudità non può scuotermi, turbarmi, pungere. Una fotografia che rende la bellezza nella bellezza deve creare in me il caos dell’immaginario, un sentimento di esplorazione nell’ignoto. La fotografia di Lancieri non è fatta per i like, non intende suscitare piacere, ma scuotimento, turbamento, sentimenti emotivi, percezioni inedite. Quelle immagini, nel momento in cui ti allontanano dalla tua mente, possono farti vivere l’esperienza di un esilio dentro te stesso.

Alcune foto: La bellezza nella bellezza

La bellezza nella bellezza
La bellezza nella bellezza
La bellezza nella bellezza
La bellezza nella bellezza
La bellezza nella bellezza
La bellezza nella bellezza
La bellezza nella bellezza
La bellezza nella bellezza