Bonus gas Basilicata, Consiglio dei Ministri ha imposto alla Regione di modificare la legge

11 ottobre 2022 | 11:23
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Bonus gas Basilicata, Consiglio dei Ministri ha imposto alla Regione di modificare la legge
La sala del Consiglio dei ministri

Summa (Cgil): “Si continua con la narrazione, nascondendo la verità e soprattutto continuando a mancare di rispetto ai lucani”

“Come più volte denunciato dalla Cgil, ancor prima della sua approvazione, la legge regionale sul gas, approvata il 24 agosto scorso, si sta dimostrando solo un mero strumento propagandistico utilizzato prima in campagna elettorale e adesso per distogliere l’attenzione sulla recente inchiesta della magistratura”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa. “E la prova – prosegue – ne è la confusione generatasi in queste ore sulle modalità di richiesta del contributo che sta mettendo in crisi, non solo i cittadini, ma le stesse amministrazioni comunali, tra continue smentite e rimandi. A questo si aggiunga la circostanza che sulla legittimità della legge si insiste con la mera propaganda affermando la non veridicità. Infatti nella recente e ultima seduta del Consiglio dei Ministri la legge regionale del gas è stata approvata e non impugnata ma solo previo accoglimento delle richieste di modifica, da parte del Consiglio regionale, di alcuni articoli e commi della legge che sono stati ritenuti incostituzionali. Come volevasi dimostrare tutti i rilievi e le critiche avanzate dalla Cgil sulla richiamata legge in fase attuativa stanno emergendo sia dal punto di vista applicativo e sia dal punto di vista della legittimità costituzionale della legge stessa.

Il Consiglio dei Ministri – precisa il segretario – ha imposto alla Regione Basilicata di modificare la legge. Pertanto si continua con la narrazione, nascondendo la verità e soprattutto continuando a mancare di rispetto ai lucani. Purtroppo i vari guazzabugli legislativi promulgati, in questi anni, da questo governo regionale, stanno danneggiando il nostro sistema economico generando confusione, anziché dare risposte concrete alla drammatica situazione economica e sociale in cui versiamo. Di fronte a tale scenario, caratterizzato dalla improvvisazione, non è tollerabile che una regione come la nostra, che dispone di importanti risorse economiche come quelle derivanti dalle compensazioni ambientali, non è posta nelle condizioni di beneficiarne, costretta a sottostare a meccanismi tortuosi, determinati solo da una spasmodica ricerca di una posizione di potere da rivendicare.

Infine – dichiara Summa – è inspiegabile, dal punto di vista della legittimità normativa, la gestione del contributo gas affidata ad Apibas Spa, invece che alla società Sel SPA, nel cui oggetto sociale, approvato con la legge istitutiva, non è prevista questa tipologia di attività. Pertanto sembrerebbe non risultare legittima una mera modifica dell’oggetto sociale dello statuto di Apibas Spa integrandolo con nuove attività, senza una propedeutica modifica della stessa legge istitutiva della società. Si continua, pertanto, ad operare in disapplicazione delle norme. Senza tralasciare la drammatica circostanza in cui Apibas, ad oggi, non è riuscita nemmeno ad avviare le attività ad essa affidata da statuto. Tanto è vero che le aree industriali risultano ancora carenti di interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria a tutela della sicurezza delle aree e dei lavoratori.
Il questo clima di delirio confusionale generato dal sistema delle autocertificazioni per richiedere in contributo gas – conclude Summa – non si comprende nemmeno se il contributo sarà determinato da una riduzione diretta sulla bolletta e da quale periodo o se, invece, sarà un contributo a parte versato sul conto corrente del beneficiario direttamente dalla Regione per il tramite del soggetto gestore (Apibas). Tanta confusione e nessuna certezza per le quali si chiede al governo regionale di fare subito chiarezza in favore di tutti i cittadini lucani che non meritano di subire ulteriori umiliazioni, soprattutto in questo momento di forte critica economica e sociale”.