La campagna elettorale e il pianto del borsellino della spesa
Gli stessi che hanno governato più di 30 anni questo Paese, fino all’ultimo minuto, propongono soluzioni vecchie a problemi antichi
In questa campagna elettorale, se escludiamo le formazioni a sinistra del Pd, il focus dei programmi è concentrato sul presente, sulle emergenze economiche, sull’immediatezza dei bisogni delle persone e delle piccole e medie imprese. E dunque tutti a proporre soluzioni per il caro bollette. Qualche accenno alle riforme istituzionali, alla “minaccia fascista” e ad altri temi (sanità, giovani, lavoro) trattati e argomentati allo stesso modo da decenni senza che nulla sia cambiato. Una campagna elettorale kafkiana: gli stessi che hanno governato più di 30 anni questo Paese, fino all’ultimo minuto, propongono soluzioni vecchie a problemi antichi. Evidentemente le condizioni attuali dell’Italia e della Basilicata sono responsabilità dell’alga cornuta come con i pesci morti del lago Pertusillo in Val d’Agri.
La novità, appunto, è il gas, ma di guerra e di speculazione si parla sottovoce. Le formazioni di sinistra provano ad alzare il tiro su temi più legati al futuro e con proposte più radicali (la tassazione dei patrimoni, degli extra profitti, il ritiro dalla guerra, la pace, fiscalità più equa, forme di redistribuzione della ricchezza, e così via). Temi questi che, proprio perché mettono al centro mutamenti sostanziali della politica, dell’economia e della società, hanno scarso appeal nell’elettore medio. Quest’ultimo preferisce, come sempre, guardare al proprio conto in banca nei prossimi mesi e al proprio portafogli oggi stesso. Perciò è attratto da chi propone soluzioni legate all’oggi, all’emergenza e fa leva sulla paura del peggio.
La famiglia mono reddito, la piccola impresa, i disoccupati, i già poveri prima della crisi, hanno tutte le ragioni per fregarsene della pace, del nuovo ordine mondiale, delle politiche fiscali che verranno, del contrasto alle disuguaglianze: loro hanno il problema di “salvarsi la pelle” oggi stesso.
Dunque la competizione elettorale si gioca in gran parte sulla credibilità di chi propone soluzioni immediate al pianto del borsellino della spesa. Soluzioni che in prospettiva risolvono nulla e, anzi, possono peggiorare le cose. È il caso del gas “gratis” in Basilicata, è il caso dei 35 bonus elargiti dal Governo, in vigore nel 2022 (spiccioli per tappare buchi che non salvano il fabbricato). Un esempio per tutti il bonus 200 euro.
Si lanciano ossicini nelle case degli italiani mentre la polpa viene accaparrata dalle multinazionali dell’energia e della farmaceutica, dalle corporation della grande distribuzione alimentare, dagli oligopoli della finanza, dalle banche private, e dai salotti della speculazione in tutti i settori. Il Pnrr è perfettamente in linea con questo scenario.
La sensazione è che questa sia appunto la campagna elettorale degli ossicini. Vince chi ne promette più degli altri e riesce a far credere che lo farà davvero. Povertà, disuguaglianza sociale ed economica, dittatura degli oligopoli in un mercato che continuano a definire “libero”, i vergognosi profitti derivati dalla speculazione finanziaria e da quella sull’energia, la spoliticizzazione dell’agire sociale, l’anestesia collettiva dei conflitti sui grandi temi del futuro, la scomparsa della Politica dalle deliberazioni collettive, il rovesciamento delle vecchie logiche lavoristiche, le mafie sono alcuni degli argomenti tabù. Insomma, tutti concentrati sulla “bua”, nessuno insiste sulle cause della febbre. Tutti sui rami, nessuno sulle radici. Per cui è evidente che chiunque vada a governare lo farà nei limiti del recinto imposto dai poteri economici e finanziari che decidono davvero il destino di interi popoli. Per una rivoluzione pacifica e radicale che rovesci il modello di società imposto dal turbo capitalismo, causa di tutte le emergenze vecchie e nuove, causa delle guerre e di disastri umanitari, della povertà e delle disuguaglianze, occorre un miracolo dilazionato in un lungo tempo. Perciò queste elezioni le vinceranno quelli degli ossicini, vale a dire tutti, tranne qualcuno.
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