Il senatore Salvatore Margiotta e quegli incarichi inopportuni
Ha occupato posti chiave in parlamento, nei settori lavori pubblici e infrastrutture, mentre era anche presidente di un’associazione privata di imprese che lavora con RFI
Ne hanno già parlato altri giornali nel maggio scorso quando un’ordinanza della Procura di Napoli dispone misure cautelari per decine di persone. In questa vicenda, tra le carte, compare il nome dell’ex senatore lucano Pd, Salvatore Margiotta, non indagato ed estraneo alle indagini.
Al centro dell’inchiesta, invece, gli imprenditori Nicola e Vincenzo Schiavone, rispettivamente 68 e 58 anni, compaesani e omonimi del boss detto “Sandokan”, già coinvolti nel maxi processo Spartacus (il primo assolto, il secondo condannato a 2 anni di reclusione) che da anni si sono stabiliti in lussuosi appartamenti nel residenziale quartiere napoletano di Posillipo, avviando floride attività imprenditoriali soprattutto nel settore dei lavori e dei servizi ferroviari gestiti da Rfi (che non è coinvolta nelle indagini) ma continuando a fornire sostegno economico alla famiglia camorrista di Casal di Principe. In carcere un altro imprenditore ritenuto legato al clan dei Casalesi, Dante Apicella, mentre gli arresti domiciliari sono stati disposti nei confronti di alcuni ex funzionari di Rfi.” Siamo a maggio 2022. (La Repubblica)
L’imprenditore di Casal di Principe Nicola Schiavone si è guadagnato una posizione ” di rilievo” nel settore degli appalti ferroviari gestiti da Rfi anche grazie a una rete di relazioni “di altissimo livello politico, istituzionale ed economico” costruita negli anni. Ne è convinta la Procura di Napoli.
Nicola Schiavone detto ‘o munaciello, ex assessore a Casal di Principe (negli anni Ottanta) e padrino di Nicola Schiavone, primogenito del capoclan Francesco Sandokan, e il fratello, Vincenzo, alias ‘o trick, dopo essere stati sottoposti a misura cautelare, nel maggio scorso, adesso rischiano il processo con l’accusa di associazione mafiosa. Avrebbero guidato una rete di imprese in grado di infiltrarsi in svariati servizi pubblici, in nome del clan, continuando a garantire negli anni sostegno alla cosca dell’Agro aversano. Mafia a parte, sarebbero stati anche i promotori di una struttura imprenditoriale che grazie alla compiacenza di alcuni funzionari, riusciva a manipolare le assegnazioni di importanti lavori di Rfi.
Per questo filone di inchiesta, appalti Rfi affidati a ditte legate al clan dei Casalesi, il giudice per l’udienza preliminare ha fissato l’udienza per la metà di settembre prossimo: rischiano il processo in 68, tra i quali Schiavone, Apicella e dirigenti di Rfi.
In un’intercettazione, Nicola Schiavone ” asserisce – scrivono i pm – di avere conoscenza diretta” con i deputati di Forza Italia Federica Zanella e Diego Sozzani e con il senatore del Pd Salvatore Margiotta. ” Ho tante amicizie – dice Schiavone nel colloquio anche Federica lo può dire nella commissione Trasporti… Diego Sozzani anche nel Senato… perché quelle sono attività che io vivo e poi so sviluppare… io c’ho Salvatore Margiotta… “
Potrebbe trattarsi di un millantato credito. Sta di fatto che il politico non è indagato ed egli stesso ha dichiarato: “Non sono coinvolto nelle indagini e il solo accostamento, anche marginale, del mio nome a vicende di criminalità mi fa rabbrividire anche per la distanza dai miei valori personali e familiari. Conosco il dottor Schiavone, e spero che sia estraneo alle vicende per le quali è accusato, e che, naturalmente, non conoscevo nel modo più assoluto. Proprio alla luce della mia totale estraneità a questa indagine – conclude il parlamentare – assumerò ogni tipo di iniziativa a tutela del mio onore e della mia reputazione nei confronti di eventuali deformazioni e speculazioni”. Infatti, nell’ordinanza il nome di Margiotta compare solo attraverso conversazioni di terzi, e mai è riportata un’intercettazione telefonica o ambientale che riguardi il senatore in prima persona. Nessuna indagine anche per quanto riguarda gli altri due politici Zanella e Sozzani.
Nelle indagini della Dia e dei carabinieri – scrive Repubblica – spuntano anche presunti collegamenti di Nicola Schiavone con ambienti massonici. Secondo l’imprenditore Giovanni Fiocco, sarebbe legato alla ” loggia segreta denominata “La Colonna Traiana di Benevento”.
Margiotta, una vita professionale e politica nei settori strategici
Nell’ordinanza della Procura emergono dunque alcuni episodi che chiamano in causa indirettamente e marginalmente Salvatore Margiotta. Potente esponente del Pd che si è sempre occupato di energia, di lavori pubblici, di trasporti, di infrastrutture ferroviarie, occupando anche importanti postazioni parlamentari e governative in questi settori. Voci non confermate parlano di una sua possibile candidatura a presidente della Regione Basilicata nelle prossime elezioni. Altre voci, sempre non confermate, raccontano che per Margiotta, in vista della scadenza della legislatura poi interrotta con la caduta di Draghi, sarebbe stato previsto un alto incarico di prestigio in uno dei settori a lui più congeniali (ferrovie, trasporti, infrastrutture).
Settori nei quali il senatore professore ingegnere è uno dei massimi esperti in Italia. Non a caso, a parte gli incarichi in Parlamento, e fino a poco prima di entrare nel Governo, continuava a conservare l’incarico di presidente dell’Aniaf (L’associazione nazionale imprese armamento ferroviario). Associati all’Aniaf sono aziende iscritte all’Albo delle Imprese Qualificate della Rete Ferroviaria Italiana RFI. Aziende che si occupano essenzialmente di costruzione e rinnovamento dei binari, manutenzione ferroviaria e tranviaria, elettrificazione e segnalamento, costruzione di opere multidisciplinari. Contemporaneamente l’ingegnere senatore è stato membro e presidente di commissioni parlamentari – quali i lavori pubblici, territorio e ambiente – e presidente dell’Aniaf. Per un profilo ufficiale più dettagliato del senatore clicca qui.
“Io c’ho Salvatore Margiotta”
Perché Nicola Schiavone, vanta amicizie con il senatore Margiotta? La risposta è nell’ordinanza e nelle intercettazioni della Procura di Napoli. Si tratta di alcuni episodi che ai fini dell’indagine sono marginali nel contesto dei reati attribuiti agli indagati.
Pierfrancesco Bellotti uno degli indagati di maggior rilievo in base all’ordinanza della Dda di Napoli. Era un alto dirigente di Rfi, ma voleva la promozione. Aspirava a diventare direttore del Compartimento ferroviario di Bari, uno dei nodi più importanti d’Italia – scrive Gianluigi Guarino su CasertaCe.net -. Bellotti avrebbe stretti rapporti con Schiavone, tant’è che lo sollecita con insistenza a procurargli un incontro con Margiotta per esporre al senatore il suo problema e le sue aspirazioni.
Sarebbe stato proprio quest’ultimo a raccontare ad un suo collega, poi interrogato dai magistrati, che Schiavone gli aveva “assicurato un suo intervento ed intercessione presso il senatore affinché si interessasse sia della sua progressione in carriera che del suo trasferimento”.
Ci sono anche alcune conversazione intercettate dai Carabinieri. Una è datata ottobre 2018. A parlare sono Bellotti e Schiavone, con il primo che preme affinché il secondo fissi un appuntamento con il politico. “No, domani, dai ci andiamo domani con Salvatore (Margiotta), mi piacerebbe incontrarlo pure, dai”. Una seconda conversazione risale al marzo 2019. L’incontro ci sarebbe stato e Margiotta sarebbe stato presentato, da Schiavone a Bellotti, in qualità di presidente dell’Aniaf.
I carabinieri registrano sempre la voce di Bellotti che parla con un suo familiare al quale prospetta “la concreta possibilità – scrive il giudice Giovanna Cervo nell’ordinanza di arresto – di un suo trasferimento come direttore compartimentale a Bari e nel contempo afferma di aver stretto amicizia col senatore Margiotta, invitando il familiare ad ‘apportare voti ’ nelle prossime elezioni regionali in Basilicata (quelle del 2019, ndr) a un candidato che gli avrebbe indicato in seguito, gradito al senatore”. Bellotti nella stessa conversazione “specifica che Margiotta ha avuto delle frizioni con il governatore uscente Pittella.”
L’altro episodio è la cena in un lussuoso hotel di Roma a cui partecipano Schiavone e Margiotta.
Margiotta dunque è estraneo all’inchiesta. Tuttavia da questa vicenda emerge, un altro aspetto, anche questo fuori dall’inchiesta: l’opportunità che un politico che occupa posti chiave in parlamento e nel governo, nei settori ferrovie e infrastrutture, sia anche stato fino all’ultimo presidente di un’associazione privata di imprese che lavora con le ferrovie di Stato. Sapevamo degli altri legami, politici e professionali, di Margiotta nel mondo dell’energia, (Clicca qui) ma ci mancava questa nelle ferrovie. Tutto legittimo, ma valutare le ragioni di opportunità ogni tanto non farebbe male. Per la verità il senatore Salvatore Margiotta ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di Presidente dell’Associazione Nazionale Imprese Armamento Ferroviario – ANIAF, nei primi mesi del 2019 con il Governo Conte due, prima di diventare sottosegretario, così come risulta nella Relazione semestrale sul conflitto di interesse dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Formalità rispettata. Nel frattempo però, rimane in carica nella Commissione Lavori Pubblici del Senato dal giugno 2018 al settembre 2019 e fino al maggio 2020 e nella Commissione Territorio e Ambiente dal luglio 2020 al febbraio 2021. In Italia il conflitto di interessi si risolve con le dimissioni da una carica o da un incarico, come se quelle dimissioni riguardassero anche le relazioni, le amicizie, gli interessi coltivati nel tempo con quell’incarico in quell’azienda o associazione di imprese. A proposito suggeriamo all’Aniaf di aggiornare il sito web, perché risulta ancora in bella vista la foto di Margiotta con la didascalia “Presidente”.
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Ringraziamo per la collaborazione il collega Gianluigi Guarino, del quotidiano CasertaCe.net