Basilicata. La Cultura fritta e mangiata alla tavola della mediocrità

1 agosto 2022 | 11:56
Share0
Basilicata. La Cultura fritta e mangiata alla tavola della mediocrità

Il Centro Internazionale di Dialettologia trattato peggio del “palo della cuccagna”

La Giunta regionale, su proposta del presidente Vito Bardi, ha deciso di finanziare 18 interventi in ambito culturale, con una spesa complessiva di circa 8 milioni di euro a valere sulle risorse rese disponibili a seguito della riprogrammazione dei Fondi di sviluppo e coesione. Tra i finanziamenti 2,5 milioni circa per la promozione e valorizzazione del Patrimonio culturale intangibile dei Comuni della Regione. Ancora una volta il Centro Internazionale di Dialettologia (CID) scompare dal radar dei fondi regionali. Il patrimonio linguistico lucano, tra i più interessanti al mondo, non è forse un asset immateriale di straordinaria importanza per la Basilicata?

La Giunta regionale su 8 milioni di euro non è riuscita a trovare 200mila euro per l’istituzionalizzazione del CID, un’esperienza di altissimo pregio scientifico e culturale apprezzata nel mondo accademico internazionale.

Grazie al Centro Internazionale di Dialettologia e al suo progetto di Atlante Linguistico della Basilicata (A.L.Ba.) abbiamo scoperto che la nostra regione possiede un formidabile patrimonio linguistico, caratterizzato da una varietà straordinaria. Siamo in presenza di una sorta di “biodiversità” linguistica: 131 Comuni, altrettanti dialetti con caratteristiche distintive e singolari. Dentro quella varietà linguistica anche una insolita ricchezza semantica delle parole. “Una miniera a cielo aperto”. Stiamo dunque parlando di un patrimonio culturale che, insieme agli altri importanti asset immateriali della Basilicata, è una risorsa strategica per lo sviluppo. Oltre i ricercatori del Centro, quelli che ancora resistono in condizioni di incertezza e precarietà, migliaia di cittadini e decine di Comuni coinvolti nel progetto, sono in attesa di sapere che fine farà il Cid.

Senza nulla togliere al “palo della cuccagna” o alla “sagra di non so cosa”, appare culturalmente e politicamente mediocre l’atteggiamento della Giunta Regionale e dell’intera compagine politica lucana nei confronti di un bene collettivo preziosissimo. Non si tratta soltanto di un lavoro scientifico e di ricerca di livello internazionale che fa onore alla regione e all’intero Paese, ma è un progetto che conserva in seno potenzialità incredibili sul piano dei percorsi di sviluppo. Una semina che ha già dato molti frutti, ma che può darne altri ancora. E allora perché tanta superficialità, tanto provincialismo e tanta indifferenza della politica?