Stellantis, “Nel primo semestre 2022 produzione in calo del 13,7%, Melfi tra i più penalizzati”

4 luglio 2022 | 13:27
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Stellantis, “Nel primo semestre 2022 produzione in calo del 13,7%, Melfi tra i più penalizzati”
La conferenza stampa di Fim Cisl su report Stellantis

Quello lucano è l’unico stabilimento di assemblaggio auto che segna una perdita in rapporto al 2021

I dati della produzione della Stellantis, nei primi sei mesi del 2022, segnano un segno ancora negativo pari ad una riduzione del -13,7% rispetto al 2021. Nello specifico nel primo semestre di quest’anno sono state prodotte, tra autovetture e furgoni commerciali, 351.890 unità contro le 407.666 del 2021. La produzione di autovetture, pari a 248.990, segna un seppur minima crescita +2,1%, mentre quello relativo ai veicoli commerciali segna una pesante riduzione del -37,2% in termini di volumi pari a -60.880 veicoli commerciali (prod. I° sem. 2022 102.900). Ad analizzare i dati e commentarli, in una nota, è la Fim Cisl a margine della presentazione del report, questa mattina a Torino sulla produzione negli stabilimenti italiani di Stellantis.

Se i dati di produzione li rapportiamo al periodo pre-covid e quindi al 2019, -osserva il sindacato-la situazione riscontra una perdita complessiva nei volumi con un – 22,8% (auto + veicoli commerciali), con le autovetture a -18,8% e i veicoli commerciali a – 31%. La causa è in gran parte riconducibile allo stop nelle produzioni determinato dalla mancanza dei semiconduttori e di altri componenti, e nella prima parte del 2022, anche dalle difficoltà causate dal fermo dei trasporti. La carenza di semiconduttori ha iniziato a riscontrarsi in termini di blocchi produttivi già nei primi mesi del 2021, ma si è aggravata pesantemente nella seconda parte del 2021 e continua in maniera molto significativa anche nel primo trimestre 2022, una situazione che condizionerà anche l’anno 2023.

Le situazioni più pesanti nella perdita dei volumi si riscontrano nei due stabilimenti, Melfi (-17%) e Sevel (-37,2%), che hanno sempre rappresentato i plant italiani con un contributo maggiore per la crescita complessiva dei volumi. Negli altri Plant produttivi dell’auto si riscontra invece un dato positivo rispetto al I° semestre del 2021, in gran parte determinato dai più recenti lanci produttivi.

Nel I° semestre, il crollo più pesante in termini di volumi produttivi nelle auto è quello di Melfi, con – 17% rispetto al 2021 (- 19.216 unità). E’ l’unico stabilimento di assemblaggio auto che segna una perdita in rapporto al 2021. Se lo rapportiamo al 2019 è comunque quello con la perdita maggiore, di oltre 59.187 auto (-38,7%). Delle quasi 93.580 auto prodotte il 23% è rappresentato da 500x, il resto sono le vetture Jeep, 34% Compass e 43% Renegade. Non si raggiungerà la produzione del 2021 e molto probabile nel 2023 la produzione sarà intorno alle 150.000 unità. Circa il -62% delle produzioni massime raggiunte nel 2015 dopo il lancio di Renegade e 500x.

Il blocco causato dai semiconduttori crea un tonfo maggiore negli stabilimenti più produttivi, del resto Melfi ha rappresentato per molti anni lo stabilimento che da solo produceva la metà delle autovetture di FCA, oggi la sua quota è comunque intorno al 38% del totale delle autovetture prodotte da Stellantis nel nostro Paese.

Lo stop produttivo generato dalla mancanza dei semiconduttori ha pesato enormemente sullo stabilimento, nei primi sei mesi sono circa 161 i turni di fermo gestiti con Cigo e CDS. Dobbiamo poi aggiungere che tutto ciò a poi determinato lo stop ai 17 che erano stati attuati in parte. La mancata partenza dei 20 turni preventivati inizialmente per il 1°marzo e la discesa di fatto a 15 turni hanno determinato un contraccolpo occupazionale di circa 1.500 lavoratori. Per evitare ripercussioni negative, si è dovuti intervenire con vari strumenti, trasferte infra-gruppo (circa 250) e incentivazioni all’uscita su base esclusivamente volontaria (nell’ultimo anno ha coinvolto 830 lavoratori), stipula di un nuovo Contratto di Solidarietà dal 4 aprile al 7 agosto 2022, che nella nuova normativa consente una riduzione massima mensile dell’orario di lavoro dell’80%. Da Agosto 2022 la direzione Stellantis ha già richiesto altri ammortizzatori sociali straordinari per accompagnare la transizione dello stabilimento di Melfi verso la produzione dei quattro nuovi modelli multibrand completamente elettrici, sulla piattaforma Bev STLA Medium, confermati a partire dal 2024 anche nel piano Stellantis.

Il 2022, dall’andamento di questi primi 6 mesi, si sta prefigurando come il quinto anno consecutivo di flessione delle produzioni Stellantis nel nostro Paese. Se nell’arco temporale di quattro anni, 2017-2021, si era perso il 35% della produzione complessiva da 1.035.454 a 673.475, il 45% nelle sole autovetture (da 743.454 a 408.526), con la tendenza di ulteriore riduzione generata nei primi 6 mesi 2022 rischiamo di scendere, su base annua, sotto le 650.000 unità (-37% rispetto 2017) tra auto e commerciali, con una produzione auto appena sopra le 400.000 (circa -40% rispetto 2017). Avremmo una situazione completamente opposta se non ci fossero stati gli stop produttivi per i semiconduttori: stimiamo che nel 2022 si perderanno circa 200.000/220.000 vetture rispetto alle potenzialità produttive generate dagli ordini acquisiti.

Il tema delle forniture delle materie prime, dei semiconduttori e dell’avvicinamento della catena del lavoro è un problema di ordine geopolitico, che il governo del nostro Paese deve affrontare in maniera strategica anche in ambito Europeo. Lo scoppio della guerra in Ucraina, lo stop alle forniture del Gas russo, la ridefinizione dei flussi nei diversi mercati anche per le scelte che altri paesi, a partire dalla Cina, potranno attuare possono solo peggiorare ulteriormente il problema del reperimento e del costo delle materie prime.

Questa situazione drammatica per il settore, come Fim Cisl l’abbiamo denunciata più volte a livello ministeriale a partire dal tavolo dell’automotive presso il Mise. Le nostre preoccupazioni riguardano i lavoratori che sono pesantemente colpiti sul piano del reddito e dell’occupazione da questa situazione, oltre alle ripercussioni negative che si stanno determinando a cascata in tutto il settore. Nel settore dell’automotive non si era mai determinata una situazione di questa portata: le case automobilistiche non riescono materialmente a soddisfare gli ordini già acquisiti.
Anche il ritardo di quasi quattro mesi del provvedimento degli incentivi sulla mobilità sostenibile, ha certamente influito sulla domanda dei consumatori e di conseguenza anche sui volumi.