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Gas russo, in Italia rischio razionamento sempre più alto

11 luglio 2022 | 13:48
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Gas russo, in Italia rischio razionamento sempre più alto

Gazprom riduce di un terzo le forniture all’Italia. Ue: “Sul gas situazione seria, preparati a ogni scenario”. In caso di emergenza si partirebbe dalle industrie energivore e da più carbone per l’elettricità

Ci sono state le allusioni, poi le parole più allarmate. Ora ci sono i fatti. L’ipotesi di dover fare a meno del gas russo diventa sempre più concreta. E soprattutto per l’Italia è da tempo iniziata la corsa contro il tempo per riuscire a fare a meno delle forniture da Mosca, visto che Putin sta già iniziando a chiudere i rubinetti. E che oggi Gazprom ha ridotto ancora di un terzo la quantità di gas che quotidianamente gira all’Eni.

Il governo è da tempo consapevole della gravità della situazione e sta tentando di ridurre al massimo un impatto che inevitabilmente ci sarà. “La crisi energetica è gravissima, i rischi sono altissimi per l’inverno, se il gas russo dovesse fermarsi”, ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli. “E’ una corsa contro il tempo”, ha avvertito. Il rischio “è che il gas russo non arrivi o che arrivi in quantità minori. Siamo impegnati nel riempimento degli stoccaggi, dobbiamo arrivare al 90% prima che inizi l’autunno”.

Il timore di un taglio completo dei rifornimenti del gas russo cresce in tutta Europa e in particolare in Germania, dove si immagina che il prossimo inverno sarà “freddo, buio e caro”, come ha titolato l’edizione weekend del giornale economico Handelsblatt, immortalando una porta di Brandeburgo resa bluastra dal ghiaccio.

L’attenzione generale, alla vigilia dell’avvio dei lavori di manutenzione del Nord Stream 1, è puntata su quello che accadrà fra 10 giorni, quando il gasdotto dovrebbe riprendere a funzionare regolarmente; l’opzione che Mosca prenda però questa occasione come pretesto per chiudere definitivamente le forniture viene considerata “la più probabile”, secondo il ministro francese Bruno le Maire, che esorta l’Europa a “prepararsi”. Neppure il collega tedesco Robert Habeck fa mistero di ritenere possibile uno stop completo proprio a partire da oggi.