Basilicata. Nomine e carriere: la doppia morale della politica sul nuovo direttore Arpab
Sarebbe opportuno fare qualche esercizio supplementare di memoria e ammettere che il sistema è “malato” da sempre
Non sappiamo quanto sia preparato ad affrontare la sfida del ruolo il nuovo direttore generale dell’Arpab, faremo le nostre considerazioni quando lo vedremo all’opera. Certamente si tratta di un incarico su base politica in cui ha pesato la militanza e l’appartenenza ad un preciso schieramento. Lo stesso metodo è stato utilizzato con la nomina dell’ex direttore Antonio Tisci. Sarebbe più elegante trovare un modo affinché si eviti la sceneggiata dell’avviso pubblico. Un’assunzione diretta di responsabilità da parte della politica sull’affidamento della direzione generale dell’Agenzia sarebbe più trasparente. La nomina di Ramunno, lo hanno già detto altri, non sembra rispondere a criteri elevati di trasparenza, né sembra la migliore scelta possibile. Tuttavia, ripetiamo, non possiamo fare altro, al momento, che sospendere il giudizio.
Detto questo, ci sembra davvero esagerata la presa di posizione di alcune forze politiche e non solo, di alcuni esponenti politici e non solo che si sono scandalizzati per un metodo che loro hanno usato per decenni. Appare strumentale gridare allo scandalo quando in altri tempi alcuni personaggi che oggi si indignano per la nomina di Ramunno hanno distribuito incarichi e favorito carriere agli amici di partito, a parenti, affini e collaterali. A proposito di Arpab, qualcuno ha dimenticato la nomina di Edmondo Iannicelli e di altri prima ancora? E le altre nomine ai tempi del potere assoluto di chi oggi si scandalizza? Alla Sel, nelle Asl, al San Carlo, al Crob, in Aql, nei Parchi, e così via. Dovremmo anche ricordare che i peggiori episodi in materia di inquinamento e di scarsi controlli si sono verificati al tempo in cui a dirigere certe strutture c’erano noti personaggi legati a doppia mandata con il potere politico ed economico: ricordate Fenice, Eni, Pertusillo, Tito, Val Basento? Ricordate Totalgate, Petrolgate e tutte i gate che volete? Certo, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ma l’erba fuori dal fascio è davvero poca.
E dunque torniamo a dire che esiste un problema di morale prêt-à-porter, indossata all’occorrenza in base alle convenienze strumentali del momento, un problema che riguarda tutti i partiti, di maggioranza e di opposizione. È vero, esiste una doppia morale, da sempre: “c’è chi valuta diversamente gli stessi comportamenti a seconda che questi siano tenuti da diverse persone o in vista di diversi fini”.
Sarebbe opportuno fare qualche esercizio supplementare di memoria e ammettere che il sistema delle nomine in Basilicata è “malato” da sempre. O lo si cambia o non c’è alternativa.