Eolico selvaggio, gli affari che distruggono la bellezza
Il disastro paesaggistico causato dal parco eolico “Monte Caruso” – “Toppe di Atella”. Il video sulle condizioni del luogo
Nel 2016 la Regione Basilicata rilascia l’autorizzazione per la realizzazione del progetto per la costruzione e l’esercizio di un impianto eolico, e delle relative opere connesse ed infrastrutture indispensabili in agro dei Comuni di Avigliano, Bella, Ruoti, Atella e Potenza, proposto dalla Società Rinnovabili Melfi S.r.l. poi Ares S.r.l.
L’impianto nel progetto originario è costituito da n.15 aerogeneratori aventi potenza nominale di 3,45 MW per complessivi di 51,75 MW da realizzare in località “Monte Caruso” – “Toppe di Atella”. In sostanza il territorio più interessato è nel comune di Bella con 13 aerogeneratori.
Negli anni fino al 2019 si susseguono provvedimenti regionali per la concessione di proroghe ai termini di inizio e fine lavori. Nel dicembre del 2018 il ministero dell’Ambiente scrive che il progetto non debba essere sottoposto a ulteriori e successive valutazioni ambientali e di verifica di assoggettabilità a VIA, essendo sufficienti le valutazioni già effettuate dalla Regione Basilicata.
L’iniziativa imprenditoriale dell’impianto parte dalla Società Rinnovabili Melfi S.r.l.
La Società nasce alla fine di giugno del 2014 “con l’obiettivo di operare nel settore energetico”. Ha un socio unico: Melfi Energie Rinnovabili S.r.l. La proprietà di Melfi Energie Rinnovabili è di Agebas S.r.l. che fa capo all’editore-imprenditore Donato Macchia. Dunque la società proponente il parco eolico – Rinnovabili Melfi S.r.l. – è di Donato Macchia. Tant’è che è proprio lui in persona a partecipare alle Conferenze di servizio in rappresentanza dell’impresa.
Alla Rinnovabili Melfi S.r.l. subentra, nella titolarità dell’autorizzazione a fine novembre 2016, la Ares S.r.l. la cui proprietà, all’epoca, al 100% è della Melfi Energie Rinnovabili e cioè Donato Macchia. L’editore-imprenditore è riconducibile a molte altre società titolari di autorizzazioni o di parchi già completati in altre zone della Basilicata. Il Progetto in questione originariamente aveva il nome di Parco Eolico Bella, al subentro della Ares S.r.l. assume la denominazione di “Impianto eolico Toppa di Atella – Monte Caruso”.
L’investimento complessivo sarebbe di 42milioni e 300mila euro iva inclusa. Di cui 500mila euro per acquisizione aree e immobili e 371mila euro per imprevisti.
Dove nasce l’impianto eolico
Lo scrive la Sovrintendenza Belle Arti e Paesaggi della Basilicata nel giugno 2016 in una relazione con cui esprime parere sull’impianto. Parere favorevole salvo modifiche al progetto.
Il contesto paesaggistico predominante è quello tipico dell’area montana: paesaggio agricolo, pascolo e coperture boschive…Due gli elementi architettonici emergenti sul territorio e strettamente correlati allo stesso: il Santuario del Carmine e il Castello di Lagopesole. La cima del Monte Carmine, ove è ubicato il Santuario, è uno dei principali punti panoramici della Basilicata, decantato da autorevoli viaggiatori e scrittori che l’hanno visitato nel corso del XIX secolo…Il territorio è caratterizzato dal “Passo di Avigliano” posto a 1170 metri di altitudine a poca distanza dalla cima del monte, riportato nei più prestigiosi atlanti geografici stranieri. È l’unica altura del Mezzogiorno che fa da spartiacque per i bacini idrografici di tre mari: Tirreno, Jonio e Adriatico, ed è significativo rilevare come tale località fosse denominata “Tre mari” già in documenti della prima metà del ‘500. (…) Il Castello di Lagopesole, così come il Santuario della Madonna del Carmine collocato sul Monte Carmine sono pertanto inseriti in un contesto paesaggistico di alto pregio caratterizzato anche da connotati storici di primaria importanza. (…)
C’è dell’altro che la relazione della Sovrintendenza non rileva. L’area interessata all’impianto, ricomprende un sito archeologico denominato Villa Romana San Giovanni di Ruoti, dove uno studio Georadar degli anni Ottanta, puntando dalla Villa Romana esistente in c/da San Giovanni di Ruoti, ha riconosciuto oltre 100 piccoli siti di scavo archeologici che si estendono per circa 6 chilometri quadrati fino al ridosso delle pale eoliche.
Come al solito questi problemi sono stati “superati”: qualche modifica, lo spostamento di qualche pala e tutto fila liscio, sulla carta.
L’ulteriore proroga di inizio e fine lavori
Intanto la Regione ha concesso una nuova proroga per inizio e fine lavori: ottobre 2020, ultimazione 17 ottobre 2021. Ma i lavori sembrerebbero ancora in corso.
L Ares S.r.l. ha sbancato terreni, ha modificato tratti di viabilità, ha abbattuto alberi, ha rimosso la vegetazione e tutto quanto era di intralcio al transito dei mezzi, alla collocazione dei materiali e delle componenti di impianto.
Nel video e nelle foto realizzati da un nostro lettore, vi proponiamo le condizioni attuali, alla data di ieri 3 maggio 2022, di una porzione di quel territorio un tempo bellissimo.