Cssel-Uil: cresce in Basilicata l’occupazione ma è precaria

3 maggio 2022 | 12:17
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Cssel-Uil: cresce in Basilicata l’occupazione ma è precaria

“Siamo ancora in presenza di un fortissimo e preponderante ricorso ad assunzioni a tempo determinato e a chiamata”

In Basilicata, Il 2021 si chiude con una media di 189 mila occupati, in crescita di 5 mila unità di lavoro rispetto al 2020, riportandosi ai livelli pre-pandemia.  Il 2021 ci consegna inoltre un aumento di persone in cerca di occupazione (+2mila) e un numero molto elevato di inattivi, in diminuzione rispetto al 2020 ma che continua a superare i 211 mila.  A sottolinearlo è il Centro Studi Sociale e del Lavoro Uil Basilicata che ha rielaborato in chiave regionale il report Istat sull’occupazione

Se questi, a grandi cifre, sono i risultati quantitativi del 2021 – sostiene la nota – è forte la preoccupazione della UIL sulla qualità del lavoro, in quanto la crescita dell’occupazione che si sta realizzando nella nostra regione è principalmente trainata da contratti a termine.

Il dato è evidente nello specifico dai dall’Osservatorio precariato INPS: i contratti totali sottoscritti nel 2021 sono pari a 56.561, (+14% rispetto all’anno precedente). Di questi sono 7.705 sono a tempo indeterminato a fronte di 48.861 contratti instabili e precari. Basso è anche il ricorso ai contratti in apprendistato (1.538).

“Dunque, se è vero che l’occupazione è in aumento, lo stesso – è il commento del segretario regionale Uil Vincenzo Tortorelli – non si può dire della qualità del lavoro. La maggioranza della nuova occupazione è, infatti, precaria. Siamo ben lontani da quell’occupazione che la UIL vorrebbe per questo regione. Se è vero come è vero che la ripresa economica è ripartita, non altrettanto si può dire per l’equità e la giustizia sociale. Infatti, non è più pensabile nè sopportabile che le lavoratrici ed i lavoratori vivano con contratti instabili e precari e che il nostro mercato del lavoro sia connotato da carriere frammentate, discontinue e con bassi salari.

Siamo ancora in presenza di un fortissimo e preponderante ricorso ad assunzioni a tempo determinato e a chiamata. Il quadro – aggiunge Tortorelli – è quello che conosciamo da sempre, con una temporaneità occupazionale che aumenta le disuguaglianze.

Bisogna lavorare per ridurre la precarietà lavorativa riducendo drasticamente il ricorso al lavoro a termine e contrastando in maniera efficace le forme di abuso ed uso distorto dei tirocini. E’ per questo che la UIL si batterà per contrastare fortemente il fenomeno del precariato che investe da troppi anni il nostro Paese, soprattutto tra i giovani e le donne”. grafico