Inchiesta travolge l’Università di Reggio Calabria: indagata l’ex rettrice dell’Unibas

22 aprile 2022 | 11:48
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Inchiesta travolge l’Università di Reggio Calabria: indagata l’ex rettrice dell’Unibas

“Viaggi, regalie, pranzi e cene a spese dell’Ente e concorsi pilotati”. Tre dei 52 indagati, coinvolti nell’indagine della Guardia di Finanza hanno radici nel Cosentino. Si tratta di Elvira Rita Adamo, 32 anni, figlia di Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio, rispettivamente esponente del Pd calabrese e deputata dem da due legislature, dell’ex rettore dell’Università della Basilicata Aurelia Sole e della figlia Giulia Ida Presta

La notizia, diffusa da diversi giornali calabresi, la riprendiamo stralciata dal quotidiano ilReggino.it in un articolo a firma di Antonio Alizzi.

“L’imponente indagine della procura di Reggio Calabria – scrive il quotidiano reggino – tocca vari livelli, puntando l’attenzione sugli accessi ai dottorati di Ricerca, in particolare quello in “Architettura e Territorio”, bandito nel 2018 con otto posti, di cui i primi sei con borsa di studio. È il caso descritto nel capo nove della rubrica imputativa, per cui sono indagati anche Pasquale Catanoso, Gianfranco Neri, Ottavio Amaro, Alberto De Capua, Marina Tornatora, Gaetano Ginex, Michele Trimarchi, Francesca Sabatini e le cosentine Ida Giulia Presta e Aurelia Sole.

Gli investigatori ritengono che Catanoso (in qualità di Rettore), Amaro (in qualità di direttore generale), Neri (in qualità di direttore del d’ArTe, Dipartimento di Architettura, De Capua, Tornatora e Ginex (nelle rispettive qualità di membri della commissione esaminatrice, abbiano fatto conseguire ai candidati “indebiti e ingiusti vantaggi patrimoniali, legati alla remunerazione ed alla progressione di carriera discendenti dall’ammissione al corso di Dottorato di Ricerca in “Architettura e Territorio”.

Secondo la procura di Reggio Calabria l’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, selezionò i vincitori in base a una scelta preventiva «ed in essenza di una reale comparazione». Sarebbe il caso di Francesca Sabatini, «candidata segnala da Michele Trimarchi, componente della commissione esaminatrice nonché professore ordinario di Scienza della Finanza presso l’Università degli Studi di Catanzaro e direttore del Centro di Ricerca in Economia e Management dei Servizi, collocatasi al secondo posto della graduatoria di merito del dottorato, con borsa di studio dell’Università di Catanzaro». Mentre Ida Giulia Presta, figlia dell’allora Rettrice dell’Università della Basilicata, Aurelia Sole, si collocò all’ottavo posto «nella graduatoria generale di merito con borsa di studio dell’Ateneo», considerato che sarebbe stata «segnalata da Catanoso».

Per la procura di Reggio Calabria, «nel caso della candidata Presta» l’utilità sarebbe consistita «nel mantenimento di stretti legami con gli altri Atenei, tra cui quello della Basilicata, funzionali all’ottenimento di vantaggi ed opportunità, anche lecite, in particolari della possibilità di formare una dottoranda dell’Università di Reggio segnalata da Catanoso presso i dipartimenti dell’Ateneo lucano». Fatti risalenti al periodo settembre-ottobre del 2018.

La vicenda giudiziaria della figlia di Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio

Il capo 10 dell’ordinanza cautelare firmata dall’ufficio gip del tribunale di Reggio Calabria è strettamente collegato all’imputazione precedente, in quanto emerge come in realtà Ida Giulia Presta, arrivata ottava, avesse rinunciato alla borsa di studio, posizione poi occupata dalla figlia di Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio. Anche in questo caso, secondo la Finanza, Elvira Rita Adamo sarebbe stata segnalata dal Rettore Catanoso. Nel documento si legge che Nicola Adamo ha ricoperto la carica di presidente della Reggio Calabria dal 2005 al 2009, quando invece il presidente della Giunta regionale era Agazio Loiero, mentre Adamo era solo il suo vice.

L’intercettazione tra i Rettori Catanoso e Sole

Il gip di Reggio Calabria scrive in premessa: «La collocazione tra i posti utili è stata determinata dalla segnalazione di Catanoso», che avrebbe indicato Ida Giulia Presta «come candidata che doveva avere accesso al dottorato, risultato, questo, raggiunto malgrado la mostrata incompetenza alle prove scritte e orali da parte della favorita. Al riguardo – secondo il gip – il primo dialogo significativo è stato captato il 28 maggio del 2018, tra il Rettore Catanoso, chiamante, e l’allora Rettore dell’Università della Basilicata, Aurelia Sole (in carica fino al settembre 2020)». Per gli investigatori, come riporta il giudice cautelare di primo grado, «in questo dialogo si nota l’estrema disponibilità di Catanoso, al quale appartiene l’iniziativa della telefonata», di sollecitare la collega «affinché la Presta compia i passi necessari per il raggiungimento del risultato».

Nella conversazione intercettata dalla Finanza, Catonoso, di buon mattino, chiama Aurelia Sole, chiedendole quando la figlia sarebbe scesa a Reggio Calabria, dichiarandosi disponibile a prenderla alla stazione ferroviaria. «Una giornata deve venire qua… mezza giornata ecco» dice il Rettore Catanoso, che poi ha aggiunto: «O se preferisce andare a Roma, va a Roma eh dal professore Neri”. L’unico passaggio che assume contorni sospetti è quello captato tra il dg Amato e il professor Neri. “Tu ne hai ragazzi che hanno presentato… che sono bravi?» ha chiesto Amato e Neri ha risposto «una sì…». Ancora il dg: «C’è sta Sole come dice il rettore credo che sia brava, non so chi altro”. Per il gip “emerge chiaro come Amaro, direttore generale», sia a conoscenza che la Presta sia «sponsorizzata dal Rettore».

Neri stesso, rilevano i finanzieri, afferma nel corso di una telefonata con Alberto De Capua che la figlia del Rettore Sole è “mediocre”. Circostanza in qualche modo confermata da un dipendente amministrativo dell’Ateneo che commenta con il professore Neri, l’esito negativo della prova scritta presentata da Ida Giulia Presta. Che quest’ultima non fosse considerata in modo positivo dagli addetti ai lavori, lo si capisce bene in un’altra intercettazione tra il professore Neri e Ottavio Amaro, venuti a conoscenza della rinuncia della ragazza cosentina. «Aveva portato un curriculum… famme vede… tutto di tipo professionale, con delle cose che facevano raccapriccio». Il dg Amaro, però, aggiunge come in realtà avesse già informato Catanoso del fatto che la candidata «era scarsa».