Epatite acuta pediatrica, Cisl Medici invita la Regione Basilicata a non sottovalutare il fenomeno

26 aprile 2022 | 16:23
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Epatite acuta pediatrica, Cisl Medici invita la Regione Basilicata a non sottovalutare il fenomeno
Serafino Rizzo, Cisl Medici Basilicata

Per il segretario generale Serafino Rizzo “organizzarsi per tempo e non farsi trovare impreparati di fronte ad eventuali casi sospetti”

Al momento non risulterebbero casi di epatite acuta in età pediatrica in Basilicata, ma la Cisl Medici invita la Regione alla massima prudenza e ad attrezzare procedure di sorveglianza e piani di azione. In una nota indirizzata al presidente Bardi e all’assessore alla Salute Fanelli, il segretario generale della Cisl Medici, Serafino Rizzo, sottolinea che “per quanto di nostra conoscenza ad oggi nessun indirizzo preciso è stato dettato ai servizi medici territoriali e ospedalieri della nostra regione, né risulta essere stato istituito alcun tavolo tecnico-scientifico sull’argomento”.

“Considerata la preoccupante diffusione di tali forme di epatite acuta in età pediatrica”, Rizzo sollecita la Regione Basilicata e in modo particolare l’assessore regionale alla Salute, “a voler subito intraprendere opportune iniziative di sorveglianza sanitaria e ad attivare idonei piani di azione, anche sulla base delle informazioni e degli aggiornamenti che le Regioni hanno ricevuto dal ministero della Salute, in modo da poter intercettare e gestire tempestivamente l’eventualità di una diffusione di tali casi anche sul nostro territorio regionale”. Per la Cisl Medici “è imperativo organizzarsi per tempo e non farsi trovare impreparati. È necessario sin da subito definire, con il coinvolgimento attivo della medicina territoriale e ospedaliera, idonei percorsi assistenziali da doversi attivare di fronte ad eventuali casi sospetti, nonché informare tutta la popolazione, dando chiare indicazioni ai genitori circa i sintomi verso cui prestare particolare attenzione e i riferimenti istituzionali a cui rivolgersi. Alla luce di quanto l’emergenza sanitaria pandemica da Sars-CoV-2 ci ha insegnato, non sono in alcun modo giustificabili ritardi organizzativi, ancor più perché ad essere interessati sono i piccoli pazienti”.

Nella nota alla Regione Basilicata Rizzo ricorda che “il 5 aprile 2022 l’Oms è stata informata su 10 casi di epatite acuta grave ad eziologia sconosciuta in bambini di età inferiore ai 10 anni, precedentemente sani, osservati nella Scozia centrale. Di questi 10 casi, 9 avevano presentato sintomatologia nel marzo 2022, mentre per un caso l’esordio dei sintomi risaliva a gennaio 2022. Invero, già tra la primavera e l’estate 2021, durante la seconda ondata di Covid-19 che ha colpito il subcontinente asiatico, vi era stata l’evidenza in India di un improvviso aumento di casi di epatite acuta in bambini e adolescenti altrimenti inspiegabili se non per la concomitanza con un’infezione da Sars-CoV- 2, in genere asintomatica, avvenuta nelle 3-6 settimane precedenti e dimostrata dal riscontro di tampone positivo o di test sierologici che dimostravano la presenza di un alto livello di anticorpi contro il virus. Si trattava di casi poco gravi, che richiedevano solo terapia di supporto e per cui è stato coniato il termine di CACH (Covid Associated Children Hepatitis). L’allarme partito ultimamente dalla Scozia, e che ormai ha trovato evoluzione anche in molti altri Paesi, sia in Europa che nel resto del mondo (Stati Uniti, Israele), ci pone di fronte ad un quadro diverso e clinicamente più grave e ciò impone un innalzamento del livello di attenzione sanitaria anche nel nostro Paese e in ogni regione italiana”.