Sciopero autotrasporto, “Un sistema malato che rifiuta la cura”

12 marzo 2022 | 11:37
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Sciopero autotrasporto, “Un sistema malato che rifiuta la cura”

“Le Associazioni di Categoria hanno costruito un mondo di servizi che deve sopravvivere, anche se obsoleto, primitivo e ormai inutile, superato”

Ci risiamo: sciopero, blocchiamo tutto! Il costo del gasolio è troppo alto? Certamente! L’autotrasporto è un servizio e per muovere il mezzo occorre necessariamente effettuare il pieno del carburante, affrontando le spese vive e immediate. Già, che banalità. Ma se dico che l’autotrasporto deve essere pagato per quello che effettivamente vale? No, non si può dire, perché le Associazioni di Categoria hanno costruito un mondo di servizi che deve sopravvivere, anche se obsoleto, primitivo e ormai inutile, superato. Parte di questo mondo è la struttura trasportistica in sè, quella di intermediazione parassitaria, agenzie, Coop, Consorzi e del povero cristo che, quando arriva alla fonte di carico è già la terza o quarta mano e non è libero di proporre il proprio prezzo ma deve accettare quello imposto. Eppure la merce non è ancora uscita dal magazzino. A chi dovrebbe chiedere l’aumento tariffario? Offrire loro una soluzione a costo zero è una bestemmia. Rifiutano ogni confronto! Rifiutano soluzioni! Esattamente!

La pubblica opinione deve conoscere i fatti ed essere consapevole che i fondi pubblici andranno nelle mani di chi la soluzione strutturale e definitiva non la vuole affatto. Perché il mondo parassitario costruito intorno si deve mantenere in vita ad ogni costo. Perché fanno politica e non la difesa. La corsa alla poltrona all’albo, strumentalizzazione della disgrazia, rivalità, le spaccature e zero soluzioni. Hanno perso dalla vista il loro vero obiettivo: tutelare l’impresa! Ma possono mai essere “amici” dell’impresa se ai banchi europei si esprimono a favore delle direttive che sostituiscono la PMI italiana con quella straniera? Il vero problema, il muro da scarnire, la soglia da superare, è la loro mentalità e atteggiamento chiuso, uno sguardo vuoto e miope, privo di speranza e di soluzioni concrete. Se facessimo un salto nel passato, al 1995, scopriremmo che gli uomini al comando sono sempre gli stessi, che dal 95 in poi le richieste sono state sempre le stesse, soldi pubblici! 800 milioni nel giugno 2008. Un pozzo senza fondo!

In linea di massima ogni 2 anni si apre la tarantella degli scioperi e fino ad oggi abbiamo semplicemente cercato di nutrire il sistema e non di migliorarlo nell’interesse dell’impresa, per renderla più forte, autonoma e indipendente. Di cashback del 2021 hanno usufruito 9 milioni di cittadini con quasi 800 milioni di transazioni elaborate. E non si sono dovuti iscrivere a nessun consorzio e a nessuna associazione di categoria per ottenerlo. Sembra banale ma le Pmi devono pagare gli altri per per poter sopravvivere e ricevere rimborsi da strutture con servizi e un fatturato annuale milionario. Considerando l’era tecnologica in cui viviamo, la semplicità e la praticità con la quale potremmo evitare questi passaggi parassitari, sembra tutto studiato per ingannarla e no per aiutarla, sempre a favore del sistema trasportistico costruito intorno ai padroni. Usciamo da una forte e singolare crisi e tutti I reparti produttivi sono in difficoltà. In modo particolare quello agricolo che affronta la stagione di raccolta e, prima di recare ulteriori danni e sofferenze, occorre rifletterci attentamente.

Mi permetto di rivolgervi questo consiglio come membro aderito nell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare. Chiedo quindi ai padroni supremi dell’autotrasporto di rispettare le esigenze degli agricoltori e di garantire le consegne della raccolta stagionale, come all’intero reparto deperibile, carburante per chi se lo può ancora permettere e dei medicinali. Di affrontare questa situazione con maggiore serietà rispetto al passato. Noi ce l’abbiamo messa tutta, ma gli piace vivere di apparenza perché sperimentano le nostre idee, pacchetto mobilità recepisce nostri progetti, nuovi emendamenti approvati al parlamento UE, quelli alla Camera, e dopo il crollo del ponte Morandi il porto di Genova con un centro intermodale distaccato ad Alessandria spero, diventerà presto realtà grazie alla nostra visione della logistica e l’abbiamo fatto senza denaro e mai Vi abbiamo chiesto un soldo! Vi abbiamo chiesto ascolto che voi avete sempre negato, snobbando richieste via pec ma sposando le nostre iniziative prese dalla pagina facebook! Si chiama serietà? Il mio invito al confronto pubblico, trasparente e civile non è servito a nulla e non rimane che constatare: Il nemico dell’autotrasporto italiano siete voi! Evviva lo sciopero! Sergio Grujic Agorà 2.0 – MT