Operai Stellantis: “La raccolta fondi ‘per Rossella’ ha avuto molte adesioni”
Ad annunciarlo i promotori del volantino a sostegno dei figli e famiglia dell’operaia morta investita all’uscita della fabbrica
“Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno contribuito alla raccolta fondi per i miei figli, anche se non vi conosco di persona vi mando un forte abbraccio”. Poche e sentite parole mandate su whatsApp a chi ha promosso l’iniziativa. Ad esprimerle, sul filo della commozione, è Donato, il marito di Rossella Mastromartino, la 36enne morta dopo essere stata investitaa S. Nicola di Melfi mentre smontava dal turno di notte, all’alba del 18 dicembre scorso, in una zona rimasta colpevolmente buia. A distanza di 50 giorni dalla sua morte, alcuni operai della Stellantis, promossero una raccolta fondi, come gesto di solidarietà nei confronti della collega, morta “all’uscita dal lavoro”, e che soprattutto lasciava una famiglia e due bambini piccoli. Oltre ad essere lavoratrice e madre, Rossella era anche l’unica fonte di reddito fisso, in casa, e proprio per questo la sua triste storia ha toccato il cuore dei colleghi, che lo scorso 9 febbraio, con la distribuzione di volantini davanti ai cancelli dello stabilimento di Melfi, invitavano, chi volesse, ad un gesto di solidarietà verso “i figli e la famiglia” della donna deceduta.
“Siamo commossi, c’è ancora una speranza” A meno di un mese dall’avvio, la raccolta di solidarietà ha sortito effetti, e ha generato l’accorato ringraziamento del marito. “Siamo commossi e soddisfatti”, commentano gli operai che hanno promosso la raccolta fondi. E aggiungono: “Questo ci dice che c’è ancora una speranza, che a prevalere non è solo l’egoismo, l’ambizione individuale, ma esiste ancora tra di noi una forma di solidarietà operaia nei confronti dei più deboli, dei più sfortunati”.
La raccolta continua… La raccolta non si chiude, perché, come osservano i promotori, “c’è una famiglia ancora in grande difficoltà e i tempi per ‘eventuali’ risarcimenti sono lunghissimi, potrebbero passare degli anni, con esiti incerti, nonostante Rossella sia stata investita e sia morta proprio mentre usciva dal lavoro in una fredda alba di dicembre. Chi ancora non l’ha fatto può ancora contribuire”. L’iniziativa non restituirà la giovane mamma ai suoi affetti, ma resta “quel gesto di solidarietà che era il minimo che potessimo fare noi lavoratori Stellantis”, osservano.
“I sindacati non hanno risposto, ma ce l’abbiamo fatta” In ultimo i lavoratori non risparmiano una frecciatina sia ai sindacati di categoria che all’azienda. “All’inizio abbiamo atteso che i segretari battessero un colpo – spiegano – e che fossero proprio loro a farsi promotori. Ma purtroppo l’attesa non ha generato frutti e davanti alla loro indifferenza e a quella dell’azienda, ci siamo organizzati da soli”. E infine una speranza, proiettata anche sul futuro. “Questa raccolta veniva dal cuore, non c’era nessun utile per noi che l’abbiamo promossa. Forse per questo nessun sindacato ha aderito. Allo stesso tempo questa esperienza ci insegna che auto organizzarsi dal basso può funzionare. E coinvolgere la base operaia su questioni sentite, è forse l’unica via ancora percorribile”.
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