Incendio alla ex Pamafi di Maratea
Le fiamme sviluppate poco dopo mezzogiorno. Simonetti: “si vuole evitare il riuso ambientale e occupazionale?”
Non c’è per la ex Pamafi di Maratea, da anni in liquidazione è diventata è diventata una discarica a cielo aperto. da anni in liquidazione e diventata una discarica a cielo aperto. Oggi il ridere è stato colpito da un vasto incendio, come nel 2016 quando le fiamme invasero nuovamente l’area della ex azienda vivaistica. L’incendio, ancora in corso, si è sviluppato questa mattina poco dopo mezzogiorno. Sul posto i Vigili del fuoco e i carabinieri. In corso accertamenti per capire le cause delle fiamme.
A margine dell’episodio una nota di Pietro Simonetti del Tavolo Caporalato-Ministero del lavoro: “2 incendi nell’area ex Pamafi in pochi mesi per evitare il riuso ambientale e occupazionale?” Di seguito la nota integrale. Ancora un incendio nell’area ex Pamafi, l’azienda fondata da Rivetti negli anni cinquanta per produrre fiori. Qui furono coltivare le prime orchidee in Italia. L’azienda ha occupato oltre 110 dipendenti per oltre 50 anni. Da 15 anni è commissariata con tre liquidatori sotto il controllo del Ministero dello Sviluppo.
La proprietà deve da tempo rientrare nel patrimonio della Regione, oltre 30 ettari di serre e terreni pochi metri della spiaggia di Castrocucco.
La Regione ha candidato nel 2018 il sito con un progetto di riutilizzo denominato “la Città ‘della dell’ Ambiente” predisposto a livello locale dall’apposito Comitato e patrocinato dalla Università della Basilicata oltre alla integrazione effettuata dall’Asia per la parte relativa alle piante officinali. Il finanziamento UE per il primo step relativo alla bonifica è fermo per l’intervenuto contenzioso con persone che rivendicano un l’uso campione per locali e che pare, gestiscono strutture per il rimessaggio.
Il sito è diventato una gigantesca discarica, che la Giunta Regionale, con apposita delibera, ha indicato come deposito di “sostanze inquinanti e pericolosi”. Nonostante la Deliberazione formale del 2019 nessuno, Regione, Arpab, Asp, Comune e le locali autorità di controllo ambientale hanno definito e attuato iniziative per la tutela della salute e dell’ambiente.
L’incendio di oggi dovrebbe richiamare l’attenzione delle autorità giudiziarie, penali ed erariali, su una vicenda grave anche per la gestione del turismo e del territorio. Si tratta di effettuare la bonifica, accertando le responsabilità di quando è accaduto e accade, e puntare, anche con i fondi del Pnrr al riuso del sito per l’ambiente e l’occupazione per oltre 120 posti di disoccupati e migranti.”