In Basilicata si balla la tarantella mentre il futuro fugge a gambe levate
L’epilogo della crisi nella maggioranza di Vito Bardi è uno scherzo di carnevale o un anticipo del pesce d’aprile?
Trattative estenuanti. Mesi di stallo politico e amministrativo. Due rimpasti in 15 giorni. Prevalenza di personalismi, ambizioni personali, interessi di gruppi contrapposti. Risultato? Una nuova – si fa per dire – Giunta regionale che non promette nulla di buono. Peggiore della prima e della seconda. Uno spettacolo indecoroso. Sarà l’ultima Giunta? Vedremo. Non è da escludere che anche questo esecutivo appena annunciato duri poche ore.
Questa non è politica, è giocare con il destino di un’intera regione. Basta leggere le parole di Bardi in queste ore: “Centrodestra unito, adesso pensiamo ai bisogni dei lucani… Questo dialogo, costruttivo, è la plastica rappresentazione della voglia e determinazione di tutte le forze della coalizione di essere protagoniste del cambiamento che stiamo attuando in Regione.” È uno scherzo? Il cambiamento che stiamo attuando? Adesso pensiamo ai bisogni dei lucani?” Adesso! Dopo quasi tre anni di nulla. A parte il linguaggio – “bisogni” – che tradisce un paternalismo ridicolo e insieme tragico, i contenuti riemergono in tutta la loro inconsistenza e vacuità. A quale cambiamento si riferisca il presidente rimane un mistero che soltanto lui custodisce chissà dove.
È uno scherzo di carnevale o un anticipo del pesce d’aprile? Francesco Cupparo, già due volte dimissionario per finta, il 9 marzo scorso dichiara: “Ho comunicato al Presidente Bardi la mia volontà a non riproporre la mia presenza in Giunta… auspico che il mio gesto serva a sbloccare una situazione che si protrae da troppo tempo”. Ormai, si è capito, le parole di Cupparo sono vapore. Così come lo sono quelle di molti altri esponenti politici che nei giorni e nelle settimane scorse si sono attardati ad elogiare gli assessori nominati 15 giorni orsono e adesso? Adesso va bene così. Ha ragione Enzo Acito, assessore per pochi giorni nella Giunta uscente: “Il numero delle preferenze non è direttamente proporzionale al quoziente di intelligenza.”
Questa non è politica, è giocare con i destini di un’intera regione. Se il centrodestra lucano avesse avuto un minimo di senso della responsabilità avrebbe scelto la strada del voto anticipato. Purtroppo gli interessi prevalenti sono altri: un posto maledetto e subito in vista delle risorse pubbliche in arrivo, dei concorsi, delle assunzioni. Una visione di futuro della Basilicata? Macché, siamo in presenza di una somma di punti di vista personali e di consorterie partitiche che totalizzano una cifra minacciosa: zero. Oggi, ancora più di ieri, dopo tutto quanto è accaduto in questi tre anni i lucani dovranno preoccuparsi. La Basilicata è in pericolo nelle mani di gente politicamente sprovveduta e cinicamente furba.