Basilicata. Bardi voleva fare la rivoluzione, ma si è accontentato di un tumulto

12 marzo 2022 | 14:17
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Basilicata. Bardi voleva fare la rivoluzione, ma si è accontentato di un tumulto

Insomma, è tutto chiaro: siamo nella brace dopo anni di padella. A bruciarsi a fuoco lento, però, è la Basilicata e le sue prospettive. Dietro l’angolo si ingrandisce l’ombra dell’astensionismo, nonostante il sole sia quasi scomparso

Nuovi assessori e cambi di deleghe, ma la sostanza rimane la stessa: il tentativo è di tirare a campare fino alle elezioni politiche? La madre di tutte le domande oggi è: che cosa accadrà nella seduta del consiglio regionale convocata per martedì 15 marzo?

Il consigliere ex assessore Rocco Leone non avrebbe alcuna intenzione di appoggiare la nuova Giunta e anche il consigliere Francesco Piro sarebbe sulla stessa posizione, tutti e due di Forza Italia. Chissà. Fratelli d’Italia ha già dichiarato di passare all’opposizionecon i due consiglieri rimasti al fronte dopo la fuga di Vincenzo Baldassarre il nuovo assessore all’Agricoltura (Dio ci salvi) che in pochi mesi ha fatto due salti della quaglia avanti e indietro, un vero atleta.

Chi rimpiazzerà nella maggioranza i nuovi oppositori? Italia Viva è certa, anche il consigliere Carlo Trerotola pare intenzionato a dare una mano a Bardi. E in zona M5S qualcuno sarebbe pronto a farsi avanti con la solita formula “valuteremo e approveremo i provvedimenti di volta in volta presentati dalla Giunta”. Che in questo caso va tradotto in altro modo: “non voglio tornare a casa e devo pensare al mio futuro.” 

Anche se, ad onor del vero, in un comunicato stampa delle 15.40, con cui abbiamo aggiornato l’ articolo, i penta stellati smentiscono queste voci: “Dal canto nostro – scrivono – non ci resta che escludere qualsiasi collaborazione con questi irresponsabili se non onorando il mandato come abbiamo sempre fatto da quando abbiamo messo piede nel Consiglio Regionale. Il nostro contributo propositivo non è mai mancato in questi anni, così come dimostrato dalla nostra attività consiliare… e, se non è possibile andare avanti, si ridia la parola ai cittadini. Lo diciamo a scanso di equivoci…  Staremo a vedere.

Insomma, senza Fratelli d’Italia si aprirebbe uno scenario alla Draghi su cui probabilmente punta Bardi. Ma c’è l’incognita Pd il cui segretario regionale ha già fatto sapere che non se ne parla di appoggiare questa Giunta. Staremo a vedere, anche in questo caso.

Fatto sta che l’annunciata rivoluzione si è ridotta a un tumulto tutto interno alla coalizione di centro destra che ha generato una composizione di governo frutto di un compromesso stravagante quanto pericoloso.

Non c’era bisogno di fare tutto questo baccano per partorire una Giunta che, al pari della vecchia, non garantisce nulla di quanto affermato da Bardi in questi giorni: “vogliamo rilanciare la sfida del cambiamento che i nostri concittadini ci hanno lanciato dopo anni di malgoverno.” La sfida del cambiamento con Baldassarre, Fanelli, Merra e Bellettieri, sembra una barzelletta, anche se il presidente, magari, ci crede davvero.

In questa guerra tra interessi e assaltatori alla diligenza delle risorse del Pnrr, e non solo, a rimetterci è la Basilicata. E questa “nuova Giunta” appoggiata da una maggioranza rappezzata, al pari della vecchia, sarà ostaggio di se stessa e dei poteri e gli interessi che la circondano.

La sensazione è che si voglia arrivare almeno fino alla prossima primavera, quando ci saranno le elezioni politiche. Intanto, nessuno o quasi dei consiglieri regionali sarebbe disposto a un rientro anticipato nei ranghi casalinghi. È questo un altro puntello di sicurezza per i nuovi giochi all’interno del Consiglio.

Altre settimane di fermo ci aspettano nell’attesa che vengano nominati i nuovi direttori generali, una partita che rischia di essere giocata come al poker d’azzardo. E come andrà a finire la storia dell’Ufficio di presidenza del Consiglio? Insomma, finirà la legislatura senza che Bardi avrà combinato un granché di buono.

E’ tutto chiaro: siamo nella brace dopo anni di padella. A bruciarsi a fuoco lento, però, è la Basilicata e le sue prospettive. Dietro l’angolo si ingrandisce l’ombra dell’astensionismo, nonostante il sole sia quasi scomparso.

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