Stellantis Melfi: “Facciamo le assemblee, coinvolgiamo subito i lavoratori, o sarà troppo tardi”
La richiesta di un delegato nel corso del direttivo semivuoto della Fiom. “Abbiamo perso tempo”, attacca. E nella sala consiliare del Comune cala il gelo
C’è il direttivo della Fiom, stamani, alla Sala Consiliare di Melfi. Con rappresentanti non solo regionali. C’è il sindaco della cittadina federiciana (Giuseppe Maglione), ma per il resto le sedie sono per lo più vuote, non solo per il covid, ma forse anche per la distanza sempre più incolmabile tra il linguaggio del mondo sindacale e la realtà fatta di operai in carne e ossa che operano sulla linea. Ad acuire il distacco tra due mondi che non riescono più a parlarsi ormai da mesi, ecco il breve intervento del delegato di minoranza, Antonio Gravinese. Il quale prima di leggere il comunicato dell’area che rappresenta (Riconquistiamo tutto), in 3 minuti tocca i nervi scoperti della gestione ‘Stellantis’, nata 13 mesi fa dalla fusione tra Fiat e Peugeot. “Credo che questa iniziativa sia importante – afferma guardando la risicata platea – ma abbiamo perso tempo.
È passato quasi un anno da quando Tavares (Ad del Gruppo) aveva annunciato sia gli esuberi che la riorganizzazione. Ricordo le assemblee in fabbrica ed è vero, gli operai ci hanno chiesto ‘unità sindacale’, però arrivati ad un certo punto l’unità sindacale si fa sul merito”. Ed ecco il merito. “Attualmente Stellantis procede come un treno su ogni cosa, riorganizzazione del lavoro, sui turni, sulle mense…”. E dalla parte sindacale, lascia intendere, c’è una chiara incapacità a tenere il passo. “Oggi in questa platea vedo assenza – sottolinea – si poteva fare un direttivo coinvolgendo più persone, tra Stellantis e Indotto”. Ed ecco la sua richiesta che suona anche come un duro attacco alla stessa Fiom: “Dovremmo capovolgere la piramide partendo dal basso e coinvolgendo i lavoratori.
Non facciamo una assemblea da giungo, da quando le altre organizzazioni sindacali fecero il rinnovo delle rsa. E abbiamo già finito le ore di assemblee”. “Oggi però siamo a febbraio – aggiunge – l’azienda sta procedendo come un treno e sarebbe giusto fare assemblee e coinvolgere i lavoratori su cosa sta avvenendo e sulle cose che vorremmo fare”. E poi la stoccata sui 20 turni, annunciati dall’azienda e che in pratica prevedono lavoro a rotazione anche la domenica. “È vero che siamo contro la flessibilità totale, ma visto che l’azienda sta procedendo verso i 20 turni, vorrei capire dalla Fiom qual è il limite di questa flessibilità totale”. Poi legge il comunicato della minoranza a cui fa capo, e in sala, se è possibile, le sedie diventano ancora più vuote, proprio a rimarcare quell’assenza dei lavoratori e quel silenzio dell’organizzazione sindacale su temi che stanno diventando sempre più spinosi. Un silenzio e un’assenza che rischiano di scollare sempre più i ‘ rappresentanti’ dei lavoratori da quegli stessi lavoratori che dovrebbero rappresentare. Silenzio, assenza e incomunicabilità. Si pensi anche agli improvvisi stop per i semiconduttori che mancano. E si pensi anche ad un futuro che si prefigura sì a 20 turni, ma con contorni e dinamiche sempre più difficili da decifrare.