Sanità in Basilicata: “se ti viene un infarto devi sperare nella fortuna”

1 febbraio 2022 | 10:36
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Sanità in Basilicata: “se ti viene un infarto devi sperare nella fortuna”

Il sistema elettronico di trasmissione degli elettrocardiogrammi è fuori uso da anni, ambulanze 118 senza medico e medici inesistenti. L’esperienza di un paziente

Ci chiama piuttosto agitato Giovanni (nome di fantasia): “devo raccontarvi la mia esperienza di infartuato”. Con calma cerchiamo di capire. Giovanni ha tutta l’aria di essere una persona colta, insomma non è uno sprovveduto. Quanto accaduto a lui non pare sia un episodio isolato, anzi da molto tempo sembra trattarsi di una routine tra l’altro  pericolosa per la salute dei cittadini.

Ecco la storia.

Giovanni ha un malore, arriva l’ambulanza del 118 con a bordo un solo infermiere che lo trasporta al Pronto Soccorso. Durante il percorso l’infermiere invia l’elettrocardiogramma all’Utic di Potenza, via fax. Perché? Semplice il sistema elettronico di trasmissione degli elettrocardiogrammi non funziona da anni, sarebbe stato dichiarato non riparabile e nessuno pare se ne preoccupi.

Ma c’è un altro problema, le ambulanze sono quasi sempre prive di medico. E dunque nel caso di Giovanni (diagnosi di infarto) si rende immediato il trasporto a bordo di un’ambulanza del 118 all’ospedale di Potenza. E il medico? Non c’è. Anzi, se qualcuno dell’ospedale è disponibile in forma del tutto volontaria il caso fortuito ti consente di essere accompagnato anche da un medico. Altrimenti, niente da fare. Giovanni fa un’altra scoperta, questa volta dell’acqua calda: mancano i medici al 118. Però si chiede perché? Per diverse ragioni tra le quali una appare davvero stravagante: i medici in pensione non vengono rimpiazzati, ma non vengono rimpiazzati nemmeno quelli che ottengono il trasferimento in altre postazioni “più comode.” Non sono pochi quelli che aspirano a fare ambulatorio anziché emergenza e Utic. Giovanni si chiede perché concedono questi trasferimenti pur sapendo che vi è necessità di medici nei presidi di emergenza? Perché, ammesso e non concesso che questi trasferimenti siano necessari, non si provvede a rimpiazzare quel personale? Qui siamo alla solita storia – spiega Giovanni rammaricato – la sanità serve i potenti, le carriere, le comodità di alcuni e lascia senza servizi i cittadini”.  Ce l’ha con i medici? “No, quei pochi disponibili nei presidi periferici vivono ogni volta un dilemma: se il medico ti accompagna in ambulanza fino all’ospedale di Potenza abbandonando la postazione ospedaliera, rischia grosso, potrebbe beccarsi una denuncia; se non ti accompagna rischia grosso il paziente. Quando è possibile, il medico che ti accompagna lo fa a titolo volontario, non c’è alcun accordo formale con le strutture sanitarie dirigenziali.

“Chi è vittima di un infarto rischia grosso: il tracciato trasmesso via fax può non essere correttamente leggibile e questo può inficiare la diagnosi; l’ambulanza senza medico mette in pericolo il paziente”; il clima di tensione per le cose che non funzionano e lo stress a cui sono sottoposti i pochi medici disponibili mette in pericolo il paziente. È proprio difficile da capire?”

A lei, in fondo è andata bene. “Sì, ma non posso dire che il merito sia del sistema sanitario”. E di chi sarebbe il merito? “Fortuna, solo fortuna  accompagnata da un medico volenteroso”.