Sanità in Basilicata, se non sei raccomandato puoi crepare

20 febbraio 2022 | 19:33
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Sanità in Basilicata, se non sei raccomandato puoi crepare

La testimonianza di Rosanna: soldi, malattie e abbandono

Una pericardite appena diagnostica e qualche settimana fa il covid a ‘coronamento’ di una patologia oncologica con cui combatte da tempo. Rosanna, è una signora lucana a cui non manca certo l’ironia per affrontare le avversità che la vita le ha riservato. Questa volta, però, nelle sue parole non c’è spazio per l’ironia. La contattiamo dopo aver letto un suo appello-denuncia sui guasti della sanità lucana di cui senza ombra di dubbio ha titolo, purtroppo, per parlare: “Andare avanti e dietro nei corridoi d’ospedale mi è pesato e mi pesa” esordisce così ammettendo: “Anche per il canale oncologico se non conosci qualcuno, devi aspettare per gli esami di controllo”.

“Conoscere” forse è il verbo più importante a queste latitudini se vuoi curarti in tempi decenti nella sanità pubblica. La “conoscenza” può aiutarti per una tac, una mammografia e così via. Se, al contrario non “conosci” o se non vuoi la corsia pereferenziale, il più delle volte devi sperare nella “fortuna”. E, cronaca di queste ore, se non conosci puoi anche morire.

Rosanna, lo ribadisce più volte durante la nostra chiacchierata, le “conoscenze” che aprono le porte proprio non le tollera. La donna, che aveva accusato un malore, nei giorni scorsi si era recata al Pronto soccorso dell’ospedale di Potenza. “Sono andata con sintomi seri, una difficoltà respiratoria evidente, mi diagnosticano un versamento pericardico. Che devo fare? ho chiesto. Per loro “nulla”. Noi curiamo le urgenza-mi hanno detto. Faccia eventualmente una valutazione cardiologia. Esco dal Pronto soccorso in condizioni pietose, il mio medico di base mi prescrive una visita specialistica, chiamo il Cup: prima data a maggio prossimo, seconda a marzo 2023. Ovviamente vado a fare la visita da un privato che mi diagnostica una pericardite. E mi prescrive un esame da fare entro due settimane: una risonanza magnetica del cuore, per vedere come va. Sulla prescrizione il mio medico di base indica una priorità di 10 giorni.

Chiamo il Cup e mi viene spiegato che questo esame viene effettuato solo all’ospedale di Potenza e a quello di Matera. A Matera agenda chiusa, a Potenza la prima disponibilità è a marzo 2023. In regime di intramoenia, invece, potrei fare la risonanza il 23 febbraio prossimo, al costo di circa 300 euro. Il  cardiologo che mi ha prescritto l’esame, che tra l’altro è anche un medico ospedaliero, quando gli  riferisco le date rimane interdetto. Richiamo il Cup per far presente l’urgenza e mi viene proposta una nuova data: 23 maggio 2023 altrimenti, mi viene consigliato, “vada a prenotare direttamente alle casse”.

A questo punto Rosanna scrive alla direttrice sanitaria dell’ospedale San Carlo perché -dice- voglio che mi sia spiegato cosa deve fare una persona per poter eseguire un esame approfondito o può farlo solo se rischia la morte? E ancora: “La priorità che viene indicata sulla prescrizione che valore ha?”

Ma al di là di questi interrogativi Rosanna si porta dentro un “senso di sfiducia e un’enorme tristezza”: “Non per me -tiene a precisare- per gli altri, per chi i soldi per curarsi non li ha”. Ma sono anche altre le domande che affollano la mente di Rosanna: siamo di fronte ad un’organizzazione pessima o c’è un disegno per favorire i privati? Spiegatemi-insiste- anche con un disegnino, ma spiegatemi, voglio capire perché”.