Macchina del fango contro la sindaca di Ruoti: “coinvolti” anche giornalisti
Sarebbero stati contattati da Angelo Salinardi, arrestato l’8 febbraio, per diffondere notizie false a danno di Anna Maria Scalise
Secondo quanto riportato oggi, dal Quotidiano del Sud, edizione Basilicata, la “macchina del fango” attivata contro la sindaca di Ruoti Anna Maria Scalise avrebbe coinvolto anche alcuni giornalisti potentini.
La persecuzione nei confronti della prima cittadina, e dell’assessore Franco Gentilesca, sarebbe avvenuta attraverso la “costruzione di prove false”, “accuse e denunce pretestuose” e “meschine diffamazioni” che venivano poi rese pubbliche attraverso comunicati stampa che alcune testate giornalistiche lucane hanno poi pubblicato. E qui entrerebbe in gioco il ruolo di alcuni giornalisti a cui Angelo Salinardi, ex sindaco della cittadina potentina e consigliere comunale fino alla sospensione di ieri, avrebbe chiesto aiuto per far dimettere la sindaca Scalise.
Primo fra tutti Luigi Scaglione, ex consigliere regionale, attuale addetto stampa della Provincia di Potenza. Arrestato lo scorso 8 febbraio, Scaglione, secondo gli inquirenti sarebbe stato l’autore dei comunicati stampa contro Scalise e avrebbe ricevuto in cambio da Salinardi 32mila euro, come risulterebbe da alcuni bonifici.
E dei comunicati stampa, firmati dai consiglieri comunali di minoranza di Ruoti e redatti da Scaglione, si parla ampiamente nell’ordinanza del Gip Amodeo, comunicati che la sindaca e suo marito, vittime della macchina del fango, hanno posto al centro delle loro denunce.
Oltre al Scaglione nelle carte dell’inchiesta comparirebbero i nomi di altri giornalisti, non indagati, ai quali Salinardi avrebbe chiesto aiuto per rendere più efficace “il piano di delegittimazione” in danno della prima cittadina. Nel febbraio 2020- si legge sul Quotidiano del Sud- sono stati registrati i preparativi della prima seduta del consiglio comunale successiva alla pubblica esposizione della presunta infedeltà coniugale della sindaca. Con la convocazione dei consiglieri di minoranza negli uffici di Salinardi, a Potenza, «al fine di predisporre – scrive il gip – ulteriori infamanti allusioni di natura sessuale ai danni della Scalise». Convocazione che sarebbe stata allargata anche al giornalista potentino Gianluigi Laguardia, oltre a Scaglione. Sulla effettiva presenza di entrambi all’incontro al momento però non compaiono riscontri effettivi.
Due mesi più tardi, invece, l’ex sindaco Salinardi viene intercettato durante una conversazione con Donato Pace, attuale direttore editoriale de La Nuova del Sud, ex direttore dell’ufficio stampa della Regione Basilicata. Salinardi si sarebbe rivolto a Pace «al fine di far pubblicare degli articoli di stampa contro la Scalise». Pace secondo quanto è riportato nell’ordinanza del gip avrebbe suggerito al suo interlocutore «di trovare uno scandalo in maniera tale che sarà costretta a dimettersi». «Ma vediamo di trovare qualche scandalo e la facciamo dimettere!».