Inchiesta Ruoti, domiciliari revocati per alcuni degli indagati
Dopo interrogatori di garanzia, restano, a vario titolo, divieto di avvicinamento alla sindaca Scalise e divieto di dimora nel paese
Tornano in libertà sei delle 16 persone arrestate lo scorso 8 febbraio nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Potenza sulla macchina del fango nei confronti della sindaca di Ruoti Anna Maria Scalise e su corruzione tra privati nell’indotto ex Fca di Melfi.
Domiciliari revocati per Luigi Scaglione (Capo ufficio stampa della Provincia di Potenza), che secondo quanto emerso dalle indagini sarebbe coinvolto nella campagna di fango di cui è stata vittima la sindaca di Ruoti. Scaglione, avrebbe redatto i comunicati stampa, con cui la minoranza consiliare guidata da Angelo Salinardi-secondo la Procura- ha diffamato, perseguitato e calunniato Scalise. Per il capo ufficio stampa della Provincia di Potenza resta il divieto di avvicinamento alla parte offesa.
Anche per Giuseppina Salinardi (nipote di Angelo) divieto di avvicinarsi alla sindaca in carica ma sono stati revocati gli arresti domiciliari, così come sono stati revocati per il consigliere comunale di minoranza, Angelo Faraone e per Rosario Famularo (ex dirigente del Comune di Ruoti e nipote di Angelo Salinardi). La decisione del gip Amodeo arriva dopo gli interrogatori di garanzia a cui sono stati sottoposti gli indagati. Nei giorni scorsi la misura degli arresti era stata revocata al funzionario regionale Antonio Lavano (per lui resta l’obbligo di firma), al tenente della Polizia locale di Ruoti, Marianna di Maio e a Rosario de Carlo. Per questi ultimi disposto il divieto di dimora a Ruoti.