Crisi Regione Basilicata. Coviello (FdI): «Le dimissioni vanno formalizzate e non solo minacciate»
Il consigliere regionale commenta l’annuncio dell’uscita dei due assessori della Lega dalla giunta Bardi
«Ai lucani poco interessa delle beghe interne alla Lega o del posizionamento nello scacchiere di comando. Il Paese reale è alle prese con una complessa quotidianità e con una preoccupante emergenza economica che segue quella sanitaria e sociale. Studenti, partite Iva, disoccupati e numerose altre categorie in difficoltà poco si appassionano a questo “non dibattito” che giorno dopo giorno perde di vista i veri obiettivi. In questo scenario qualsiasi attività costruttiva perde di significato.Ad affermarlo in una nota il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Tommaso Coviello.
“Le dimissioni-aggiunge Coviello- sono un gesto nobile, nel lontano 2019 l’alleato della Lega a Roma, il ministro Roberto Speranza, sosteneva a mezzo social che “le dimissioni sono un atto di dignità, di libertà e di coerenza” definiti dallo stesso Speranza “sentimenti nobili”. A questo punto se le dimissioni sono effettivamente frutto di una ponderata riflessione politica e manifestazione di un reale disagio “istituzionale” si dovrebbe procede in modo molto lineare: all’annuncio segue il protocollo. Le dimissioni vanno formalizzate e non solo minacciate, altrimenti sono uno strumento per alzare la voce e puntare il dito.
Con il Pnrr abbiamo la possibilità di ammodernare il nostro territorio ed offrire opportunità ai tanti lucani che hanno scelto di non emigrare e di investire nella propria terra, siamo chiamati a dare delle risposte che non siano un nome ed un cognome per una poltrona. È l’anno zero e la Regione Basilicata non può permettersi di rincorrere gli umori di chi – a dirla tutta – dimostra di avere scarso senso istituzionale e poco rispetto dei lucani. Analizzando le ultime fasi dell’attività istituzionale del Consiglio, l’occhio – anche quello dell’osservatore più distratto – cade unicamente sulle assenze ingiustificate ed i ‘capricci’ di chi rappresenta quella che si è ribattezzata “forza politica azionista di maggioranza” e dunque -conclude l’esponente di FdI-con le maggiori responsabilità di governo sino ad oggi, che chiede maldestramente il cambio di passo, senza fare una necessaria preliminare verifica interna».