Corruzione, calunnia e persecuzioni: arrestati l’ex sindaco di Ruoti e altre 15 persone
Attività corruttive nell’indotto ex Fca di Melfi: colletti bianchi, giornalista, politici, imprenditori, funzionario Polizia Locale e Carabiniere tra le persone agli arresti domiciliari. Sequestrati 5 aziende e circa 10 milioni di euro
Sedici persone sono state arrestate, ai domiciliari, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Potenza e condotta dalla Polizia di Stato. Due i filoni su cui si sono sviluppate le indagini: uno riguarda le attività corruttive fra private nell’indotto industriale dell’ex Fca di Melfi (ora Stellantis), l’altro riguarda invece attività persecutorie, calunnie accesso abusivo a sistema informatico nei confronti del sindaco di Ruoti e di un altro componente della maggioranza. Entrambi i filoni, spiega la Procura in una nota, avevano ed hanno il punto di contatto in Angelo Salinardi (tra gli arrestati) ex sindaco della cittadina. Tra gli arrestati anche un brigadiere dei carabinieri, un giornalista e responsabile della comunicazione istituzionale della Provincia di Potenza e un funzionario della Regione Basilicata.
Gli arrestati: Angelo Salinardi ex Sindaco del comune di Ruoti (Potenza), attuale Consigliere di minoranza ed imprenditore operante nel settore della logistica nell’indotto “Stellantis” già Fca di Melfi, Piedimonte San Germano (Fr), Candiolo (To), Venaria Reale (To); Rosario De Carlo, Angelo Faraone e Rocco Antonio Gentilesca, consiglieri comunali di minoranza del comune di Ruoti; Marianna Di Maio tenente della Polizia Locale di Ruoti; Luigi Carmine Scaglione giornalista e responsabile della comunicazione istituzionale dell’ente “Provincia di Potenza”; Giuseppina Salinardi, nipote di Angelo ed imprenditrice operante nel settore della panificazione e dei latticini; Rosario Famularo, ex responsabile dell’area tecnica del comune di Ruoti ed attualmente in servizio alla Provincia di Potenza; Giuseppe Antonio Lavano, funzionario della Regione Basilicata; Davide Maletesta, brigadiere dell’Arma dei Carabinieri; Gerardo Scavone, ex impiegato del Comune di Ruoti; Giuseppe Teta, imprenditore, titolare di diverse case di riposo; Pierluigi Mario Saponara, nipote di Angelo Salinardi ed imprenditore operante nel settore della logistica nell’indotto “Stellantis” di Melfi; Marco Massano, amministratore delegato delle Società “Ative Connection System Service Italia Spa che opera nell’indotto automobilistico di Melfi, Alessandro Massano, Sales Account della “BU Automotive — BCube Spa” sempre operante nell’indotto Stellantis, Claudio Di Lucchio dirigente della ‘BCube Spa” e direttore dello stabilimento “Melfi 3” nell’indotto meltifano.
Sistema corruttivo nell’indotto automobilistico di Melfi. Dal primo filone di indagine è emerso un sistema corruttivo nell’indotto industriale dell’allora Fca di Melfi. Secondo la Procura soggetti inseriti nelle aziende ritenute riconducibili ad Anelo Salinardi avrebbero pagato “varie utilità” a importanti società appaltatrici di Fca per “ottenere commesse e sub appalti”. In questo segmento dell’inchiesta risultano indagati oltre a Salinardi, Pierluigi Mario Saponara, Marco e Alessandro Massano e Claudio Di Lucchio.
Indagini private, pedinamenti e persecuzioni in danno della sindaca di Ruoti. Il secondo filone riguarda specifiche attività delittuose atti persecutori, calunnia e accesso abusivo a sistema informatico nei confronti dell’attuale sindaco di Ruoti e di un componente della maggioranza. Le attività delittuose poste in essere sono ritenute -dagli inquirenti -riferibili a Salinardi (in questo caso non nella qualità di imprenditore ma come consigliere di opposizione del Comune di Ruoti, nel quale per molti anni aveva svolto la funzione di Sindaco) in concorso con suoi collaboratori o con altri consiglieri di minoranza, volta a raggiungere la finalità politica di ottenere le dimissioni del sindaco Scalise e di un assessore in carica o comunque la caduta della Giunta onde svolgere nuove elezioni, finalità in sé pienamente legittima per degli esponenti dell’ opposizione, ma, nel caso di specie, ritenuta illecita per mezzi usati per raggiungerla.
In questo ambito è emerso, sempre a livello di gravità indiziaria il coinvolgimento di un appartenente dell’Arma dei Carabinieri di Potenza, il brigadiere Malatesta che avvalendosi dei suoi poteri e delle sue funzioni, avrebbe agevolato l’attività illecita contestata, sia per consentire agli indagati di eludere le indagini sia per ottenere illecitamente informazioni sulla vita privata del sindaco di Ruoti; un episodio di corruzione, durante il quale Salinardi era sindaco avvenuto in relazione all’affidamento dei lavori di ristrutturazione e concessione di una struttura del Comune in favore di una cooperativa. In questo secondo filone risultano indagati oltre a Salinardi, Rosario de Carlo, Marianna Di Maio, Giuseppina Salinardi, Luigi Carmine Scaglione, Gerardo Scavone, Davide Maleteste, Giuseppe Antonio Lavano, Rosario Famularo, Giuseppe Teta, Angelo Faraone, Rocco Antonio Gentilesca.
Il sistema per screditare la sindaca Scalise. Rosario De Carlo, Marianna di Maio, Angelo e Giuseppina Salinardi, Luigi Carmine Scaglione e Gerardo Scavone, responsabili di atti persecutori, in concorso tra loro, perché “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, avrebbero perseguitato, molestato e minacciato Anna Maria Scalise, attuale sindaco del comune di Ruoti, con condotte reiterate, insistenti e durature, consistite nel presentare personalmente o tramite avvocati (tutti remunerati dal Salinardi) decine di denunce penali del tutto infondate e capziose, sia nei confronti della sindaca che dell’assessore Franco Gentilesca, con lo scopo di danneggiarne la reputazione, arrecarle uno stato d’ansia e un senso di vulnerabilità, rallentarne e paralizzarne l’attività amministrativa ed ottenerne le dimissioni (onde andare a nuove elezioni e far amministrare nuovamente il Comune di Ruoti a Salinardi o a persona di sua fiducia). Oltre a questo, gli indagati si sarebbero resi responsabili della divulgazione e diffusione con molteplici modalità (comunicati stampa e pubblicazioni online), di infamanti allusioni a relazioni adulterine, create ad hoc, per screditare l’immagine della sindaca (come avvenuto per la fantomatica relazione extraconiugale tra la Scalise e l’assessore Gentilesca Franco e i loro presunti incontri notturni presso un B&B di Rionero in Vulture, mai avvenuti); nell’insultarla volgarmente e insistentemente nel corso di diversi consigli comunali; nell’effettuare, e far effettuare, “indagini” illecite, pedinamenti e report fotografici nei confronti della sindaca, di suo marito e dell’assessore Gentilesca.
Angelo Salinardi, Rosario De Carlo, Anelo Faraone e Rocco Antonio Gentilesca sono indagati anche per calunnia, in concorso tra loro, per aver presentato numerose denunce, esposti, e segnalazioni nei confronti della sindaca Scalise e dell’assessore Gentilesca e altre persone a questi vicine, pur sapendoli innocenti, al solo scopo di danneggiarne la reputazione e rallentare e/o paralizzare l’attività amministrativa.
Ed ancora Angelo Salinardi, Giuseppina Salinardi, Gerardo Scavone, il brigadiere Maletesta, Giuseppe Lavano e l’addetto stampa della Provincia di Potenza, Luigi Scaglione, sono accusati, in concorso tra loro di favoreggiamento personale, depistaggio e frode in procedimento penale. In particolare il brigadiere Malatesta avrebbe rivelato il contenuto delle dichiarazioni da lui rese presso gli uffici della Questura di Potenza- coperte da segreto- a Salinardi, Angelo e Giuseppina, e riferendo alla stessa della concreta possibilità che suo zio Angelo potesse essere intercettato (notizie che la donna prontamente avrebbe riportato allo zio e a Scavone, aiutando con tale condotta lo stesso Angelo Salinardi, Scavone e Luigi Scaglione ad eludere le investigazioni, tanto che i tre si sarebbero adoperati immediatamente per effettuare la “bonifica” di autoveicoli e uffici, grazie all’intervento di Giuseppe Antonio Lavano, dirigente della Regione Basilicata, su richiesta di Luigi Scaglione. Tale operazione di bonifica -spiega la Procura- avrebbe consentito di individuare effettivamente i microfoni installati a bordo di una delle autovetture di Angelo Salinardi.
Altre attività corruttive
Angelo Salinardi, Rosario Famularo e Giuseppe Teta, in concorso tra loro, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, Salinardi quale pubblico ufficiale prima e privato poi, avrebbe ricevuto denaro da Teta, responsabile della società cooperativa “Il Sorriso”, in cambio del compimento atti di contrari ai doveri d’ufficio, in parte posti in essere dal nipote Famularo, anch’egli pubblico ufficiale in quanto responsabile dell’area tecnica del Comune di Ruoti, in parte posti in essere dallo stesso Salinardi, allorquando era presidente della giunta comunale di Ruoti. In particolare Teta Giuseppe avrebbe versato a Salinardi la somma di mille/duemila euro al mese in contanti, quale compenso per aver ottenuto provvedimenti tanto illegittimi quanto vantaggiosi per la sua cooperativa.
Il GIP, sulla base del quadro indiziario delineatosi, ha disposto inoltre il sequestro preventivo delle seguenti Aziende:
1) LOGISTICA MERIDIONALE SRL
Sede sociale: Potenza — Via Isca del Pioppo civ.67.
Unità locale nr.l: San Nicola di Melfi (PZ) Zona Industriale.
Unità locale nr.2: Filiano (PZ) — S.D658 Km.29.
Unità locale nr.3: Piedimonte San Germano (Fr) Via Volla.
2) LOGIVULTUR SRL
Sede sociale: Potenza — Via Isca del Pioppo civ.67.
Unità locale San Nicola di Melfi (PZ) — Zona Industriale.
3) SERVIZIO GESTIONE LOGISTISTICA SRL.
Sede sociale: Melfi Via N[onte Verde civ.10 c/o Studio VASCA SRL.
Unità locale San Nicola di Melfi (PZ) —Zona Industriale snc. Unità locale nr.2: Candiolo (TO) — Strada Provinciale civ. 140.
4) LOGISTICA CASSINO SRL.
Sede sociale: Potenza – Via del Gallitello civ.110.
Unità locale San Nicola di Melfi (PZ) Zona
Unità locale Piedimonte San Germano (Fr) — Via Area FIAT.
Unità locale Venaria Reale (RO) —Via Don Sapio civ.134. Unità locale nr.4: Torino — Corso Enrico Tazzoli civ.47.
5) LOGINORD SRL
Sede sociale: Potenza — Via Isca del Pioppo civ.67.
Unità locale Venaria Reale (TO) Via Don Sapino civ.113.
e il sequestro preventivo dei seguenti beni
1) l’autovettura ALFA ROMEO STELVIO targata FV355FR intestata alla Società LOGISTICA CASSINO S.r.l. con sede in Potenza in via Isca del Pioppo civ.67, Società di fatto gestita e di proprietà di SALINARDI Angelo (valore 54.200,00 euro);
2) nei confronti di MASSANO Marco e SALINARDI Angelo, somme di Curo 24.593,00 ed euro 17.467,00 (in quanto somme corrisposte da società del SALINARDI in favore di persona che presta servizio quale domestica presso l’abitazione di MASSANO Marco);
3) nei confronti di MASSANO Marco e SALINARDI Angelo la somma di Curo 46.149,00 (in quanto somma corrisposta da una società del SALINARDI in favore di persona che presta servizio, verosimilmente quale giardiniere, presso l’abitazione di MASSANO Marco);
4) nei confronti di MASSANO Marco e SALINARDI Angelo la somma di Curo 22.086,00, accreditata sulla carta di credito prepagata aziendale numero 5256214185214480, rilasciata il 31 agosto 2018 dell’Istituto di Credito BiBanca (ex Banco di Sassari) ed appoggiata sul conto corrente bancario in essere presso la BPER – Filiale di Potenza intestata alla Società LOGISTICA MERDIONALE srl, utilizzata da MASSANO Marco;
5) la carta di credito prepagata aziendale numero 5256214185214480, rilasciata il 31 agosto 2018 dell’Istituto di Credito BiBanca (ex Banco di Sassari) ed appoggiata sul conto corrente bancario in essere presso la BPER – Filiale di Potenza – intestata alla Società LOGISTICA MERDIONALE srl, utilizzata da MASSANO Marco;
6) nei confronti di DI LUCCHIO Claudio e SALINARDI Angelo la somma di euro 12.000,00 (quale “mazzetta” corrisposta dal SALINARDI al DI LUCCHIO Claudio con mensili di 500,00 euro negli due anni).
7) la somma di euro 9.720.457,73, quale profitto dell’associazione per delinquere, in relazione al quale è contestato l’illecito amministrativo.
La sindaca di Ruoti in una nota inviata alla stampa scrive: “Ho sempre avuto fiducia nella giustizia e nel lavoro della magistratura. Per parte mia ho soltanto difeso la mia dignità di donna ed il mio ruolo pubblico a servizio della comunità di Ruoti . I fatti emersi parlano da soli. Oggi mi viene restituita la mia onorabilità. Non avrei mai immaginato di dovermi difendere da comportamenti così aggressivi e sono rattristata per la parabola umana di persone a cui non ho inteso mai procurare un benché minimo danno e verso cui non porto né porterò mai rancore. Alla luce di quanto accaduto avverto ancor di più la responsabilità di chi esercita un ruolo pubblico e la necessità di impegnarsi per il bene della propria comunità.”