Arpab, caso Tisci: da lunedì lavoratori a casa in smart working
Mentre si sussurra di altri ‘possibili’ positivi, scatta il tracciamento dei contatti avuti dal direttore generale, denunciato dai carabinieri del Nas che lo hanno trovato in ufficio nonostante fosse positivo al covid da due giorni
Mentre si sussurra di altri ‘possibili’ positivi, scatta il tracciamento dei contatti. E da lunedì parte la sanificazione sia della sede centrale dell’Agenzia regionale per l’Ambiente, sia della non distante struttura amministrativa, dove il direttore potrebbe ver avuto contatti. I lavoratori andranno in smart working.
E’ surreale il day after che si vive all’Arpab di Potenza all’indomani della denuncia del direttore generale, Antonio Tisci, trovato positivo al covid e senza green pass. Ieri il blitz dei carabinieri del Nas (Comando per la Tutela della salute) nella sede potentina e la denuncia, inviata alla Procura della Repubblica e al Presidente della Regione Bardi. Oggi invece, l’Arpab è chiusa perché e sabato. E non riaprirà la prossima settimana. Da lunedì, infatti, fanno sapere fonti interne, sono stati chiamati tutti in smart working i lavoratori perché sarà avviata la sanificazione anti covid, come da procedura. E questo sia nella sede centrale, sia in quella amministrativa, che si trova a poche centinaia di metri, dall’altra parte del Basento.
Ed ecco uno dei nuovi anelli di cui si compone la catena. Pare sempre più accreditata l’ipotesi che tra il 2 febbraio, giorno dell’accertata positività con tampone antigenico, a ieri, giorno del blitz dei Nas, Tisci abbia incontrato più persone. E si sarebbe mosso in entrambe le sedi, poco distanti una dall’altra; e in una di queste ci sarebbero anche al lavoro soggetti ‘fragili’ e categorie ‘protette’. La preoccupazione, quindi, sale, tra dipendenti e lavoratori di tutte e due le strutture. Anche perché, in base ad indiscrezioni, Tisci potrebbe non essere il solo ‘positivo’ al covid. Non c’è ancora la conferma ufficiale ma anche nella segreteria da ieri sera una persona sarebbe risultata positiva.
Serpeggia a questo punto una certa ansia tra i dipendenti, non solo per loro, ma per gli effetti, anche sulle famiglie e sui più anziani, che potrebbe determinare un ‘mini focolaio’ dentro l’Arpab. Già sotto Natale accadde qualcosa del genere, con contagi seguiti da polemiche sul controllo dei green pass da qualcuno tacciato come “troppo morbido e approssimativo”. Ma l’interrogativo più impellente, oggi, è cercare di capire chi ha incontrato il direttore nelle sue ultime 48 ore all’Arpab, anche per far scattare il tracciamento dei contatti, che a questo punto, non è escluso, potrebbe essere esteso se non a tutti, almeno ad una buona parte dei lavoratori delle due sedi, oltre ad eventuali altri contatti stretti, anche ‘esterni’, avuti da Tisci in quegli stessi giorni di acclarata positività al covid19.