Nucleare: insostenibile e costoso ed è un pericolo per la Basilicata

10 gennaio 2022 | 11:05
Share0
Nucleare: insostenibile e costoso ed è un pericolo per la Basilicata

L’associazione Scanziamo le scorie: “Per risolvere i problemi energetici abbiamo solo una strada quella della transizione ecologica e veloce”

Il nucleare non è sostenibile e non conviene economicamente. Per risolvere i problemi energetici abbiamo solo una strada quella della transizione ecologica e veloce. Tifare per la costruzione di nuove centrali nucleari e schierarsi a favore di torbidi interessi è un pericolo che il popolo Lucano riconosce e deve continuare a respingere. A dichiararlo, in una nota, Pasquale Stigliani, portavoce dell’Associazione Antinucleare ScanZiamo le Scorie.

“Nei prossimi giorni, -aggiunge Stigliani-si dovrà decidere in Europa se il nucleare e il gas naturale possono essere considerati come attività sostenibili nella Tassonomia. Per essere riconosciuto tale i progetti nucleari dovranno contenere dei piani dettagliati per rendere pienamente operativi “entro il 2050” dei depositi geologici profondi per le scorie ad alto livello di radioattività. Si proprio ciò che vogliono realizzare senza successo a Scanzano J.co dagli anni 70, perchè continuamente ostacolate dal protagonismo popolare del territorio animato dalle numerose proteste civili, in particolare da quella delle 15 giornate del novembre del 2003 sorta in seguito alla decisione del Governo Berlusconi e non ancora dispersa.

Quindi senza un deposito geologico gli Stati membri non potranno costruire le centrali nucleari. Ciò vale anche per l’Italia. E le forze politiche che lo propongono ne sono consapevoli? Da notare che i depositi geologici profondi per le scorie altamente radioattive (e che restano tali per centinaia di migliaia di anni) attualmente non esistono e non sono mai stati usati ancora in nessun luogo al mondo.

Scanzano sarebbe stato il primo esperimento che avrebbe dovuto trovare una soluzione ad un problema ancora oggi irrisolto compromettendo pienamente le economie locali agricole e turistiche. Infatti basta vedere che quelli al momento previsti da parte dei Paesi che hanno sempre prodotto energia nucleare per il 2024 in Finlandia, mentre Svezia e Francia prevedono di averne uno operativo entro la fine del decennio sono totalmente isolati.

Tra le altre esperienze, come segnalato dal Direttore di Greenpeace Italia Pippo Onufrio, negli Stati Uniti l’amministrazione Obama dichiarò fallito il progetto di deposito geologico di Yucca Mountain nel 2012. La Corte d’appello del Distretto della Columbia, entro la cui giurisdizione ricade il Congresso, chiese alla Nuclear Regulatory Commission (NRC) che cosa fare delle scorie nucleari più pericolose in attesa dell’indentificazione di un nuovo sito. La NRC solo nel 2014 risposte alla Corte dicendo che, con opportune modifiche tecnologiche degli speciali contenitori in cui conservare le barre di combustibile irraggiato, si potevano stoccare “indefinitamente” le scorie presso le centrali che li avevano generati, anche dopo la loro disattivazione. Dopo 70 anni di sviluppo, l’industria nucleare del Paese che ha inventato la tecnologia e che ha in assoluto la più grande quantità di scorie nucleari, non ha ancora una “soluzione”. Inoltre anche il deposito geologico profondo – che viene indicato dalle linee guida IAEA per questo genere di rifiuti – è comunque ben lungi dall’essere una “soluzione”. Le scorie nucleari infatti non sono inerti, ma emettendo radiazione vanno trasmutando e, dunque, vanno modificandosi anche chimicamente oltre a rilasciare calore. Nessun materiale costruito dall’uomo può contenerle a lungo termine. Questo significa che anche laddove si trovasse un sito giudicato idoneo, questo andrà monitorato per i primi secoli.

Oltre agli aspetti ambientali, i tifosi del nucleare dovrebbero tener ben presente anche quelli economici e geopolitici indicati da Lucio Caracciolo di Limes, in particolare rispetto alle vicende che si manifestano dal Kazakistan nel quale viene prodotto il 43% dei volumi globali di uranio che secondo il Financial Times sta subendo un notevole incremento dei prezzi.

La decisione sulla Tassonomia è inserita in un processo decisionale parallelo a quello tenuto per l’individuazione delle aree idonee alla discarica nazionale dei rifiuti radioattivi che, ricordiamo, per le scorie nucleari altamente radioattive individua una “soluzione temporanea” di allocazione di circa 50 anni assieme a quelli meno radioattivi in attesa della decisione definitiva di dove spostarli.

Come dire in una battuta, dal 2003, dalle giornate di Scanzano c’è un pericolo ancora in agguato. Per questo- conclude il portavoce di ScanZiamo le scorie-, è opportuno intervenire sui rappresentanti Istituzionali affinché si adoperino contro qualsiasi ipotesi di inserimento del nucleare nella tassonomia e continuare ad essere vigili, pronti ed attivarsi affinché nei prossimi mesi il nostro territorio venga escluso tra le aree idonee ad ospitare la discarica che il Governo indicherà.